SALVINI, IL PALLONE GONFIATO A SCOPPIO RITARDATO: “UN NUOVO CENTRODESTRA SENZA BERLUSCONI”
A FORZA DI GASARLO, IL POVERETTO HA FINITO PER CREDERE DI ESSERE UN LEADER… FORZA ITALIA REPLICA: “SENZA DI NOI NON ESISTI”…ALTOLA’ DI BOSSI: “IL LEADER RESTA BERLUSCONI”…ALFANO: “E’ IL REGGIMOCCOLO DELLA LE PEN”
Più che un’Opa ostile sul trono del centrodestra, è l’annuncio del “parricidio”. La prima dichiarazione di indipendenza da Silvio Berlusconi da parte del leader leghista Matteo Salvini.
E come tale è stata letta ad Arcore, scuotendo non poco il padrone di casa. «Questo è un colpo basso, da Matteo non me l’aspettavo, dove pensa di arrivare contro di me? Lui non potrà mai essere il baricentro dei moderati» si è sfogato l’ex Cavaliere.
Dando il “la” a una sfilza di attacchi a Salvini da tutto il fronte forzista.
Ma cosa ha scatenato la tempesta a destra?
Il leader leghista si è molto galvanizzato alla lettura dei sondaggi delle ultime settimane.
Il 31 ottobre “Ixè” per Agorà attestava Salvini al secondo posto (20 per cento) per gradimento, dopo Renzi, e ben prima di Grillo e dello stesso Berlusconi.
Da qui la decisione di sferrare l’attacco mai osato fino a ieri e di lanciare ufficialmente la campagna “sudista” di conquista delle regioni sotto Roma con la pur nebulosa “Lega dei popoli”.
Un’intervista a “Libero” («Mi prendo il centrodestra»), poi una conferenza stampa a Montecitorio al fianco di Maroni e Zaia col pretesto della legge di stabilità in cui definisce la road map.
Il capo del Carroccio si prepara al «lancio a fine mese di un nuovo soggetto politico: un progetto culturale, non un cartello elettorale, perchè non mi interessa un centrodestra che sia una sommatoria di Lega, Forza Italia e Ncd».
Che farne di Berlusconi? «Lui pensa a una nuova edizione di Forza Italia ma il mondo è cambiato».
È il punto di svolta, che funziona da detonatore nella trincea forzista. I dirigenti che hanno sentito l’ex premier non hanno potuto fare a meno di ricordargli le «troppe concessioni» a Salvini in questi mesi.
Le frequenti comparsate sulle reti Mediaset, la copertina di Panorama di un paio di settimane fa (“L’altro Matteo”), perfino l’intervista a “Mattino5” in cui Berlusconi non escludeva una leadership di Salvini: «Vedremo, prematuro…».
Ora il capo forzista sembra si sia reso conto, «sì, gli ho concesso tanto e questo è stato il risultato, ma adesso la storia cambia» si è lasciato andare ieri.
Raccontano si stia perfino ricredendo sulla necessità di riaprire il dialogo troppo rapidamente chiuso con l’Ncd di Alfano per le Regionali.
Ora, l’alleanza con la Lega proprio per le regionali (soprattutto in Veneto in primavera) non è in discussione, ma tutto il resto sì.
Dell’operazione lanciata dall’arrembante leader leghista non appare del tutto convinto Umberto Bossi.
«Berlusconi è e sarà il leader del centrodestra che verrà – taglia corto il Senatur a Montecitorio – mentre Salvini può fare il leader della Lega dei popoli, piace alla gente… ».
Il «nuovo soggetto politico» al quale Salvini pensa è un’aggregazione “nero-verde” nella quale conta di coinvolgere, soprattutto nel Mezzogiorno, tanto Fratelli d’Italia quanto Casa Pound.
In nome del No Euro e della campagna anti immigrati che già li aveva visti sfilare nelle stesse piazze il 18 ottobre.
Ma proprio gli ex An di Fdi in queste ore osservano con parecchio scetticismo l’accelerazione di “Matteo”. «Il centrodestra dovrebbe evitare di rendere la sua scalata alla leadership del centrodestra così semplice » si inalbera Ignazio La Russa prendendosela, senza citarlo, proprio con Berlusconi.
Intorno al loro capo i forzisti hanno eretto in poche ore un cordone sanitario.
Già a mezzogiorno l’ex Cavaliere detta alla portavoce Bergamini la replica stizzita («Non esiste un centrodestra senza Berlusconi»), poi è “il Mattinale” di Brunetta a scrivere che «Salvini non può fare l’asso pigliatutto», a seguire un coro, da Romani («Non si prescinde da Berlusconi ») alla Gelmini («La leadership si conquista») a tanti altri.
L’appello finale ai suoi ex compagni di partito è di Angelino Alfano, ormai acerrimo avversario di Salvini: «Mollatelo al suo destino, quello di reggimoccolo di Marine Le Pen».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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