ALLA MELONI SPENGONO LA FIAMMA: “FDI NON PUO’ USARLA”
SFIDA IN TRIBUNALE, IL NUOVO MSI CHIEDE DI INIBIRE L’USO DEL SIMBOLO ALLA FONDAZIONE AN: “PENSANO DI ESSERE POTENTI PERCHE’ HANNO I MILIONI IN BANCA”… IL PRECEDENTE DI FIRENZE HA DATO RAGIONE AL NUOVO MSI
La «guerra (di carte bollate) della Fiamma» potrebbe costare cara a Fratelli d’Italia già alle prossime Amministrative di giugno.
Tutta colpa, a quanto pare, della Fondazione An che ha richiesto l’inibitoria dell’utilizzo del simbolo contro il Nuovo Msi di Maria Antonietta Cannizzaro e Gaetano Saya.
Scelta che, dopo la sentenza di Appello di Firenze di marzo che ha dato ragione a questi ultimi, potrebbe rappresentare un autogol.
«Si sono dati da soli la zappa sui piedi – spiega il presidente del Nuovo Msi Cannizzaro – Questo accade perchè c’è chi crede di poter avere sempre ragione anche quando tre giudici a Firenze hanno stabilito esattamente il contrario».
Andiamo con ordine.
Ieri mattina a Roma vi è stata la prima udienza del processo cautelare (ossia il ricorso ex art. 700 del codice di procedura civile), per l’inibizione dell’utilizzo della Fiamma.
«Il ricorso è stato proposto dalla Fondazione Alleanza Nazionale e dall’Associazione An – spiegano a Il Tempo Alberto Ramin e Luigi Fratini, avvocati dei neomissini – mentre il Nuovo Msi si è costituito con comparsa di costituzione, con domanda riconvenzionale». Tradotto: ci si costituisce nel giudizio, ci si difende e in più si chiede al giudice qualcosa contro colui che ha fatto il ricorso.
«Noi abbiamo richiesto che sia inibito a loro l’utilizzo della Fiamma – continuano gli avvocati – questo in virtù di molteplici elementi tra cui, quello più importante, la sentenza della Corte d’Appello di Firenze».
Quest’ultima, infatti, ha attribuito l’utilizzo del simbolo al Nuovo Msi, ribaltando la sentenza di primo grado che aveva dato ragione, invece, ad An guidata allora da Fini.
Il colpo di scena, a questo punto, potrebbe essere dato dalla tempistica.
Dalla prima udienza di ieri, infatti, il giudice ha previsto un termine di nove giorni per la produzione di nuovi documenti e per le repliche: dopodichè deciderà .
In tempo utile perchè la sentenza abbia un valore già nell’ambito delle elezioni amministrative di giugno.
Uno degli scenari? «Nel caso vincessimo noi – continuano i legali – la Fondazione An non potrebbe più utilizzare la fiamma e non può più disporne, ossia darla in concessione come ha fatto finora al movimento Fratelli d’Italia».
Uno scenario che potrebbe rivelarsi un handicap per il partito del candidato sindaco a Roma che da parte sua rivendica la diretta trasmissione ereditaria della Fiamma (tanto che la Fondazione ha autorizzato l’utilizzo del simbolo).
Da parte sua Cannizzaro non fa sconti: «Andiamo avanti, stiamo facendo le nostre liste, e anche su Roma scioglieremo presto il nodo».
E rivolta ai membri della Fondazione: «Pensano di essere potenti perchè hanno i milioni di euro in banca. Noi siamo la vera destra. Noi siamo i legittimi eredi del Msi, rifondato nel 2003 da Gaetano Saya».
Antonio Rapisarda
(da “il Tempo”)
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