ALLARME UE: “SE CADE LETTA BUFERA IN EUROPA”
LA PREOCCUPAZIONE DEL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO SCHULZ. “GRAVI TURBOLENZE POLITICHE E SUI MERCATI”
“Una caduta del governo creerebbe enormi turbolenze politiche e sui mercati finanziari” non solo in Italia ma in tutta Europa.
Lo dice Martin Schulz in un’intervista all’agenzia Ansa.
Secondo il presidente del parlamento europeo, in Europa e in Italia è in corso “un modesto raddrizzamento economico che può portare più lavoro soprattutto ai giovani” e “ogni elemento che possa frenare questo processo è assolutamente superfluo. Dunque tutti quelli che domani voteranno per un governo stabile sosterranno il processo di rilancio in Europa”.
I parlamentari del Pdl che voteranno a favore del governo Letta “non sono nè traditori nè eroi”, dice Schulz, ma “gente responsabile che, dopo tutto, si prende la sua responsabilità per il paese e per l’Europa”.
Anche il Pd, aggiunge il presidente del parlamento Ue, “deve sostenere Enrico Letta con tutti i mezzi in questo momento critico”.
Martin Schulz dice di averne parlato personalmente con il segretario del democratici, Guglielmo Epifani.
Confindustria intanto torna a fare i conti di quanto può costare agli italiani uno stallo della politica: “Una nuova ondata di instabilità parlamentare peggiorerebbe nettamente lo scenario economico dell’Italia: -1,8% il Pil nel 2013 e -0,3% nel 2014, contro il -1,6% e il +0,7% previsti meno di un mese fa”.
Lo afferma il Centro studi Confindustria secondo cui “anche nel 2015 si avrebbe un effetto negativo sul Pil pari a -0,9%”.
L’incertezza sulle sorti del Governo, rileva il CsC, colpisce l’economia italiana in una fase molto delicata: quando si registrano le prime deboli conferme della fine della lunga e profonda recessione. La società e il sistema produttivo, le famiglie e le imprese italiane stanno ancora pagando il conto salatissimo della più grave crisi dall’Unità del Paese: -8,9% il Pil, -1,7 milioni le unità di lavoro, -7,6% i consumi, -27,1% gli investimenti. Insomma, stiamo uscendo dalla recessione, ma rimaniamo dentro le conseguenze della crisi globale.
“Una crisi che è stata resa più pesante per l’Italia proprio dall’inconcludenza della politica nel realizzare rapidamente le riforme necessarie. Inconcludenza prima della crisi e durante la crisi stessa” aggiunge la nota.
“Oggi – prosegue – gli interessi della politica rischiano di aumentare ulteriormente questo gravissimo peso: gelando sul nascere il lento recupero dell’economia. Mentre bisognerebbe fare di tutto per consolidarlo e accelerarlo”.
Inoltre, si ipotizza che una nuova contesa elettorale sarebbe sterile, non portando al formarsi di una maggioranza parlamentare più solida e coesa (data l’attuale legge elettorale o quella che si avrebbe se questa fosse dichiarata incostituzionale). Sicchè l’incertezza politica permarrebbe anche dopo l’eventuale ricorso alle urne e i suoi impatti economici non sarebbero recuperati attraverso il ritorno della fiducia.
Il Centro studi di Confindustria, però, ribadisce come il quadro attuale sia molto diverso rispetto a quello che si osservò nell’estate e nell’autunno del 2011: ora i conti pubblici sono in ordine. Il deficit/Pil rispetta i limiti europei e l’Italia è uscita dalla procedura di infrazione.
L’avanzo primario è del 2,4% del PIL (4,9% in termini strutturali). Sono conti pubblici tra i migliori all’interno dell’Eurozona.
Conti conquistati dagli italiani con grandi sacrifici e grazie agli obiettivi fissati e alle misure adottate dagli ultimi tre Esecutivi.
Il prolungamento della recessione metterebbe in forse queste conquiste, pur non compromettendole.
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