ALLUVIONE GENOVA, CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER LA PAITA
“NON LANCIO’ L’ALLERTA ALLARME”
La memoria difensiva in cui ribadiva che quello non era il suo compito, alla fine, non ha convinto i pubblici ministeri.
Che nei giorni scorsi hanno formulato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Raffaella Paita , ex assessore regionale alla Protezione civile e attuale capogruppo Pd in Regione, e Gabriella Minervini , che della Protezione civile era il capo nell’ottobre di un anno fa, quando l’esondazione del Bisagno mise in ginocchio Genova uccidendo l’infermiere in pensione Antonio Campanella.
Rispondono di omicidio colposo e disastro: per non aver diramato l’allerta e, a cascata, aver ritardato i soccorsi successivi alla fuoriuscita di più torrenti.
«Dovevano approfondire»
Secondo i sostituti procuratori Gabriella Dotto e Patrizia Ciccarese è quindi una colpa grave non aver dichiarato il massimo stato d’allarme «a fronte di plurimi bollettini di avviso (emessi dal centro meteo regionale di Arpal), tutti recanti i simboli di massima attenzione e quindi con esplicite segnalazioni di rischio meteorologico associato a temporali forti, cui consegue in automatico un livello di “criticità idrologica ordinaria diffusa”».
Ancorchè non s’ipotizzasse una notte da incubo, agli occhi di chi indaga c’era comunque motivo per preoccuparsi e loro non l’hanno fatto.
A questo proposito la Procura mette nero su bianco il dettaglio che rappresenterebbe una sorta di “aggravante”.
E spiega come persino il Comune, che pure non ha un centro meteo dedicato e necessita dell’input regionale per innescare la sua macchina, si fosse attrezzato meglio nonostante le scarse avvisaglie ufficiali.
Perciò, rimarca ancora l’accusa, gli indagati hanno colpe pure «a fronte della convocazione del Coc (Centro operativo comunale) avvenuta già alle ore 11 del 9 ottobre».
(da “il Secolo XIX”)
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