ALTRO CHE DIGITALIZZAZIONE, SONO DEGLI INCAPACI: DA DUE ANNI IL MINISTERO GUIDATO DA NORDIO NON RIESCE A METTERE A PUNTO L’APP CHE DEVE RENDERE TELEMATICO TUTTO IL SISTEMA PENALE, COME IMPONE LA LEGGE
LO SCORSO 5 NOVEMBRE, DOPO ALCUNI MINUTI DI UTILIZZO IL SISTEMA È COLLASSATO E HA PERSO IL DOCUMENTO SIN LÌ FORMATO… NELL’APPLICAZIONE MANCANO CONVALIDE DI ARRESTI, DECRETI PENALI, PATTEGGIAMENTI
Fallisce per il secondo anno consecutivo il ministero della Giustizia nel predisporre l’applicativo che dall’1 gennaio 2025 (dopo proroga in extremis nel 2024) dovrebbe attuare l’obbligatorietà (per legge del 2023) del telematico per tutto il penale.
Il 5 novembre il dicastero di Carlo Nordio è stato messo dal Csm di fronte agli esiti concreti: dopo alcuni minuti di utilizzo il sistema collassa e perde il documento sin lì formato; nell’app mancano convalide di arresti, decreti penali, patteggiamenti; il pm scrive un atto ma l’“esistenza” è subordinata alla validazione dell’utente “segreteria”.
Specifiche tecniche del ministero agli avvocati, per il deposito telematico diretto dal 30 settembre di qualunque atto nel fascicolo del pm, fanno impazzire le cancellerie perché il sistema non verifica la coerenza tra titolo e atto, accetta depositi fatti nell’ufficio sbagliato (ignaro quello giusto), non tiene scadenze, non rileva urgenze.
Istruttivo esempio di come la tecnica, mai neutra, surrettiziamente condizioni l’esercizio della giurisdizione.
(da agenzie)
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