ALTRO SALTO DI QUAGLIA-RELLO: LASCIA DA COORDINATORE NCD E SCRIVE AD ALFANO: “FUORI DAL GOVERNO”
DOVREBBERO SEGUIRLO NOVE SENATORI: MAGGIORANZA DI NUOVO A RISCHIO… SI PARLA DI GRUPPO COMUNE CON FITTO E TOSI
Gaetano Quagliariello si dimette da coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra. Secondo il Corriere.it, l’ex ministro delle Riforme del governo Letta e saggio di Napolitano nell’iter delle riforme istituzionali ha messo il leader del partito Angelino Alfano davanti a un buio: o Ncd esce dal governo o lui formerà un gruppo autonomo al Senato (in direzione Berlusconi).
L’annuncio è tutt’altro che irrilevante e non interessa solo al piccolo elettorato del partito. Se davvero Quagliariello contasse su un numero sufficiente di senatori per formare un gruppo a Palazzo Madama (dove servono almeno 10 componenti), la maggioranza politica a sostegno del governo potrebbe andare sotto quota 161.
Attualmente, infatti, il governo può contare su circa 170 voti e il gruppo Ala (quello dei 13 verdiniani), che ha votato il ddl Boschi, non è ancora ufficialmente organico all’insieme dei partiti che appoggiano Renzi.
La decisione è maturata a seguito di un dissenso sulla linea politica del partito, spiegano fonti vicine al senatore all’Adnkronos.
Essendo il ruolo di coordinatore un incarico fiduciario, Quagliariello intenderebbe così affrontare il dibattito interno al partito e quello pubblico che ne seguirà , senza vincoli legati alla carica.
Nella lettera ad Alfano, l’ex ministro ha ribadito la sua contrarietà a una linea ritenuta troppo vicina a quella del presidente del Consiglio.
Le dimissioni da coordinatore potrebbero preludere anche a una uscita di Quagliariello dal partito.
Proprio durante la seduta del Senato per il voto finale sul disegno di legge sulle riforme, Quagliariello aveva preso la parola per la dichiarazione di voto a nome di Area Popolare, usando parole che, oggi, assumono contorni più definiti: “Oggi onoriamo sostanzialmente l’impegno assunto a inizio legislatura all’atto della rielezione del presidente Napolitano, ma si chiude una fase della nostra vita politica”.
La maggioranza del Pd, aveva aggiunto Quagliariello, “ha ulteriormente sbiadito la logica di coalizione privilegiando la trattativa con la propria minoranza, secondo uno schema di autosufficienza che, grazie anche all’apporto del gruppo Ala, coniuga l’unità del partito con la conquista dell’area del buon senso da delegare direttamente al leader. E’ evidente che una fase è finita e dalla conseguente riflessione non si dovrebbe sottrarre nessuno”. Subito dopo aveva twittato in polemica con il Pd sulle unioni civili (come il resto del partito, d’altronde).
E il primo ad esultare è non a caso il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta.
(da “Huffingtonpost”)
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