ANCHE I PADANI ORA SCARICANO LE SEDI PATACCA DI MONZA
IL SINDACO SI GIUSTIFICA: “PENSATE CHE IO SIA COSI’ IMPORTANTE DA IMPORLE?”…SCETTICI GLI INDUSTRIALI DELLA BRIANZA, CITTADINI DIVISI TRA GLI INDIGNATI E GLI INDIFFERENTI
Chi pensasse a una Monza preoccupata per la lettera del presidente Napolitano, si sbaglierebbe di grosso.
Nessuno ha paura di perdere i ministeri per il semplice fatto che nessuno pensa che i ministeri ci siano davvero.
La cittadinanza pare comunque essersi divisa in due partiti: gli indignati e gli indifferenti. I primi sono quelli che sabato hanno protestato gridando che «la Villa Reale è di tutti»; perfino il consorzio che gestisce Parco e Villa è furibondo per essere stato messo di fronte al fatto compiuto.
I secondi, gli indifferenti, sono la stragrande maggioranza dei cittadini.
Per dire: tra gli indifferenti c’è anche la famosa «parte produttiva del Paese», la categoria che a sentire Bossi aveva più di ogni altra necessità di questo decentramento.
La reazione degli imprenditori è stata talmente fredda che all’inaugurazione l’Associazione Industriali di Monza e Brianza (la più antica d’Italia) non è neppure stata invitata.
«Sicuramente – ci dice il presidente degli industriali di Monza, Renato Cerioli – c’è stato un problema di informazione. Questi uffici non si capisce cosa siano e a cosa servano. Per questo la loro apertura è stata accolta con diffidenza dagli imprenditori. Per ora c’è il timore che servano solo ad aumentare la spesa pubblica, in un periodo in cui ci sarebbe da tagliare».
Ma allora chi li ha voluti questi uffici a Monza?
A Roma qualche parlamentare di centrodestra cerca di prendere le distanze e insinua: è un’iniziativa della Lega per aiutare il suo sindaco, Marco Mariani, in vista delle elezioni comunali dell’anno prossimo.
Mariani sorride: «Ma davvero voi pensate che io sia così importante? Così potente da convincere il Consiglio dei ministri a emanare un decreto con il quale apre a Monza gli uffici di tre ministeri? Andiamo… Oltretutto faccio presente che sabato i ministri presenti erano quattro, e due – Tremonti e la Brambilla – sono del Pdl, non della Lega».
La lettera del Capo dello Stato non inquieta il sindaco Mariani.
«Il Presidente ha tutto il sacrosanto diritto di chiedere spiegazioni. Ma mi sento di tranquillizzarlo perchè non c’è stato un trasferimento di ministeri, bensì la semplice apertura di uffici distaccati. Come mi risulta ce ne siano altri: La Russa non ha forse detto che ne ha uno a Milano?».
Il sindaco prende ad esempio Paesi come la Francia («Lo Stato centralista per eccellenza») e la Gran Bretagna «che da tempo hanno uffici decentrati sul territorio» e nega il pericolo di un effetto contagio: «Ma va! Non è che ciascuno adesso possa aprire una sede dove vuole. È una cosa controllata dal Consiglio dei ministri!».
Eppure l’effetto contagio è proprio quello che preoccupa Napolitano.
«Il Presidente ha ragione – dice Giuseppe Civati, monzese, consigliere regionale e ormai uno dei volti nuovi del Pd a livello nazionale -. Ci sono già le prime autocandidature: Milano vuole il ministero del Lavoro, a Bologna chiedono l’Istruzione, a Catanzaro sono pronti per il Turismo… Anche Cota a Torino e Gobbo a Venezia ne reclamano qualcuno, mentre a Parma per il momento si accontenterebbero di un’agenzia».
Secondo Civati questa storia «è al tempo stesso una farsa e un dramma».
E spiega: «Una farsa perchè non si capisce a che cosa possa servire uno sportello sul territorio per la Semplificazione e le Riforme: se lo vede un cittadino che entra e chiede due etti di federalismo? E un dramma per come è ridotto il senso dello Stato».
Difficile, se non impossibile, trovare a Monza entusiasti convinti.
Il presidente della Provincia Dario Allevi, Pdl, non nasconde le ragioni dei perplessi: «In effetti l’inaugurazione è stata organizzata un po’ troppo in fretta, lasciando spazio a diversi dubbi e interrogativi. Ora spetta ai ministri dare un senso a questi uffici decentrati. Se saranno davvero uno sportello utile ai cittadini, benissimo. Altrimenti resteranno una cornice senza contenuti».
E per dare un’idea di quanto a Monza siano caldi sulla questione, così ci ha risposto il sindaco quando gli abbiamo chiesto se gli uffici inaugurati sabato fossero già chiusi: «Credo di sì. Ma non dipende da me…».
Per la cronaca: sono già chiusi. Riapriranno a settembre.
Forse.
Michele Brambilla
(da “La Stampa“)
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