ANCHE IN GERMANIA SOVRANISTI IN ROTTA: L’AFD DELLA PETRY CROLLA IN POCHI MESI DAL 14% ALL’8%
LA LOTTA TRA LA MERKEL E SCHULZ ALLE POLITICHE DI SETTEMBRE MARGINALIZZA IL PARTITO XENOFOBO…. AD UNO A UNO, TUTTI I MITI DI SALVINI E DELLA MELONI CROLLANO INGLORIOSAMENTE
I sondaggi in Germania ribaltano uno scenario che fino a pochi mesi fa sembrava quasi scontato: Angela Merkel ha trovato un degno avversario alla corsa per la cancelleria tedesca.
La media dei sondaggi tedeschi evidenzia come l’Spd di Martin Schulz abbia superato la soglia del 30%, con il CDU-CSU costante al 32%.
Il vantaggio del partito della Merkel sarebbe attualmente solo dell’1,8%, ma la forza portata dalla novità della candidatura di Martin Schulz ha sparigliato le carte e ha riaperto la corsa per le prossime elezioni.
Secondo i sondaggi pubblicati dal “Polibarometer” il 49% dei tedeschi lo vorrebbe come cancelliere. Solo il 38% vorrebbe invece una riconferma della Markel.
Fra i leader tedeschi Schulz sembra quindi non avere rivali in termini di popolarità . Quello che la stampa internazionale ha chiamato “Effetto Schulz” ha permesso all’Spd di riguadagnare consistente terreno rispetto agli avversari storici del Cdu.
A fine 2016, il divario fra i due partiti sembrava quasi incolmabile, coi socialdemocratici ancora impegnati a capire quale direzione prendere dopo l’esperienza di governo con la Merkel.
Il ritorno di Schulz alla politica nazionale e la sua rinnovata leadership hanno costituito la svolta di cui il partito aveva bisogno per ritrovare se stesso: attenzione allo stato sociale, preoccupazione per il mondo del lavoro e un rilanciato europeismo sono solo alcuni dei fattori di questa ritrovata popolarità .
Le altre formazioni di sinistra hanno registrato un forte calo: GRUNE è ferma al 7,5% (-1,8%), mentre Die Linke è all’8,3% (-1,5%).
Con queste eventuali alleanze, l’Spd avrebbe potenzialmente i numeri per garantire la formazione di un governo a maggioranza socialdemocratica, ma i trascorsi fra i partiti in questione potrebbero minare la stabilità di un eventuale esecutivo. La corsa alle elezioni è ancora lunga, ma sicuramente la sinistra tedesca dovrà fare i conti per misurare le proprie forze e le proprie ambizioni.
La Cancelliera tedesca non dorme più sonni tranquilli. Se a dicembre il suo quarto mandato era uno scenario messo in discussione da pochi, oggi l’”effetto Schulz” ha completamente ribaltato la prospettiva.
Malgrado l’esperienza di governo apparentemente positiva, la Merkel continua pericolosamente a perdere consensi nell’elettorato in favore del leader socialdemocratico. Contrariamente alle previsioni di molti, l’alleanza stipulata con l’Spd per l’esecutivo di “larghe intese” si è rivelata controproducente per il Cdu: il ritiro di Sigmar Gabriel, attuale vice-cancelliere e contestato ex-leader socialdemocratico, e la rottura col passato provocata dall’ascesa repentina di Schulz, hanno colto di sorpresa il partito che stenta a trovare una risposta adeguata.
Sicuri del proprio vantaggio, i popolari tedeschi hanno puntato sui soliti cavalli di battaglia e sulla forte leadership della Merkel per tenere a bada l’Spd. Ma adesso che Schulz ha sfidato apertamente la Cancelliera sul suo stesso piano proponendo anche un modello di Europa differente dal suo, il sistema tenuto in piedi finora rischia pericolosamente di crollare.
La Merkel è quindi chiamata ad affrontare una competizione elettorale probabilmente più impegnativa di quanto si aspettasse, ma è decisamente presto per decretare già la sua sconfitta.
Come Schulz è riuscito a rialzare in pochi mesi l’Spd, così anche l’attuale Cancelliera ha tutte le carte in regola per mantenere alta la propria popolarità .
Elemento importante in questa prospettiva è il forte calo registrato da “Alternativa per la Germania” (Afd) : la formazione nazionalista e anti-europeista di Frauke Petry è crollata all’8% dal 14% di cui era accreditato fino a pochi mesi fa.
In pratica è stato abbandonato dal 40% del suo elettorato a vantaggio dei socialisti di Schulz.
Dopo Austria e Olanda, anche in Germania i partiti xenofobi sono in rotta.
Cambia il vento in Europa.
(da agenzie)
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