ANCHE MONTANARI HA DETTO NO: LA STORICO DELL’ARTE HA DUE BUONE RAGIONI PER NON FARE IL SOLDATINO DI DI MAIO
IN PRIMO LUOGO NON CONDIVIDE LA POLITICA SULL’IMMIGRAZIONE REAZIONARIA DEL M5S, IN SECONDO E’ CONTRARIO A MODIFICARE LE REGOLE SUL VINCOLO DI MANDATO… MA MONTANARI E’ PERSONA SERIA, NON UN SERVO
Luigi Di Maio ha praticamente chiuso la partita della squadra di governo. In ballo resterebbe solo la casella dell’Economia. Della partita non farà parte Tomaso Montanari.
Lo storico dell’arte era stato sondato per il ministero della Cultura. Dopo una serie di contatti, il dialogo era rimasto in stand by. Montanari ha posto delle clausole precise da cui far dipendere un suo eventuale coinvolgimento in un esecutivo a 5 stelle. Riguardanti le politiche sull’immigrazione. Ma non solo.
A quanto risulta all’Huffpost, a frenare definitivamente la possibile intesa è stato l’articolo 67 della Costituzione.
Quello che recita così: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
Inserire per legge una clausola anti trasformismo è uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle. Ma, culturalmente, Montanari proviene da un’area per la quale l’intangibilità del mandato elettorale è sacra.
Quando ha esposto il suo pensiero, la trattativa si è interrotta.
Il tema è talmente radicato nel bagaglio stellato che la seconda convergenza di governo proposta da Di Maio agli altri partiti non più tardi di giovedì, riguardava il vincolo di mandato, definito “l’unico vero antidoto alla piaga dei voltagabbana che ammorba il Parlamento da anni”, in realtà si vogliono solo servi fedeli.
Fine dei giochi.
Nella lista che il candidato premier presenterà la prossima settimana all’opinione pubblica, il nome di Montanari non ci sarà .
(da “Huffintonpost”)
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