ANCHE TEMPI (VICINA A CL) SCARICA BERNARDO E ATTACCA SALVINI: “LA SUA DERIVA E’ GROTTESCA”
UN EDITORIALE DURISSIMO SULLA RIVISTA: “SALVINI HA CONFUSO MILANO CON MILANO MARITTIMA, HA SCELTO UN CANDIDATO INADEGUATO PER NON METTERCI LUI LA FACCIA”
Un editoriale durissimo e che non lascia appello, pubblicato su Tempi – la rivista da sempre vicina alla potente Comunione e Liberazione – a firma di Luigi Amicone, che ne è stato fondatore e poi direttore per anni.
Il titolo è tutto un programma: “De profundis per Bernardo. Salvini ha confuso Milano con Milano Marittima”.
La disamina di Amicone farà discutere perché illustra pubblicamente quel che nel centrodestra in molti pensano e dicono a bassa voce: la candidatura di Luca Bernardo è inadeguata e il colpevole della certa sconfitta sarà in primis Matteo Salvini. Considerato che Amicone negli ultimi cinque anni ha seduto nei banchi di opposizione del Consiglio comunale milanese con Forza Italia, la bordata rende bene l’idea del clima interno alla coalizione.
Scrive Amicone, implacabile: “Forza Italia è l’unico partito della coalizione che ha mantenuto l’impegno a inserire il candidato nel proprio simbolo. Lega e Fratelli d’Italia, il nome ‘Bernardo’ non se lo sono neanche filati di striscio. I loro simboli elettorali a Milano sono quelli di sempre. Con i nomi dei rispettivi leader sparati a caratteri cubitali. E stop. Non si capisce neanche se sono a Milano per la Fiera o se competono sul serio. Ora – continua – è chiaro perché i grandi capi non ci hanno voluto mettere la faccia e dopo 28 anni di eroica militanza lumbard anche il buon Matteo ha evitato di candidarsi nella città che dice di adorare. Glielo aveva forse ordinato il dottore di non abbandonare alla sinistra il motore dell’Italia?”. Sembra quindi che “il centrodestra abbia deciso di perderla a mani alzate”.
Altra domanda che si pone Amicone: “Ma com’è potuto accadere che a soli tre anni dal pieno fatto alle elezioni politiche, il Matteo garibaldino, eroe del governo giallo-verde, abbia trascinato il centrodestra in una deriva tanto grottesca, senza neppure la resistenza di una Vandea, deriva di ritirata pura, preludio di sconfitta certa, fino al rischio di un cappotto generale alle amministrative?”.
Bernardo viene descritto come un appendino “su cui infilare la casacca civica. Ben si intende, come apparve sui tg nel giorno della sua presentazione al tempio della politica, stando bene attento il Capitano e Capitone ad avere la felpa in prima fila e l’appendino dietro le spalle. Sempre solo lui in primo piano. Lui, il Grande Timoniere. A favore di telecamera e di sudoku social”.
Le responsabilità del flop di un candidato che finora si è dimostrato non adeguato, ci tiene a ribadirlo Amicone, sono del leader della Lega: “Salvini ha voluto solo ‘civici’. Ed è stato irremovibile nel suo draconiano ‘no’. Voglio un candidato come dico io e lo voglio civico. Bravo Matteo. Ma, scusa, tu cosa sei? Un politico no? Dunque l’essenza della purità ‘civica’ secondo te – Capitano oh mio Capitano! – sarebbe questa: il politico che si sceglie il civico”.
Le due settimane che mancano al voto, per il centrodestra e soprattutto per Salvini che nella sua città aveva la prima e l’ultima parola con il resto della coalizione, rischiano insomma di trasformarsi in uno sticillicidio.
(da La Repubblica)
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