ANNIVERSARIO STRAGE DI BOLOGNA, TRE DIVERSE POSIZIONI NEL GOVERNO
NORDIO: “MATRICE NEOFASCISTA”… PIANTEDOSI: “RESPONSABILITA’ SONO CHIARE NELLE SENTENZE”… MELONI “TERRORISMO, SI ARRIVI ALLA VERITA'”
Giorgia Meloni non ce la fa. Nel giorno dell’anniversario della strage alla stazione di Bologna la premier parla di tutto: di “terrorismo”, di “violenza”, di ferocia, ma la matrice – il neofascismo – di quell’attentato che costò la vita a 85 persone non la nomina mai.
Stesso copione seguito dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Una ‘dimenticanza’ per niente casuale, che fa il paio con la volontà di FdI di istituire una commissione d’inchiesta sulle stragi. Un’operazione che secondo l’opposizione – politica ma anche civile – avrebbe l’obiettivo di mettere in discussione la verità processuale sulla strage per scagionare gli esecutori: i neofascisti, appunto.
«Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai governi precedenti», a dichiararlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando la strage di Bologna.
«Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento. Nel giorno dell’anniversario rivolgo ai famigliari il mio primo pensiero. A loro va vicinanza, affetto, ma anche il più sentito ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità, anche attraverso le associazioni che li rappresentano, in costante contatto con la Presidenza del Consiglio».
Le dichiarazioni di Meloni e quelle dei ministri Nordio e Piantedosi (più nette sulla matrice)
Nelle sue dichiarazioni Meloni evita di usare alcuni termini usati invece dal ministro della giustizia Carlo Nordio. «La strage alla stazione di Bologna è una ferita aperta per tutto il Paese e solo una verità senza zone d’ombra può portare ad un’autentica giustizia», ha dichiarato. «In sede giudiziaria è stata accertata la matrice neofascista della strage e ulteriori passi sono stati compiuti per ottemperare – come ebbe a ricordare il capo dello Stato – alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere».
Non solo, il ministro degli Interni in queste ore Matteo Piantedosi ha rilasciato un’intervista al Quotidiano Nazionale. Nella quale dice chiaramente «i processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità, ma restano ancora zone d’ombra. I risultati non esauriscono ma incoraggiano tutte le istituzioni ad andare avanti».
(da agenzie)
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