APPALTI MOSE, INDAGATO ANCHE L’EX MINISTRO ALTERO MATTEOLI
COINVOLTO NON PER IL MOSE, MA PER ALTRI INTERVENTI DI CARATTERE AMBIENTALE ESEGUITI DAL CONSORZIO VENEZIA NUOVA
Un altro nome eccellente figura tra il centanaio di indagati nella nuova inchiesta sugli appalti del Mose, la grande opera a difesa di Venezia da alte maree e allagamenti.
Si tratta di Altero Matteoli, ex ministro dell’Ambiente e successivamente ministro ai Trasporti.
Lo si apprende da fonti della Procura di Venezia, che ha indagato Matteoli nell’ambito del maxi procedimento che ieri ha portato agli arresti 35 persone, tra cui il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni che, secondo fonti del Comune, è stato sospeso dall’incarico, assunto per il momento dal vicesindaco Sandro Simionato.
Matteoli, secondo indiscrezioni, sarebbe entrato nel gioco di dazioni di denaro, in cambio di favori, costruito da Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, concessionario del ministero delle Infrastrutture per la realizzazione dell’opera, accusato di aver condizionato l’assegnazione dei lavori con la creazione di fondi neri da destinare al finanziamento illecito.
Il coinvolgimento di Matteoli non riguarda però le opere del Mose, ma altri interventi di carattere ambientale eseguiti sempre dal Consorzio.
Matteoli ha sempre smentito un suo coinvolgimento nella vicenda.
I provvedimenti della Procura veneziana hanno portato in carcere 25 persone, 10 ai domiciliari.
Gli interrogatori inizieranno tra oggi e domani.
Dalle oltre 700 pagine dell’ordinanza di arresto firmata dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza emerge l’affresco di un sistema illecito che per anni avrebbe visto imprenditori pagare ‘stipendi’ a politici e autorità incaricate di vigilare sulla correttezza dei lavori, per ottenere in cambio favori o per evitare controlli.
(da “La Repubblica“)
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