BAGNO DI FOLLA PER MARINO; “RIPENSARCI? NON VI DELUDERO'”
“DA QUESTA PIAZZA LA DETERMINAZIONE DI ANDARE AVANTI”… NOVE CONSIGLIERI E CITTADINI IN SCIOPERO DELLA FAME
“Mi date il coraggio e la determinazione di andare avanti. Mi chiedete di ripensarci? Ci penso e non vi deluderò”. Ignazio Marino intorno alle 13 sale sulla scalinata che affaccia su piazza del Campidoglio e arringa la folla dei suoi sostenitori riuniti a centinaia da prima di mezzogiorno, esplicitando l’ipotesi, solo suggerita in questi giorni, di ritirare le sue dimissioni da sindaco di Roma entro il 2 novembre, data in cui diventerebbero effettive.
“State scrivendo una pagina straordinaria di democrazia che più di tante parole sigla l’unione tra romane e romani e il suo sindaco – aggiunge – In questi due anni abbiamo strappato il cancro di parentopoli di chi da queste stesse scale si era presentato col saluto romano. Noi abbiamo portato le decisioni dai salotti cosiddetti buoni all’aria aperta. Abbiamo scelto sulla base del merito e delle competenze e non degli amici degli amici o sulla base delle tessere del partito” spiega difendendo il suo operato. “Certamente abbiamo fatto degli errori e me ne assumo le responsabilità – ammette – Ma chi entrando in una casa distrutta ha il dono dell’infallibilità ?” prosegue.
“Il 5 novembre comincerà un processo storico (quello di Mafia capitale, ndr) che porterà alla sbarra coloro che hanno sfruttato i poveri. Noi come Comune saremo parte civile” ribadisce.
Poi attacca: “Ci siamo sicuramente fatti dei nemici. Qualcuno vorrebbe fermare questo percorso di cambiamento, proprio adesso che la città può ripartire”. Galvanizzato dai “suoi” annuncia: “Voi chiedete di ripensare alle dimissioni. Non vi deluderò. La politica non si esercita nelle stanze chiuse ma nelle piazze. Dobbiamo chiedere un confronto a tutti gli eletti”.
A cominciare dal “Partito Democratico, Sel, e Lista Civica”.
“Noi non inseguiamo sogni, noi sogniamo il futuro della nostra città che è la capitale d’Italia. Noi siamo realisti – conclude citando Che Guevara – e vogliamo l’impossibile”.
Poco prima i suoi sostenitori avevano srotolato sulla scala d’accesso al Campidoglio un grande striscione con scritto “Daje più forte” (lo slogan della campagna elettorale del sindaco era “Daje”) sotto al simbolo della lista civica Marino.
Tanti i palloncini colorati, rossi verdi e bianchi, le fasce tricolori da primo cittadino distribuite alle centinaia di manifestanti, le scritte ‘#IostoconMarino’, ‘Marino ripensaci’, ‘Avanti tutta sindaco’, ‘Noi con Marino voi con padrini. Marino ripensaci daje’. C’è chi mostra i cartelli ‘Oggi sono in Campidoglio e il mio sindaco rivoglio’, ‘Marino Roma è stata defraudata ma non da te’, chi ha indossato mega lettere per formare la parola “legalità “.
Una signora ha stampato su un cartoncino l’immagine di E.T., l’alieno protagonista del film di Spielberg, accompagnandola con la frase ‘Sono marziana, Marino ripensaci’. Un altro, residente a Ostia, da marziano si è addirittura mascherato.
E in piazza è spuntato anche un ‘serpentone’ bianco con 53mila firme: decine e decine di pagine tutte legate una all’altra con dello scotch.
Tra i volti, come già nella scorsa manifestazione, il parlamentare Pd Marco Miccoli che dice: “Marino ha sempre sofferto il rapporto con il partito e non è stato sostenuto a dovere”. Lo stesso umore che emerge dalla piazza che non le manda a dire al Pd, “reo di averlo in questi mesi abbandonato e all’ultimo sfiduciato”.
Dopo le parole del sindaco dal partito romano trapela irritazione: “Per noi è una fase chiusa, stiamo già lavorando al dopo”.
Ora, se Marino dovesse tornare indietro sulle dimissioni o andare a una conta in aula, per il Pd si profilerebbe il piano B, visto che il sindaco e il partito sono ai ferri corti: le dimissioni in blocco di almeno 25 consiglieri o una mozione di sfiducia che avrebbe però tempi più lunghi. Così come la decisione di non votare il bilancio.
Non solo sit-in.
Uno sciopero della fame a staffetta per convincere Ignazio Marino a ritirare le dimissioni da sindaco di Roma.
E’ l’iniziativa di nove cittadini e consiglieri municipali che hanno scritto una lettera al primo cittadino uscente: “Caro Ignazio, sindaco che noi, noi il popolo, non i partiti, abbiamo eletto: al quinto giorno di sciopero della fame veniamo in piazza del Campidoglio a portarti una vicinanza che non è solo un gesto di affetto, ma la pretesa da parte tua di un atto di responsabilità ” scrivono.
Pure loro, dunque, sono scesi in piazza per chiedere a Marino di “ripensarci, di tornare sui suoi passi e ritirare le dimissioni” (#MarinoRipensaci è anche l’hashtag dei manifestanti). I supporter del sindaco-chirurgo si sono riversati sotto al Marc’Aurelio per incoraggiarlo ad andare avanti.
Anche nella lettera dei nove supporter più radicali, l’appassionata esortazione è la stessa: “Ritira le dimissioni, ed onora l’Aula che fu di Mazzini, Garibaldi, Nathan e Petroselli con un dibattito sotto gli occhi dei cittadini”.
Seguono le firme: Davide Tutino, vicepresidente del Consiglio del Municipio VII di Roma, radicale eletto nella Lista Civica Marino (in sciopero della fame dal 20 ottobre), Laura Reali, delegata Asl del sindaco, Emilia Lanave, assessore alle attività produttive in II Municipio, Franco Giacomelli, Radicale, fondatore dell’associazione Mare libero (in sciopero della fame ieri e oggi), Stefano Vitelli, dipendente comunale (in sciopero della fame ieri), Maria Laura Turco, avvocato, maratoneta e Gianni Colacione, direttore di Liberi Tv, Claudio Izzi (in sciopero della fame il 22 e il 23 ottobre) e Paolo Izzo, scrittore (in sciopero della fame da ieri).
Viola Giannoni
(da “La Repubblica“)
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