BASSOLINO CANDIDATO DEL PD A NAPOLI? LUI COMINCIA A CREDERCI
CHE SUCCEDE NEL PD E NELLE ALTRE COALIZIONI
Non c’è due senza tre?
Dopo i grandi ritorni di due noti sindaci della primavera del 1993, Leoluca Orlando a Palermo ed Enzo Bianco a Catania, la strada per il “Bassolino parte terza” sembra farsi in discesa.
Almeno nel centrosinistra dove, a pochi giorni dall’assemblea provinciale Pd (convocata il 29 con le primarie all’ordine del giorno), non è stato ancora trovato un nome forte e condiviso in grado di correre come candidato unico del partito.
Sembra un po’ il replay dell’anno scorso, quando il Pd le provò tutte per impedire la corsa a governatore dell’altro grande vecchio della sinistra campana, Enzo De Luca: le primarie furono rinviate varie volte, e alla fine si tennero ugualmente dopo una defatigante ricerca del “nome forte” per farle saltare.
Una ricerca che vide impegnati anche i vertici nazionali del Pd, ma che si scontrò contro mille ostacoli.
Stavolta dovrebbe (il condizionale è d’obbligo quando si parla di vicende campane) andare diversamente.
Le primarie quasi certamente si terranno il 7 febbraio (insieme a Milano e forse a Roma), e Bassolino, che ancora ufficialmente non si è pronunciato, sarà della partita.
“Eravamo in pochi a volere le primarie, ancora qualche settimana fa”, ha twittato nelle ultime ore.
“Ora siamo in molti. Bene, avabti con intelligente determinazione”. Potrà contare su due elementi di forza: il giudizio complessivamente positivo di buona parte della città per i suoi anni da sindaco e l’assenza di una nuova classe dirigente del Pd napoletano in grado di conterdergli la vittoria.
Un enorme vuoto politico da riempire. Della serie: la parte del Pd che vorrebbe aprire una pagina nuova deve per forza trovare un candidato della società civile, magari un accademico di fama, perchè dentro il partito, nei quattro anni di opposizione a De Magistris, non è nata una nuova leadership.
Anzi, il partito si è sempre più balcanizzato e nell’ultimo sondaggio Ipr Marketing è sceso al 14%, meno della metà dei voti delle europee 2014.
Insomma, il rischio di non arrivare neppure al ballottaggio, e per la seconda volta di fila dopo il 2011, è più che concreto.
E anche così si spiega la scarsa veemenza con cui chi non vorrebbe Bassolino gli si sta opponendo.
E così le primarie, che nel 2014 furono considerate come un male da evitare, un anno dopo appaiono quasi a tutti come “una occasione per allargare il consenso intorno al Pd”. Lo dice chiaramente Francesco Nicodemo, giovane renziano della prima ora: “Se non si trova un Maradona che mette tutti d’accordo, e ad oggi non c’è, le primarie sono una occasione importante per allargare il quadro. Auspico che ci siano in campo diverse visioni di città , che ci si confronti sul merito, non sullo schema vecchio contro nuovo”.
Certo, c’è sempre la variabile De Luca: il governatore e storico avversario di Bassolino, che vede come un male il ritorno in sella del rivale.
E tuttavia gli uomini forti di De Luca a Napoli, il deputato Massimiliano Manfredi e il capogruppo in Regione Mario Casillo, non sembrano orientati a boicottare le primarie. Ma si riservano entro fine novembre la ricerca di un nome che possa ragionevolmente contendere la vittoria all’ex sindaco.
Le ricerche finora non hanno dato buon esito: un contatto con il medico Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista assassinato dalla camorra, ha dato esito negativo.
Il profilo però resta quello: una “personalità esterna che porti un valore aggiunto al Pd”, spiegano dal fronte non bassoliniano.
L’alternativa potrebbe essere un candidato under 40, magari proveniente dalla Fonderia lanciata da Nicodemo con Pina Picierno e Gennaro Migliore nel 2014.
“Possibile, ma non sarò io il candidato”, spiega Nicodemo ad Huffpost. Uno dei nomi che circola — ma estraneo al gruppo della Fonderia- è quello del deputato Leonardo Impegno, classe 1974, già presidente del consiglio comunale col sindaco Iervolino.
Bassolino intanto incassa sul piano personale l’assoluzione dall’accusa di omissione in atti d’ufficio in relazione alla gestione dei rifiuti durante l’emergenza in Campania.
Proprio nei giorni in cui l’ex Governatore sta lavorando a ricostruire la sua rete di relazioni, in verità mai interrotte, partendo dal mondo extrapolitico che lo sostenne nel 1993: una pre-campagna più esterna al Pd che tra i dirigenti di partito.
Compare sempre più in giro per la città : dal teatro San Carlo ai convegni, alle presentazioni di libri.
E in ogni occasione riscuote un certo calore da parte del pubblico. “Sarà una battaglia almeno tra quattro forze che in partenza non hanno differenze incolmabili tra loro. Dipende dalla campagna elettorale, dai candidati, sette otto mesi sono un’eternità , si smuovono montagne”, ha detto nei giorni scorsi a un evento dei Giovani dem.
“Si avverte un bisogno di politica. Saranno i cittadini a dirci cosa e chi è vecchio e cosa è nuovo. Bisogna correre per vincere. Senza primarie, il Pd non partecipa neanche alla gara”.
Un calore che invece manca nel partito, dove solo l’europarlamentare Massimo Paolucci (che era uscito dal Pd nei mesi scorsi in polemica con l’inquinamento delle primarie per le regionali da parte di “interi settori del centrodestra”) lo sostiene apertamente.
Più tiepidi la deputata Valeria Valente e Andrea Cozzolino, sconfitto da De Luca alle ultime primarie campane.
Domenica Bassolino ha visto a Ercolano il capo della minoranza dem Roberto Speranza, nelle prossime ore potrebbe incontrare Massimo D’Alema in arrivo a Napoli per un convegno. Ma la dinamica minoranza-minoranza non è la chiave giusta per leggere la magmatica realtà politica partenopea.
Anche se, va detto, il premier rottamatore, come nel caso di De Luca, non è affatto contento della corsa di un grande vecchio del passato.
Anche se Bassolino lo ha sostenuto nel 2013 nella corsa alla segreteria Pd.
Raccontano che Renzi stia cercando di spingere i suoi uomini sul territorio a trovare una valida alternativa. Del resto, le comunali 2016 sono una prova del fuoco delicatissima per il premier. Che rischia di pagare a caro prezzo lo scarso controllo del partito a livello locale. Una delle ipotesi che circola da alcune settimane al Nazareno è quella di regolamentare le primarie: far votare solo gli iscritti agli albi degli elettori in modo da fermare i candidati sgraditi.
Oltre al Pd, lo scenario delle elezioni napoletane appare molto frastagliato.
Il sindaco De Magistris è in risalita, dopo l’assoluzione al processo Why Not, è in pole position per l’accesso al ballottaggio ma rischia di pagare l’eccesso di politicizzazione della campagna, più contro il governo Renzi che sui temi della città .
I grillini sono forti nei sondaggi, ma divisi al loro interno tra chi, come Roberto Fico (e Casaleggio) vuole una corsa in solitaria anche con un candidato poco noto e una grossa parte dei militanti napoletani che insiste per un’alleanza con De Magistris, a cui anche il sindaco sta lavorando alacremente.
A destra regna ancora il caos.
Gianni Lettieri, candidato sconfitto nel 2011, insiste per ricandidarsi, sostenuto dall’ex governatore Caldoro, ma buona parte di Forza Italia non lo vuole e lo stesso Berlusconi preferirebbe Mara Carfagna.
Il gruppo Noi con Salvini e Fratelli d’Italia insistono per le primarie. Insomma, non c’è ancora neppure una coalizione.
Per questo Bassolino inizia a crederci al ballottaggio contro De Magistris, per giocarsela tra due ex sindaci.
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply