BASTA “MUSSE” SU GENOVA, GLI SFOLLATI PERDONO LA PAZIENZA E URLANO A TONINELLI: “NON RACCONTATECI BALLE”
MENZOGNE PRESENTI ANCHE NEL DECRETO: IL COMMISSARIO BUCCI DENUNCIA UN BUCO DA 200 MILIONI
Gli applausi del giorno dei funerali, in meno di un paio di mesi, si sono trasformati in fischi e contestazioni.
Il passo fiero e deciso del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli è stato azzoppato da un corteo di commercianti e sfollati di Genova che questa mattina gli è andato incontro gridando: “Non raccontateci bugie”.
E il concentrato di bugie, secondo i manifestanti, è nelle pagine del decreto che non rispetterebbe le promesse fatte sull’onda dell’emotività dopo il crollo del ponte Morandi.
Decreto criticato anche, ironia della sorte, dal commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci oggi in audizione alla Camera che ha lamentato i pochi soldi stanziati e anche le promesse disattese tra cui le assunzioni che sono state dimezzate.
Davanti agli abitanti sempre più sfiduciati, il governo giallo verde sta pensando a modifiche sostanziali da apportare in Parlamento. I gruppi M5s e Lega stanno già studiando le proposte da presentare ma bisogna fare i conti con le coperture finanziarie, ci sono state già mille difficoltà affinchè la Ragioneria licenziasse il provvedimento, e con il pericolo dei ricorsi.
A conti fatti l’esecutivo ha capito che servono 200 milioni in più per rispettare gli annunci, risollevare le aziende in ginocchio, dunque non solo risarcirle ma farle anche ripartire, e far riavere agli sfollati una casa.
Bucci parla di “120 ai 140 milioni in più” di cui “90 milioni circa servono per gli sfollati mentre la demolizione del ponte viaggia sui 300/350 milioni”. Ma fonti ben informate parlano di una cifra più alta.
A proposito di demolizione c’è un problema che riguarda i tempi. “Quel che resta del ponte Morandi è ancora di Autostrade per l’Italia. O lo espropriamo o si revoca la concessione ad Aspi. Una volta che la legge spiegherà come riavere il ponte, potremo operare”, ammette il sindaco-commissario.
Una data dunque non c’è, se non quella di ottobre prossimo annunciata sul palco di Genova quando il 14 settembre scorso sono state ricordate le 43 vittime a un mese dal crollo del ponte. È sotto gli occhi di tutti che non sarà possibile ricostruire l’intera struttura in un anno e i paletti così stretti messi nero sul bianco nel decreto complicano anche l’inizio dei lavori e aumentano la possibilità di sanzioni.
Di certo nell’immediato servono i soldi per gli espropri per entrare in possesso delle aree su cui fare la ricostruzione, ma per far questo è necessario che il decreto stanzi subito le risorse. Parola di Bucci. Ecco perchè il costo lieviterà e un altro scontro con la Ragioneria è pronto ad aprirsi.
(da “Huffingtonpost”)
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