“BERLINO RESTERA’ PER IL RIGORE, NON VUOLE GUAI”: INTERVISTA AL GERMANISTA ANGELO BOLAFFI
“NON BASTA LA MAGLIETTA DI MARIO GOMEZ PER FAR CAMBIARE IDEA AL GOVERNO TEDESCO”
«Mi sarei stupito del contrario» diceva ieri sera Angelo Bolaffi dopo avere letto che Angela Merkel e il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schà¤uble hanno ribadito a Matteo Renzi la necessità di andare avanti con la politica del rigore.
«Non basta la maglietta di Mario Gomez per fare cambiare idea al governo tedesco – dice il professore, germanista, uno dei massimi esperti del rapporto tra Roma e Berlino – . I tedeschi sono convinti che il grande spazio europeo si costruisca omogeneizzando i criteri con i quali mantenere la stabilità del Continente. La loro diagnosi è diversa dalla nostra, non pensano che alla base delle difficoltà ci sia il rigore, anzi».
Ma a Berlino interessa che Renzi faccia le riforme oppure basta che l’Italia sia stabile, che non crei guai sui mercati?
«In prima istanza non vogliono guai. Ma sanno anche che se il governo italiano non farà riforme serie prima o poi i guai arriveranno. Dato il livello di integrazione delle economie italiana e tedesca, per loro è essenziale che noi cambiamo. Il rapporto è così stretto che un problema da noi è un problema per loro. E ne hanno piena coscienza».
Crede in un asse anti-austerità tra Roma e Parigi?
«No. L’intellettuale francese Alain Minc dice che un’alleanza dei Paesi mediterranei in senso antitedesco fa ridere: firmato il patto, ognuno correrebbe a telefonare a Berlino. La realtà è che ancora oggi Parigi tiene al rapporto con la Germania in modo ossessivo, non ci può rinunciare e non lo farà . Piuttosto, penso che possa esserci un rapporto particolare tra Italia e Germania, non sostitutivo dell’asse franco-tedesco ma comunque positivo, come lo è stato in passato. Spero che Renzi colga l’importanza del rapporto con la Germania, per noi di grande utilità ».
Il partito antieuro Allianz fà¼r Deutschland, dato in crescita nei sondaggi delle elezioni europee, potrebbe fare cambiare posizioni a Frau Merkel sull’austerità ?
«Ammesso che qualche effetto lo possa avere, semmai spingerà la signora Merkel a essere ancora più rigorosa, dal momento che è un partito che chiede più rigore. Ma penso che la cancelliera non si preoccupi di Allianz fà¼r Deutschland».
Corre una teoria secondo la quale Renzi farebbe bene ad abbandonare i vincoli europei perchè tanto si tratta di politiche che salteranno dopo le lezioni europee di maggio, dove avranno un successo le forze anti Europa.
«Non sono convinto che l’antieuropeismo mobiliti più di tanto. Ma, al di là dei risultati, non è pensabile che la Germania cambi strada sul tema della stabilità economica e finanziaria. Nel 2011 aveva la possibilità di uscire dall’euro e non l’ha fatto: da allora ha deciso che l’Europa si sarebbe salvata seguendo il modello tedesco, che poi vuole dire i trattati di Maastricht e di Lisbona. Per Berlino, è l’unico modo di salvare l’Europa e su questo andrà avanti: gli elettori tedeschi hanno appena confermato questa linea. Renzi sbaglierebbe a pensare che possano cambiare idea».
Merkel e Renzi hanno parlato anche di Ucraina. Pure nel rapporto con la Russia, sembra che la Germania debba prendere la leadership dell’Europa, suo malgrado.
«Negli ultimi tempi, la cancelliera ha cambiato posizione in maniera decisa sulla Russia, è molto più dura. Questa è una novità che rivoluziona tutto. Cent’anni dopo la prima guerra mondiale, pare che in Europa torni il dilemma tra pace e guerra. E tanto la crisi economica che quella geopolitica pongono la questione dell’inevitabile egemonia tedesca. La Germania deve decidere cosa fare da grande e a me pare che Frau Merkel lo abbia deciso. Ha capito che il pericolo posto dalla politica di Putin, mossa dalla sindrome della Guerra Fredda, è considerevole: la cancelliera ha un’origine nella Germania Est e di fronte a ciò è estremamente sensibile».
Renzi dovrebbe seguire Berlino anche in questo?
«Una vecchia tradizione della diplomazia italiana è quella di stare, nei momenti di crisi, dietro alla Germania. Non mi pare una cattiva idea, nemmeno in questo caso».
Danilo Taino
(da “il Corriere della Sera“)
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