BERLUSCONI MEDITA IL COLPO CLAMOROSO: APPOGGIARE TOSI IN VENETO
INFASTIDITO PER GLI ATTACCHI DI SALVINI E LA PIEGA POPULISTA DELLA LEGA, SILVIO NON ESCLUDE DI ALLEARSI CON IL SINDACO DI VERONA
Berlusconi si è proprio rotto di questo «goleador», i cui atteggiamenti iniziano a ricordargli quelli di Balotelli, la «mela marcia» che temeva potesse rovinare l’armonia nello spogliatoio rossonero.
E se da presidente del Milan ci mise del tempo prima di liberarsi del giocatore, da leader di Forza Italia sta esaurendo la pazienza verso il segretario del Carroccio, quella «testa matta» – è la sua definizione – che gioca per sè irridendo persino la squadra.
Non gli va giù il modo in cui Salvini lo tratta, insomma.
Così venerdì, dopo essersi sentito etichettare come un leader «del passato», ha deciso che era giunto il momento di reagire.
E quando ad Arcore, durante una riunione sulle Regionali, gli hanno chiesto se l’eventuale candidatura di Tosi in Veneto fosse un’opzione da scartare, ha risposto d’istinto: «No, no. Questo asso teniamolo nel mazzo…».
È da vedere se davvero Berlusconi romperà con il segretario della Lega per allearsi con il sindaco di Verona.
Sarebbe un evento clamoroso, non solo perchè con Zaia – che è stato suo ministro – ha un ottimo rapporto, mentre con Tosi ci sono vecchie storie tese.
Ma il problema è Salvini, la sua linea, gli atteggiamenti che proprio non gli piacciono. L’altro giorno, a pranzo con il presidente del Ppe Daul, ha fatto una tirata dopo che l’ospite gli aveva raccomandato l’unità del centrodestra alle prossime elezioni: «In Francia abbiamo perso praticamente dappertutto per questo problema».
«E io mi sto impegnando», ha replicato il leader di Forza Italia: «Io dico che dobbiamo andare tutti insieme, però Salvini…».
E giù una collezione di apprezzamenti: «Non mi piacciono i suoi toni arroganti, non mi piace il suo populismo, non mi piace la deriva estremista che ha fatto prendere alla Lega».
Pensava di applicare con l’uomo in felpa lo stesso metodo adottato con il ragazzo in maglietta, che trangugiò a Milanello nella speranza gli facesse gol.
Ma quella è la sua squadra, questo invece è un altro partito, con un altro capo, peraltro assai diverso da Bossi.
E allora, visto che Salvini continua a comportarsi come Balotelli, il presidente (di Forza Italia) ha deciso di dargli un avvertimento, strizzando l’occhio a Tosi.
Di lui gli hanno parlato a tavola alcuni fedelissimi, «in Veneto ha la Chiesa che lo sostiene».
Di lui ha letto venerdì una nota, nella quale il sindaco di Verona sosteneva che «se Berlusconi si candidasse alle primarie del centrodestra, le vincerebbe».
Un vero e proprio controcanto a Salvini, che poche ore prima aveva liquidato l’argomento: «Berlusconi non può essere più leader».
Quella dell’ex premier sarà una mossa tattica, presto lo si capirà , perchè l’idea di tenere «l’asso nel mazzo» potrebbe servire a provocare una reazione nella Lega.
Soprattutto in Zaia, che da candidato in Veneto è esposto per quanto sia favorito, e che avrebbe vinto senza far nemmeno campagna elettorale se solo avesse potuto ripresentarsi con la stessa squadra di governo regionale.
Non a caso Tosi, che promette di far danni nella Lega, si è espresso in quel modo verso Berlusconi.
In politica nulla è fatto gratis, e c’è un motivo quindi se il sindaco di Verona ripete che «bisogna riunificare il centrodestra», se anche Alfano prova a verificare le reali intenzioni del «dottore» e gli offre una sponda: «Quando Tosi sceglierà se candidarsi, valuteremo. Certo, se Forza Italia ci stesse, potremmo condividere una candidatura in Veneto».
È chiaro che su al Nord non è in gioco (solo) una poltrona da governatore ma si sperimentano i futuri assetti di quello che fu il campo dei moderati.
E il ministro Lupi esorta Berlusconi a fare ciò che sempre ha fatto: «Dalla nascita del Pdl, all’idea del governo delle larghe intese, fino al patto del Nazareno, ha avuto sempre l’intuito per costruire progetti importanti, tranne poi interromperli. La storia gli offre ora un’altra possibilità , riproponendolo davanti a un bivio: può essere protagonista di un progetto nuovo o decidere di percorrere la strada segnata da Salvini».
In effetti, per una mano, Berlusconi può tenere il banco al tavolo del centrodestra.
E dal mazzo per il momento non ha ordinato di scartare Tosi: «No, no. Teniamolo».
Francesco Verderami
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