BERLUSCONI: “MI CHIEDO SE RESTERO’ IN CAMPO”
PDL NEL CAOS: RESPINTE LE DIMISSIONI DI BONDI, ALFANO NON INTENDE AZZERARE I VERTICI… SILVIO ATTACCA LA STAMPA: “IL NUOVO PREDELLINO? NO UN ALTRO SGAMBETTO”
Quasi due ore di vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito.
A via del Plebiscito arrivano, oltre al segretario Angelino Alfano, i coordinatori e i capigruppo del Pdl. Sul tavolo la crisi del Pdl . Accentuata dai disastrosi risultati elettorali .
Oltre alle prossime mosse per il futuro del partito il Cavaliere ha trovato sul tavolo anche le dimissioni di Sandro Bondi. “Io e Alfano le respingiamo”, ha detto il Cavaliere lasciando la riunione per volare a Bruxelles, dove è atteso al vertice del Partito popolare europeo.
Irato Alfano. “E’ in atto un tentativo chiaro di avvelenare i pozzi – dice il segretario del Pdl che nega l’ipotesi di un azzeramento dei vertici del partito – Non ci saranno smottamenti del gruppo dirigente”.
Papabile, però, l’amarezza di Bondi: “Mi dimetto non perchè reputi di avere delle colpe particolari, anzi sono persuaso di avere svolto il mio impegno con assoluta trasparenza, ma soprattutto per sottrarmi ad attacchi e denigrazioni personali che fanno parte della peggiore politica”.
Sulle annunciate novità (nuovo nome? nuovo partito?) l’ex premier resta abbottonato e se la cava con una battuta: “Un altro predellino? No, un altro sgambetto…”.
Poi, da Bruxelles, il Cavaliere torna a parlare: “Montezemolo l’ho visto una sola volta ma non può stare che con i moderati”. Arriva a questo punto l’attacco a Repubblica: “Non c’è assolutamente nulla all’interno del partito che corrisponda alla situazione dipinta da ‘Repubblica’, che sappiamo essere un giornale ostile al partito”.
Resterà in campo?, chiedono i giornalisti: “Questo me lo domando anche io”.
E il Pdl? “Stiamo ragionando su cosa fare, il risultato elettorale non mi ha sorpreso” continua, indicando nella scelta “degli alleati” di andare da soli “l’errore fondamentale” che ha portato al deludente esito.
Solo una battuta su Grillo: “E’ figlio dell’antipolitica. E’ una bolla che dà un segnale a chi fa politica”.
Battute del Cavaliere a parte la tensione nel Pdl resta alta.
Basta leggere le parole dell’ex ministro Claudio Scajola: “E’ andata malissimo, è tempo di cambiare”.
Per Scajola il risultato del Pdl alle elezioni amministrative “deve portare a una accelerazione dei moderati. Non possiamo aspettare”.
Per questo l’ex ministro propone di ricominciare da zero “con un nuovo soggetto politico, un’identità precisa e un progetto. Tornare tra la gente. Siamo stati chiusi per troppo tempo nelle nostre stanze”.
E al segretario del Pdl arriva l’appoggio di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera. “Se non prendiamo coscienza che il problema fondamentale è quello della linea politica andiamo dietro solo a diversivi. Detto tutto ciò, reputiamo che Alfano sia la personalità politica in grado di portarci fuori da questa situazione di difficoltà “.
Ma un forzista della prima ora come Giancarlo Galan alza i toni: “Darei qualche consiglio a Berlusconi per uscire dal pantano: punto primo, cambiare nome al partito. Secondo: cambiare facce con giovani persone che abbiano la credibilità per sostenere . Punto terzo, un programma nuovo. Quarto: cambiare forma del partito pechè le tessere non vanno bene da noi. Infine parli con Montezemolo”.
Sarà , ma dall’ex An Altero Matteoli arriva una ricetta diversa: “Non so quale sarà la grande novità politica annunciata da Alfano, ma non è Montezemolo”.
(da “La Repubblica”)
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