BERLUSCONI RASSICURA I FALCHI: “ANGELINO LO ASPETTO AL VARCO”
NON C’E’ PACE NEL PDL: DOPO LO STRAPPO DEI 24 SENATORI VICINI ALLE COLOMBE, ORA SONO I FALCHI A MINACCIARE LA SCISSIONE
“Di questi non mi fido più. Ma dobbiamo attendere il voto sulla decadenza. Li aspetto al varco, Alfano e gli altri, voglio vedere se sono con me o contro di me”.
Più che una dichiarazione di guerra è una frenata. È l’estremo tentativo di tenere insieme un partito sul punto di esplodere.
Chiuso ad Arcore, Silvio Berlusconi invita alla “calma” tutti quelli che riescono a contattarlo.
È una doppia scissione quella che l’ex premier vede realizzarsi. E di fronte alla quale non trova “la via d’uscita”.
Perchè dopo settimane in cui ha ragionato sulla rottura delle colombe di Alfano in caso di sfiducia al governo, è arrivato pure l’ultimatum soft dei falchi: “Se ti riprendi il partito siamo con te — è il messaggio — e vogliamo stare con te ma se arrivati al dunque non decidi, noi rompiamo con questo governo. Non puoi chiederci si stare con Alfano”. Fitto&Co sono pronti. Anche su una legge di stabilità che considerano una “schifezza”. Perchè la convivenza con Alfano è diventata impossibile.
È avvolto da una nuvola di odio e sospetto la battaglia interna al Pdl. Con i nervi che saltano a ogni intervista.
Ecco il cortocircuito di giornata, il “ricatto” delle colombe: il ministro Quagliariello classifica Berlusconi alla voce “padre nobile”; la senatrice Bonfrisco lo accusa di essere un campione di tradimento.
E il gruppo di Alfano al Senato dirama un documento con 24 firme in calce per ribadire la fiducia al governo.
E per ricordare che, dal 2 ottobre in poi, c’è una maggioranza autosufficiente. Senza Berlusconi.
E’ un crescendo. Con Bondi che chiede ad Alfano e Schifani di dissociarci. E Cicchitto che evoca lo stalinismo.
È di fronte a questa “doppia scissione” che Berlusconi chiede tempo. Per portare il partito unito al voto sulla decadenza.
Tanto che ha rimandato il suo rientro a Roma, non avendo una soluzione. E ha rimandato pure un ufficio di presidenza che inizialmente aveva intenzione di convocare per il week end, con all’ordine del giorno il grande lancio di Forza Italia.
Il Cavaliere non si fida più di Angelino. Lo osserva con sospetto.
E da quando ne segue le mosse con occhio critico gli piace sempre meno. Ogni giorno il rapporto tra i due si arricchisce di nuovi veleni.
Gli ultimi sono contenuti in un report arrivato sulla scrivania del Capo sulle presenze televisive.
E dice che ormai nei tg e nelle trasmissioni Rai, a partire da Porta a Porta, Alfano ha militarizzato le ospitate.
Per dirne una: Fitto sarà a Porta a Porta giovedì, dopo una sfilata di Alfano boys, dalla Lorenzin alla De Girolamo, da Brunetta a Lupi. E pure sulle reti Mediaset il partito suggerisce gli uomini di Angelino.
È questo il clima. Ma Berlusconi ha ancora deciso. La pancia dice “rottura”.
Ne ha parlato più volte con Fitto, condividendo la sua analisi. Il problema si chiama “voto”: mentre i falchi considerano “politicamente” utile un ritorno all’opposizione, Berlusconi non è convinto.
Perchè è vero che nascerebbe un governo più debole di quello Prodi. Ma rischia di essere sufficiente a far male davvero a uno che sta per uscire dal Parlamento. E che ormai convive con l’incubo dell’arresto.
Eccolo quello che nell’inner circle chiamano “ricatto” delle colombe.
“Tempo”, allora. E’ la parola chiave, fino al voto sulla decadenza: “Voglio vedere come si comporta Alfano” ripete il Cavaliere ai suoi. Ai falchi, per rinviare la rottura. Alle colombe, per tastare la fedeltà (o l’infedeltà ). L’idea è di portarli uniti nel nuovo vecchio partito (Forza Italia) affidando ai nuovi organigrammi quell’unità che politicamente non c’è più.
Ma pure su quello una quadra non c’è. E pure su quello il Cavaliere prende tempo.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply