BERLUSCONI TEME IL RISCHIO ASTENSIONE, VOTANTI SOTTO IL 60% E SBOTTA : “NON DOVEVO FARE IL PDL”
SI RIAPRE IL CONFLITTO CON FINI: “ERA MEGLIO TENERCI FORZA ITALIA”…E FINI RIBATTE: “IL PDL E’ SOLO BANDIERINE, VELINE E SLOGAN, NESSUNA STRUTTURA E RADICAMENTO SUL TERRITORIO, TROPPA COMMISTIONE TRA POLITICA E AFFARI: SOLO SILVIO E’ CONVINTO CHE VADA TUTTO BENE”
Scatta l’allarme in via del Plebiscito, a Roma: i report a disposizione del Cavaliere parlano di una quota di votanti sotto il 60% ed è noto che il centrodestra soffre terribilmente quando si abbassa la soglia degli elettori.
Gli stessi dati settimanali del sondaggista Ipsos vedono ora il Pdl al 36,6% (e la Lega ferma al 10,1%), sui livelli delle europee, ben lontano da quel 39,5% raggiunto sull’onda emotiva dell’aggressione al premier a Milano.
Il dilagare di episodi di corruzione che hanno investito il Paese, le notizie continue di arresti di esponenti politici collusi, la vicenda Protezione civile, le proteste dei cittadini dell’Aquila, stanno creando un rifiuto ad andare a votare in molti italiani, disgustati dalla Casta dei partiti e dalle promesse mancate del governo.
L’opposizione non gode certo di buona salute, è ancora in convalescenza, ma i campanelli di allarme si moltiplicano.
Riesplode la polemica tra Berlusconi e Fini, troppo distanti le rispettive concezioni del partito e dell’azione di governo.
Ieri il premier ha dichiarato ai suoi: “Era meglio tenerci Forza Italia, il Pdl è un esperimento fallito, avevo fatto male i conti”.
E sul presidente della Camera ha sbottato: “Pensavo di potermi fidare, non perde occasione per attaccarmi, è il momento di dire basta”.
L’ultimo distinguo è stato sui magistrati di Firenze che indagano sulla gestione della Protezione civile: “si dovrebbero vergognare” secondo il premier, l’opposto per Fini.
Ai suoi collaboratori Fini ha invece detto che “il Pdl è solo un cartellone elettorale, solo bandierine, veline e slogan, nessuna struttura e radicamento sul territorio, con una pericolosa commistione tra politica e affari. E’ ridotto malissimo e il problema è che Silvio è convinto che vada tutto bene”.
Facile capire che dopo le Regionali si assisterà a nuovo scontro tra i due co-fondatori del Pdl.
Fini vorrebbe un partito proiettato nel futuro: “All’estero la destra è attenta alle novità : penso al programma della Merkel, se dicessi al Pdl di discutere di quei temi , qua mi darebbero subito del comunista”.
E ancora: “Hanno proposto di fare un test a punti per il permesso di soggiorno: gli immigrati conoscono la Costituzione? A me piacerebbe farlo alla Camera, una buona parte dei parlamentari non conosce neppure i primi cinque articoli”. Mentre nella componente ex forzista c’è in atto una feroce lotta interna e si parla di una ripresa degli ex circoli della Brambilla, nell’area An si vocifera invece della creazione di club, sullo stile di quelli francesi di Jean-Francois Copè, il capogruppo Ump che punta a succedere a Sarkozy.
Dopo le regionali si vedrà se prevarrà l’intenzione del premier di nominare Bondi o Scajola coordinatore unico al posto del triumvirato o quella di Fini di un suo uomo come vice e la sostituzione di Gasparri come capogruppo al Senato. Dietro le quinte delle regionali e sulla base dell’esito delle stesse, si decide il futuro del centrodestra.
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