CALABRIA, IL RISTORATORE CHE DENUNCIA LA MAFIA E ADOTTA I MIGRANTI
“CI SENTIAMO IN FAMIGLIA”
Filippo Cogliandro ha un ristorante a Reggio Calabria.
Professione tranquilla, direbbe qualcuno, ma non in una terra di mafia, malaffare e sbarchi.
“Denunciare e far arrestare gli esponenti della ‘ndrangheta che mi chiedevano il pizzo è stata la scelta più importante della mia vita”, racconta l’imprenditore, molto vicino a Libera, il movimento di don Ciotti.
Il ragazzo è stato colpito due volte dalla mafia, dagli estorsori, che, quando era ragazzo, gambizzarono il padre, Demetrio, e questo fatto doloroso fu di esempio per Filippo per affrontare la nuova sfida: ha avuto il coraggio, nella solitudine e nei disagi economici nei quali si era ritrovato, di denunciare i delinquenti che poi furono arrestati.
Oggi Filippo è diventato un simbolo, ha accanto don Luigi Ciotti e Claudio La Camera, Presidente dell’Osservatorio sulla ndrangheta, è seguito dai media nazionali ed è diventato un esempio per la Calabria e l’Italia.
Ma c’è di più perchè due anni fa ha chiesto al Tribunale dei Minori l’affidamento di due migranti arrivati in Italia con i barconi.
Un ragazzo senegalese, Salihu, e uno del Gambia, Abdou, che oggi hanno 18 anni e che sono stati assunti con regolare contratto come aiuto cuoco nel suo ristorante.
“Li ho conosciuti a un corso di cucina etnica organizzato nel centro di accoglienza”, ricorda Cogliandro.
“Il mio sogno è quello di diventare uno chef come Filippo, ritornare in Gambia e aprire un ristorante lì. — confessa Abdou — perchè quando guardiamo la televisione e ci accorgiamo che i politici ce l’hanno con noi”
Lucio Musolino
(da “il Fatto Quotidiano”)
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