TOTI IN CONVENTO HA LA VISIONE: “BASTA ESSERE SCHIAVI DELLA TROTA IRIDEA”
ORMAI IN SIMBIOSI CON LA LEGA , VUOLE USARE LA RUSPA PER DRAGARE I FIUMI…INTANTO METTE IN GIUNTA IL SUO VICINO DI CASA E L’AMICA DELLA MOGLIE
Il centrodestra che ha vinto per miracolo le elezioni in Liguria (grazie alle divisioni della sinistra e al peggior candidato che il Pd potesse proporre) non poteva che ritrovarsi in convento per celebrare degnamente la nascita della nuova giunta regionale.
Appuntamento al monastero di Santa Croce a Bocca di Magra, con panorama sulle Apuane e il magico mare di Luni.
Le truppe liguri per l’occasione hanno ricevuto la visita anche del frate godereccio lombardo (fra Bobo) e dell’incursore lagunare (fra Renato).
Il primo ha spiegato come si fa a favorire le aziende sanitarie private in Lombardia, il secondo ha lanciato la catena di moda LoVeLi (sarebbe la solita alleanza tra Lombardia, Veneto e Liguria, quella che prima prevedeva la stessa simbiosi con il Piemonte e che ha portato sfiga a Cota, caduto su “mutande verdi”).
Ma quelle di Maroni e Brunetta non sono state le uniche apparizioni sacre materializzatesi in convento, Toti è riuscito ad andare oltre.
A un certo punto ha enunciato un elemento chiave del suo programma: “occorrono leggi più liberali per dragare i fiumi e non essere schiavi della trota iridea”.
Panico tra i leghisti che sono abituati a favorire solo chi spara ai torni.
Perplessità anche da parte di Ilaria Cavo (in quota Mediaset e amica della moglie di Toti) che ama dire “la Liguria mi ha dato tanto, è giusto che restituisca qualcosa” (ma non intende gli 8.000 euro di stipendio da consigliere, tranquilli).
Senza parole ma sempre sorridente anche il futuro assessore al welfare Giampedrone, il giovane sindaco di Ameglia che non sappiamo se sia “stato sociale”, ma per certo “è stato” (e lo è ancora) vicino di casa di Toti.
In ogni caso tutti d’accordo per le ruspe sui fiumi e la lotta dura alle trote iridee.
Peccato che nessuno faccia notare al presidente “ruspante” che l’operazione sembra fatta per favorire gli edili che così eviterebbero i maggiori costi per acquistare la ghiaia in Trentino e che la trota iridea è un pesce importato dall’America per i pescasportivi da stagno e che nei nostri corsi d’acqua non si riproduce neppure.
L’ennesima gaffe del Gabibbo bianco che peraltro una corte di miracolati è ben disposta a considerare una grande rivelazione delle sacre scritture.
In attesa del processo agli indagati in Giunta, che la processione intanto abbia inizio.
Con la moltiplicazione dei pani e delle trote iridee.
Leave a Reply