CALDEROLI, ESPERTO FANCAZZISTA, VUOLE CHE GLI ITALIANI FESTEGGINO L’UNITA’ D’ITALIA LAVORANDO
“NO ALLA CHIUSURA DEGLI UFFICI IL 17 MARZO, SIAMO IN UN PERIODO DI CRISI, DANNI PER MILIARDI” TUONA IL TROMBONE PADANO…MA DI CHE CRISI PARLA? BERLUSCONI HA SEMPRE DETTO CHE LA CRISI E’ SUPERATA DA TEMPO… MA IL TEST ANTIDROGA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI LO VOGLIAMO FARE O NO?
Roberto Calderoli è contrario alla chiusura degli uffici il 17 marzo, giorno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
“In un periodo di crisi come quello attuale – ha detto il ministro leghista – meglio festeggiare lavorando piuttosto che stando a casa”.
Per Calderoli “la chiusura degli uffici pubblici porterebbe a danni per miliardi di euro” che ricadrebbero direttamente sulle attività lavorative private.
A preoccupare il ministro della Semplificazione anche le possibilità di “ponte” che verrebbero a crearsi conseguentemente al giorno perso.
Sinceramente quello che pensa un esperto fancazzista come Calderoli in Gancia, ci interessa relativamente.
Se facesse valere per sè stesso il principio che vorrebbe applicare agli altri, non avrebbe preteso la creazione di un ministero inutile come il suo, con relative assunzioni di portaborse, manovalanza leghista e roghi di leggi uso gonzi.
L’Italia è più interessata semmai a sapere come mai Calderoli, con il processo breve necessario a salvare il culo al premier, vuole prescrivere il 50% dei procedimenti pendenti a Roma Bologna e Torino; e tra il 20 e il 30 per cento dei procedimenti in essere a Firenze, Napoli e Palermo.
Tra i processi noti a rischio, oltre ai tre a carico del premier (Mediaset, Mills e Mediatrade) anche quello sulla clinica Santa Rita a Milano, i processi per le scalate bancarie dell’Antonveneta e della Bnl, i processi per lo scandalo dei rifiuti in Campania, quello a carico dell’Impregilo e di Bassolino, i processi per grandi mazzette come quelli di Enipower e Enelpower.
L’integgerimo leghista glissa sull’azione criminale di cui sopra e preferisce parlare del 17 marzo, di una giornata di festa che sarebbe meglio non “festeggiare” perchè la gente “ha bisogno di lavorare a causa della crisi”.
Intanto Calderoli di quale crisi parla?
Il suo premier ha sempre detto che non c’è alcuna crisi in Italia, di che parla il leghista?
Quanto alla chiusura o meno degli uffici pubblici e privati, si è mai visto in qualsiasi Paese europeo una Festa nazionale che non preveda la reale festività e la relativa chiusura dei luoghi di lavoro?
Per il ministro della Difesa Ignazio la Russa, però “la decisione sullo stop è già presa e Calderoli lo sà , l’importante è non mancare di rispetto e so che Calderoli non lo farà “.
Una posizione, quella di La Russa, in netto contrasto con lo scetticismo generale che la Lega continua a manifestare sul 17 marzo e probabilmente il Consiglio dei ministri previsto per domani darà una risposta definitiva a riguardo.
Un invito alla sobrietà è arrivato invece da Giuliano Amato, presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, “mi piacerebbe che la festa fosse celebrata da un’Italia sobria, che lavora e fa l’anniversario piuttosto che un’Italia che se ne va in vacanza”.
Per Walter Veltroni (Pd), intervenuto ad Agorà su Rai Tre, il 17 marzo “fermarsi è necessario, perchè ritrovarsi italiani è una cosa bella per il Paese”.
Anche Silvana Mura (Idv) ha risposto all’invito di Calderoli a non fermarsi il 17 marzo. “Da parte della Lega continua a persistere una sorta di resistenza passiva nei confronti del centocinquantenario dell’Unità d’Italia” ha affermato la Mura che poi ha precisato come “tirare in ballo la crisi e eventuali ponti siano solo argomentazioni strumentali per sminuire l’importanza della festività “.
Dato che il governo pare sempre attento alla produttività degli italiani, sarebbe opportuno che gli italiani potessero avere il medesimo riscontro da parte della classe dirigente governativa.
Anche attraverso un certificato che attesti il non uso di sostanze stupefacenti da parte dei politici, come proposto a su tempo dal ministro Giovanardi.
Come mai la Lega non ha aderito in massa a tale iniziativa?
Perchè non comincia qualche ministro e qualche presidente di commissione a dare l’esempio?
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