CAMPIDOGLIO, LA RIVOLTA DEI CONSIGLIERI COMUNALI CONTRO I VIAGGI IN ECONOMIA
IL SEGRETARIO COMUNALE INVITA ALL’AUSTERITA’ NELLE SPESE, I POLITICI RIBATTONO: E’ UMILIANTE, NOI LAVORIAMO 18 ORE AL GIORNO
Non è solo il contenimento della spesa: per i consiglieri comunali «si fa presente che il segretario generale (Liborio Iudicello, ndr) ha evidenziato la necessità di prestare massima attenzione non solo ai profili finalizzati al contenimento della spesa ma anche e soprattutto ai profili di legittimità della missione, a prescindere dal fatto che comportino o meno un costo per l’amministrazione».
Con i consiglieri municipali, Iudicello è parecchio più esplicito: scrive a tutti i diciannove parlamentini e mette nero su bianco che a proposito dei rimborsi chilometrici, le spese di viaggio, gli «indebiti aggravi nonchè i connessi profili di responsabilità , che, peraltro, nelle circostanze ricostruite (in questa sede citate solo a titolo esemplificativo) hanno assunto un autonomo rilievo penale…».
Agli uffici, invia un messaggio chiarissimo: «Ove da tali verifiche dovessero risultare anomalie non giustificabili non si procederà ad alcun rimborso (…) e nel caso emergessero profili di responsabilità , anche solo omissivi» gli uffici «provvederanno senza indugio a produrre apposita denuncia ai competenti organi dell’autorità giudiziaria».
Il motivo è semplice: molti consiglieri hanno la residenza in altre regioni, e ottengono dal Campidoglio il rimborso del carburante.
Parecchio caro, a guardare alcune determinazioni: solo per fare un esempio, in IV Municipio un consigliere ha chiesto 23 mila euro di rimborsi.
In III Municipio invece, dopo il tetto fissato ai rimborsi per i datori di lavoro, c’è chi cambia residenza e adesso chiede quello chilometrico.
In aula Giulio Cesare, alle undici e trenta del mattino, quella lettera del segretario generale non la prendono bene: Federico Mollicone, Pdl, getta la giacca sullo scranno e urla che «è umiliante, noi lavoriamo diciotto ore al giorno, non può umiliarci così», Dario Nanni del Pd annuncia un’interrogazione per «sapere chi abbia sforato, visto che io con i soldi del Comune non sono mai andato neanche a Tor Bella Monaca».
Il segretario generale taglia «missioni», «spese di rappresentanza» e invita i consiglieri a «viaggiare in economy in aereo, in seconda in treno, e in alberghi a tre stelle».
E viaggiare sarà possibile «solo nel caso in cui da ciò derivi un rilevante ritorno concreto in termini economici per Roma».
Mollicone critica l’operato del segretario generale: «Lui è un tecnico e noi eletti dal popolo, non può trattarci come suoi impiegati, e questo non ha niente a che vedere con la casta. Anzi, gli uffici ci dicono che al suo stipendio di 250 mila euro, si aggiunge l’attività di notaio del Campidoglio…».
Marco Siclari, Pdl, scuote la testa: «Faccio tutto con i miei soldi, niente telefono nè auto, e non arrivo a 1.400 euro al mese».
Fabrizio Panecaldo, del Pd, non si scompone: «Per noi abituati alle precedenti Giunte questa attenzione alla spesa è normale. Poi: come può chi ha la delega al turismo viaggiare con la certezza di firmare un contratto e garantire un incasso a Roma?». «Unica eccezione» prevista nella lettera per le missioni dei consiglieri «quelle collegate in maniera esclusiva e inderogabile alle esigenze del sindaco».
Alessandro Capponi
(da “Il Corriere della Sera“)
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