CAOS M5S: E SPUNTA LA FRONDA PER PIZZAROTTI LEADER
I DISSIDENTI SI STANNO SALDANDO CON I DELUSI E CHIEDONO L SINDACO DI PARMA DI FARE UN PASSO AVANTI… SCONTRO TRA CERCHIO MAGICO E PARLAMENTARI
I dissidenti del Movimento vogliono un nuovo leader. Non basta più Beppe Grillo, preferiscono Federico Pizzarotti. Lo corteggiano, lo sommergono di sms, pianificano incontri riservati.
Sfiancate da mesi di braccio di ferro, le colombe cercano di convincere il sindaco di Parma a rompere gli indugi.
Per costruire un Movimento diverso sfruttando la scossa elettorale.
Quest’attivismo, però, è stato captato dai radar della Casaleggio associati. E ha provocato la gelida reazione del guru: «È Pizzarotti che manovra questi dissidenti. Vogliono sgambettarci, ma noi andiamo avanti».
Non si tratta solo di Pizzarotti, in realtà . Il passaggio è così stretto che tutti temono l’incidente.
Ieri, per dire, era stata convocata una riunione dei deputati con all’ordine del giorno l’analisi del voto.
Si è discusso di tutto — dai ballottaggi che forse non vedranno l’impegno del leader ai decreti da votare in Parlamento — ma quasi per nulla della sconfitta.
Tutto è rimandato a un incontro convocato per oggi pomeriggio alle 16. Eppure, non mancano le scintille a cinquestelle.
Mattino presto, cortile di Montecitorio.
Il potente vicepresidente della Camera grillino, Luigi Di Maio, si ritrova faccia a faccia con Tommaso Currò.
È il deputato che ha chiesto senza mezzi termini il pensionamento di Beppe Grillo. Ne esce fuori un duello drammatico. Si scambiano accuse reciproche, il dissidente siciliano non arretra di un millimetro: «Non temo di essere buttato fuori, io dico quello che penso».
Ed è sempre Di Maio ormai unico punto di riferimento dell’ala ortodossa — a fare il bis poco dopo. Incrocia Walter Rizzetto, che su Repubblica ha contestato il leader.
E il copione si ripete.
Il Movimento è un frullatore di accuse e veleni. Aris Prodani sorseggia un caffè in buvette. Il clima? Accenna un sorriso, fa una smorfia: «Mamma mia…».
Chi è rimasto finora nelle retrovie sembra pronto a esporsi.
Mimmo Pisano, per esempio, chiama Currò. Gli rinfaccia di aver esagerato, ma poi picchia che è una bellezza: «Bisogna cambiare pelle al Movimento — sostiene pacato — non arroccarsi in posizioni presuntuose. Smettiamola di dire che i nostri elettori sono meglio degli altri, di chiamare tutti “facce di bronzo” o insultare i “giornalisti criminali”».
Per capire la distanza siderale tra due galassie ormai in conflitto, è utile ragionare del futuro anche con i falchi.
Uno è Daniele Del Grosso. «È facile darsi delle arie in un momento di difficoltà . Lo fanno per giustificare gli attacchi portati avanti per un anno».
Poi la stoccata diretta al dissenso: «Chi non si sente più a suo agio, può cogliere questa occasione per andare via. Volontariamente ».
Ci risiamo, le espulsioni. Non ora, ma presto torneranno ad essere invocate.
Per adesso, comunque, i falchi scelgono il catenaccio.
Devono difendersi, perchè sul banco degli imputati è finito soprattutto il cerchio magico dei grillini.
Quelli che vanno sempre in tv, gli amici dello staff. Gli strali rimbalzano dalla Camera a Palazzo Madama.
Sentite la senatrice Serenella Fucksia: «Dobbiamo cambiare strategia. Siamo arrivati a far conoscere solo i “divi”, lasciando in ombra i contenuti». Quando fa riferimento al “divo”, Fucksia punta il dito verso Alessandro Di Battista.
Siccome nei gruppi l’aria è irrespirabile, la Casaleggio associati ha chiesto di far slittare alla prossima settimana il summit congiunto di Camera e Senato.
«È giusto così, serve tempo per elaborare. Noi intanto metabolizziamo», spiega Giulia Sarti.
Che, comunque, chiede un cambio di passo: «Dobbiamo pensare di più ai contenuti, modificare i toni, farci più furbi. Perchè è chiaro che abbiamo spaventato la gente».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)
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