CAOS PARLAMENTARIE, GLI ESCLUSI CERCANO UN AVVOCATO
SI PREANNUNCIA UNA PIOGGIA DI RICORSI
Le chat dei parlamentari M5s sono infuocate. I telefoni dei deputati impegnati nei lavori d’Aula alla Camera non fanno altro che squillare: “A chiamare sono gli esclusi. Vogliono sapere perchè non sono stati ammessi alle parlamentarie. Ma io non sono nulla, un motivo ci sarà …”, dice uno di loro.
Il motivo, per adesso, è chiuso nelle stanze dei vertici grillini, cioè dello staff milanese che per conto di Luigi Di Maio ha vagliato i profili degli aspiranti candidati alle elezioni pescando – viene riferito – dissidenti, infiltrati e militanti di altri partiti.
Per questo chi si è occupato della scrematura dei nomi si dice soddisfatto e non pensa a ripetere la votazione e ad annullare tutto come viene richiesto da attivisti da Nord a Sud dell’Italia. Tuttavia i vertici si riservano di fare un ulteriore controllo sui vincitori.
Intanto una prima lista provvisoria verrà diffusa già giovedì sera, almeno secondo le intenzioni dei big, e poi su questo elenco sarà fatta una nuova verifica, in particolare per quanto riguarda certificati penali e indagini a carico.
Nessuna speranza però per chi non compare nell’elenco e continua a denunciare esclusioni ingiuste ed errori burocratici cercando un avvocato per un eventuale ricorso dopo che Lorenzo Borrè, il legale degli espulsi grillini, non ha dato la sua disponibilità occupandosi solo degli iscritti alla prima associazione.
Tra gli esclusi anche il deputato Francesco Cariello e il senatore Roberto Cotti.
Il primo, in particolare, teme di essere stato tagliato fuori a causa delle sue dichiarazioni non in linea con i vertici del Movimento. Tutti comunque sono in attesa di una spiegazione che non arriva e che forse non arriverà mai, mentre i vertici tirano dritto perchè in fondo l’apertura delle candidature alla società civile è stata fatta per far entrare in squadra nomi grossi e portatori di voti, “non simpatizzanti o finti tali.
Quindi — viene ribadito — non imbarchiamo chiunque”. Le new entry però spaventano alcuni parlamentari uscenti che, a quanto pare, si sono organizzati in ticket uomo-donna per farsi votare e scampare il pericolo di piazzarsi troppo in basso nei listini bloccati.
Dallo staff M5S spiegano che non c’è nulla di strano in queste parlamentarie. La presentazione della candidatura, dicono, rappresentava una “disponibilità ” ma comunque doveva essere vagliata dal Movimento, non c’era nulla di scontato.
Insomma le esclusioni riguardano soggetti che non avrebbero i requisiti per essere candidati: documenti mancanti, non rispondenti al vero su indagini penali e carichi pendenti, precedenti esperienze politiche e feedback negativi provenienti dal territorio. Ci sarebbe poi chi si è finto dentista e persone che di recente si sono candidate con altri partiti.
Per fronteggiare la questione delle “quote rosa” previste dal Rosatellum, in regioni come l’Abruzzo in cui non si sono candidate abbastanza donne, sono state cambiate in corsa le regole. La legge elettorale con la quale si andrà alle urne prevede infatti l’alternanza di genere nei listini dei collegi plurinominali.
Quindi il Movimento potrà , a suo piacimento, candidare alla Camera anche attiviste che hanno già compiuto 40 anni d’età , contrariamente al regolamento per la selezione dei candidati.
Infine c’è un audio che pone non pochi interrogativi su queste parlamentarie. L’hanno pubblicato gli ex 5Stelle Marco Canestrari e Nicola Biondo.
La voce, secondo gli autori del libro inchiesta “Supernova”, potrebbe essere quella di un parlamentare o di un candidato che ha organizzato un pacchetto di voti: “Ti prego di girare questa richiesta di sospensione del voto anche alle persone che tu hai contattato. Il sistema non sta funzionando. L’ordine è di non votare per adesso e di aspettare la giornata di domani sperando che il sistema si aggiusti da solo; altrimenti saranno rinviate queste parlamentarie. È una malacumpassa allucinante e io comincio ad essere stanco di tutti questi problemi creati dallo staff per incompetenze ormai palesi a tutti”.
Ma lo staff va avanti per la sua strada e sottolinea che da regolamento l’ultima parola sulle candidature spetta solo ed esclusivamente a Di Maio.
(da “Huffingtonpost”)
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