CASALEGGIO INTERVISTATO DA GIORNALISTI CHE LAVORANO PER L’AGENZIA DI CUI E’ CLIENTE
L’ESPOSTO AD AGCOM DEL DEPUTATO BOCCADUTRI METTE A NUDO UN ASPETTO CHE FA RIFLETTERE SULL’INTERVISTA APPARECCHIATA DALLA GRUBER A LA 7
“Casaleggio è committente di una società per la quale lavorano gli stessi giornalisti che lo hanno intervistato, non mi sembra normale”.
Il deputato del Pd Sergio Boccadutri sta scrivendo un esposto all’AgCom dopo l’intervista di Davide Casaleggio a Otto e Mezzo.
L’intervento del figlio del fondatore del M5S ha sollevato le critiche dei renziani che durante la puntata hanno attaccato sui social network la trasmissione condotta da Lilli Gruber: gli esponenti Pd non hanno digerito la presenza, insieme alla conduttrice, di Gianluigi Nuzzi, giornalista assistito dalla VisVerbi, un’agenzia di comunicazione e management per giornalisti, la stessa che organizza il convegno di Ivrea in memoria di Gianroberto Casaleggio.
Onorevole Boccadutri, ha inviato l’esposto all’AgCom?
Lo sto scrivendo ora. Il problema è se si ravvede un conflitto di interesse o meno. Io lo ravvedo. La Visverbi è una società che lavora per l’intervistato, Casaleggio, e manda in tv, per intervistarlo, persone che fanno parte del parterre all’evento che la stessa società organizza. Per i giornalisti vale una deontologia, mi sembra che siano stati un po’ più ‘leggeri’ in questo caso. Se l’intervistato è committente di una società per la quale lavorano gli stessi giornalisti che lo hanno intervistato non è normale, mi sembra. Poi tocca all’AgCom valutare e verificare. Ma non ci si può abituare a tutto.
Molti renziani ieri sui social hanno attaccato la trasmissione di Lilli Gruber. È da tempo che esponenti del Pd prendono di mira i talk show della tv di Cairo…
Non c’entra la tv di Cairo. Qui si tratta della persistente presenza di una parte politica o, in altri casi, che ci si concentri su una persona a tambur battente. Per me l’informazione deve essere equilibrata e leale. A volte guardando certe trasmissioni non ho questa impressione. La mia è ovviamente una valutazione soggettiva. Ci sono degli organismi di autogoverno che dovrebbero controllare e spesso non lo fanno. Ma vorrei ricordare che chi ha denunciato un giornalista all’ordine dei giornalisti è stato Luigi Di Maio.
Neanche voi ci siete andati leggeri con alcuni giornalisti.
Io non mai fatto esposti all’Ordine professionale.
Però ci sono stati diversi casi in cui avete attaccato giornalisti, come nel caso delle prime pagine contro Renzi “esposte” alla Leopolda.
Un attimo. Io non posso avere il limite di esprimere quello che penso, così come recita l’articolo 21 della Costituzione. Si può tranquillamente esprimere una critica di carattere politico. Qui stiamo parlando di un’altra cosa. Mi riferivo a chi ha denunciato un giornalista per quello che aveva affermato con il rischio di una sanzione disciplinare che può portare anche alla sospensione dall’Ordine e quindi con effetti sulla sua attività lavorativa. Sono cose un po’ diverse.
Lei ha presentato, insieme ad altri suoi colleghi, un’interrogazione al Mef e al ministero della Pa su un altro – a suo avviso – conflitto di interessi, quello dell’ex assessore di Roma Marcello Minenna, in Consob, per aver collaborato a un report di Mediobanca Securities sugli effetti per l’Italia della ridenominazione del debito pubblico. Se nel Pd c’è tutta questa attenzione al conflitto di interessi, perchè non mette mano alla legge Frattini che presenta molte carenze?
In questo caso non è tanto un conflitto di interessi. Qui c’è il problema di una persona sta in un organismo di Vigilanza dei mercati e scrive come contributore esterno un report sull’Italia per un soggetto che è controllato dalla stessa Consob. Il problema non è di poco conto. Se uno vuole fare il libero pensatore si dimette e lo fa ovunque. Un conto è la pubblicazione su una rivista scientifica indipendente; un altro è un report predisposto da un soggetto che fa capo a Mediobanca Spa, quotata in borsa, sulla quale Consob è tenuta a vigilare. A me non sembra normale. Gli investitori leggono e poi si orientano nelle loro scelte. Non si tratta di una censura.
(da “Huffingtonpost”)
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