CASINI: “BERLUSCONI DOVREBBE SPIEGARE, CHIEDERE SCUSA AGLI ITALIANI E FARE UN PASSO INDIETRO”
NELL’INTERVISTA A “LA STAMPA”, IL LEADER DELL’UDC RIMARCA COME TUTTO IL GOVERNO SIA IMPEGNATO SOLO A DIFENDERE IL PREMIER, INVECE CHE PENSARE AI PROBLEMI DEGLI ITALIANI…”NON POSSIAMO PERMETTERCI UN PREMIER SOTTO RICATTO O INTENTO A FARE PRESSIONI SU FUNZIONARI DI POLIZIA”… UN GOVERNO SENZA BERLUSCONI E’ POSSIBILE
Presidente Casini, con il «caso Ruby» cambia tutto anche per voi?
«Non è il caso Ruby che cambia qualcosa, ma la reazione di Berlusconi che addirittura evoca il tentativo di un colpo di Stato».
Il Terzo Polo ritira la sua offerta di aiutare il governo sui provvedimenti più importanti?
«No, che c’entra. Se il governo porta avanti qualcosa di utile e necessario per il Paese avrà il nostro appoggio, com’è successo anche questa settimana per il decreto sui rifiuti di Napoli. Ma mi chiedo: è possibile che in queste condizioni il governo riesca a fare sul serio?».
Se lo chiede, ma non ci crede.
«Da quel che vedo, Berlusconi non è il solo impegnato a tempo pieno a difendersi. Anche tutti i suoi ministri hanno smesso di leggere i dossier che li riguardano per dedicarsi ai verbali dei festini di Arcore. Basta accendere la tv. E’ incredibile, invece di occuparsi dei problemi del Paese, il governo al gran completo pensa solo a dire che quel che tutti abbiamo visto e sentito non è vero e Berlusconi è vittima di una montatura».
Sta dicendo che Berlusconi non dovrebbe difendersi?
«No, come sa, se c’è uno che ha riconosciuto da tempo che Berlusconi, in certi casi, è stato vittima di accanimento giudiziario, quello sono io. Ma tra le accuse di reati finanziari commessi da Mediaset, per fare un esempio, e ciò di cui si discute in questi giorni, c’è differenza. Mi sarei aspettato che il premier ne tenesse conto e rispondesse in modo diverso».
Cosa avrebbe dovuto dire?
«Partiamo da quel che non avrebbe dovuto dire, o far dire alle ragazze che frequentavano le sue ville, o ai ministri obbligati a difenderlo. Berlusconi non può credere di convincere l’opinione pubblica che Ruby sia una santa, e che i magistrati che indagano su un caso di prostituzione minorile che lo coinvolge meritino addirittura “una punizione”. Ma per chi ci ha preso?».
Pensa piuttosto – e lo ha detto chiaramente – che ognuno a casa sua dovrebbe essere libero di far quello che vuole.
«A casa sua ciascuno fa quello che vuole, ma non possiamo permetterci un premier sotto ricatto, nè è accettabile che si affanni a telefonare a funzionari di polizia per una minore. Il presidente del Consiglio non è una persona qualsiasi, e già il fatto che sembra non capirlo rende difficile qualsiasi riflessione seria».
Non sarà , Casini, che lei da cattolico s’è fatto influenzare dalle prese di posizione del cardinale Bagnasco e di papa Benedetto XVI?
«Da cattolico guardo bene di non strumentalizzare le prese di posizione delle gerarchie della Chiesa. Le condivido, naturalmente, ma non penso che debbano essere usate a favore o contro. La mia reazione è quella di un normale cittadino che dopo quello che ha letto, visto e sentito, aspetta che il presidente del Consiglio faccia chiarezza».
E cosa dovrebbe dire Berlusconi per consentire ai cittadini di superare il turbamento?
«Quanto meno dovrebbe spiegare. Non può continuare a negare il cento per cento di quel che è stato accertato dalle indagini. Poi dovrebbe scusarsi per il danno d’immagine che questa storia sta portando al Paese. Non solo a lui, ma all’Italia, rispetto a governi e Paesi con cui abbiamo relazioni stabili, e che vorrebbero sapere se siamo diventati il paese del bunga bunga».
Confessare, arrendersi e uscire di scena: è questo che sta proponendo al presidente del Consiglio?
«Non è così. Si parva licet…, semi consente il paragone, sto dicendo che il premier dovrebbe fare come ha fatto Clinton ai tempi dello scandalo Lewinsky. O come ha fatto Blair l’altro giorno, quando ha risposto sulle sue responsabilità per la guerra all’Iraq. Badi bene: nessuno dei due è uscito di scena. Clinton è ancora oggi uno stimatissimo leader in grado di spostare un sacco di voti e determinare le campagne elettorali americane. E Blair ha uno standing di livello europeo e un incarico delicato in Medio Oriente. Come vede, quando le cose si chiariscono, anche i giudizi diventano più razionali ».
E se invece, come ha fatto capire, Berlusconi prosegue per la sua strada e va allo scontro frontale con i giudici di Milano?
«Si accomodi. Vorrà dire che intende dedicarsi solo a questo, lasciando perdere i veri compiti del governo e i problemi del Paese. Noi dall’opposizione saremo qui a ricordarglieli, dalla crescita della disoccupazione alla condizione dei giovani, soprattutto nelMezzogiorno, alle opere pubbliche bloccate, alla faccia del ponte sullo Stretto di Messina».
Casini, sta cominciando la sua campagna elettorale?
«Sto parlando di problemi reali, che vediamo ogni giorno andando in giro per l’Italia».
Le rifaccio la domanda: parla così perchè vede le elezioni anticipate dietro l’angolo ormai?
«Le elezioni in Italia non le decide nè il governo nè l’opposizione. Tocca al Capo dello Stato. Se si apre una crisi e il presidente Napolitano, dopo le consultazioni, ravvisa che non esiste più una maggioranza, ci saranno le elezioni.Altrimenti no».
E se dovesse scommettere?
«Non scommetto».
E se le dicessero che con la nascita del gruppo dei «Responsabili» la maggioranza è diventata meno debole e le elezioni più improbabili?
«Risponderei: vediamola alla prova questa maggioranza, che a conti fatti dispone ancora solo di 314 voti alla Camera. Quanto ai responsabili, se il loro atto di responsabilità consiste nel sostenere il governo per evitare le elezioni anticipate, debbo pensare che in caso di crisi potrebbero guardare anche altrove…».
Pensa a un gruppo di «responsabili» double face, pronti a passare da questa a un’altra maggioranza?
«No, guardi, qui nessuno sta pensando a ribaltoni. Sto dicendo che se nasce un altro governo di centrodestra, in grado di allargare la maggioranza e portare la legislatura a compimento, ritengo che i responsabili non sarebbero solo quelli che si sono costituiti in gruppo».
Ovviamente, ci sareste anche voi del Terzo Polo.
«Non è automatico, ma si potrebbe discuterne ».
Un governo di centrodestra senza Berlusconi? E le pare realistico che il premier lo consenta?
«Mi lasci dire che dipende non solo da lui,ma da tutto il Pdl. Dentro quel partito ci sono personalità autorevoli che potrebbero guidare un governo “senza”, ma non “contro”, Berlusconi, che potrebbe conservare il ruolo di leader del centrodestra e dedicarsi a chiarire la sua posizione personale. Al di là di quel che dicono tutti i giorni in tv, credo che nel Pdl siano in tanti a pensarla così. Sarebbe una via d’uscita ragionevole. Altrimenti non restano che le elezioni».
E voi terzopolisti siete pronti alle urne?
«Prontissimi».
Ma se ci si arriva, farete accordi elettorali con il Pd?
«Se si va al voto, ci saranno stavolta tre aree e tre scelte possibili per gli elettori: destra, centro e sinistra. Eventuali intese si vedranno al momento opportuno. Ieri Veltroni ha parlato con grande equilibrio e serietà e ha bocciato ancora una volta l’idea di una sinistra che sceglie di imbarcare tutto e il contrario di tutto. Bersani sa come la penso. Un dialogo proficuo richiede scelte chiare dal Pd».
Marcello Sorge
(da “La Stampa“)
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