CAVALIERI E COMMENDATORI: COSI’ L’ITALIA CONTINUA A ONORARE GLI OLIGARCHI LEGATI A PUTIN
IMPRENDITORI E POLITICI, MA ANCHE ACCADEMICI AL SERVIZIO DELLA PROPAGANDA RUSSA
Solo dal 2018 al 2022 sono state oltre una ventina le personalità russe, principalmente imprenditori, insigniti con onorificenze del Presidente della Repubblica in Italia. Si tratta dell’onore della Stella d’Italia, che si attribuisce con decreto del Quirinale a personalità straniere che hanno particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione con l’Italia. Possono essere di cinque tipi: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. Tra questi ci sono alcuni degli oligarchi più vicini a Vladimir Putin, molti dei quali colpiti dalle sanzioni internazionali emesse dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti, dall’Australia e chiaramente dall’Ucraina. Personaggi tutt’altro che marginali nella macchina della propaganda del Cremlino e tutt’altro che defilati rispetto all’invasione russa dell’Ucraina.
I super ricchi nella lista delle onorificenze
Con l’aiuto della giornalista ucraina Zhanna Zukova, rifugiata in Italia, abbiamo provato a tracciare un profilo dei russi vicini a Vladimir Putin insigniti di alte onorificenze in Italia ma colpiti da sanzioni internazionali. Tra i pezzi grossi troviamo Alexander Abramov, insignito con il titolo di Cavaliere della Stella d’Italia nel 2021. E’ il direttore della Lex System ed è anche proprietario del 29% della EVRAZ, e siede anche nel suo consiglio di amministrazione. La Evraz è una società siderurgica britannica che fornisce acciaio alla Russia anche a fini bellici. Abramov è colpito dalle sanzioni in Gran Bretagna, Canada, Nuova Zelanda e Ucraina. Altro pezzo grosso è Anatoly Sedykh, insignito con il titolo di Commendatore della Stella d’Italia nel 2021. E’ il proprietario della OMK, un’azienda che produce metalli, è il principale fornitore di Gazprom, il colosso russo del gas, per la fornitura di tubi. La OMK è colpita dalle sanzioni dagli Stati Uniti per aver facilitato lo sforzo bellico del Cremlino nell’invasione Ucraina. A proposito di Gazprom, azienda colpita dalle sanzioni internazionali di mezzo mondo, tra le alte onorificenze concesse dall’Italia c’è anche quella a Igor Maksimtsev, presente nel board di Gazprom, e insignito del titolo di Commendatore della Stella d’Italia nel 2020.
Con il titolo di Ufficiale dell’ordine della Stella d’Italia, conferitogli nel 2021, troviamo Roman Trotsenko, che in Italia, dove possiede anche una tenuta in Toscana, è proprietario dello scalo aeroportuale di Grosseto. E’ anche proprietario della AEON Group e della Artic Energy, quest’ultima colpita dalle sanzioni Usa. Nonostante la sua vicinanza al Cremlino fino ad ora è riuscito a sfuggire alle sanzioni. Tra gli oligarchi più ricchi considerati “benemeriti” per l’Italia c’è anche Leonid Mikhelson, proprietario dell’azienda di gas Novatek, e colpito dalle sanzioni internazionali di Gran Bretagna, Ucraina, Canada e Australia. In Italia è Grande Ufficiale dell’ordine della Stella d’Italia, ricevuta nel 2020, possiede anche una importante quota della società petrolchimica Sibur, acquistata direttamente dall’ex genero di Putin, Kirill Shamalov. Tra gli oligarchi insigniti in Italia c’è anche chi dopo l’invasione russa in Ucraina è caduto in disgrazia. Si tratta di Oleg Tinkov, che nel 2020 ha ricevuto il titolo di Ufficiale dell’ordine della Stella d’Italia. Proprietario di banche, aziende produttrici di birra e anche finanziatore di una squadra di ciclismo, nella primavera del 2022 ha giudicato “folle” la guerra in Ucraina da parte della Russia. Il risultato è che ha dovuto cedere tutti i suoi asset ad altri oligarchi fedelissimi di Putin. Nonostante questo Tinkov è colpito dalle sanzioni di Gran Bretagna, Australia e Ucraina. Anche lui come Trostsenko ha una residenza in Toscana. La lista degli uomini d’affari ancora titolari di benemerenze della Repubblica Italiana è molto lunga, e vede tra gli altri Sergey Galitski, Cavaliere della Stella d’Italia dal 2021, proprietario della squadra di calcio del Krasnodar, della azienda Magnit e della SN Capital, colpito da sanzioni in Ucraina. O anche Valery Kazikaev, Commendatore della Stella d’Italia dal 2018, a capo della KTH Gorup e colpito dalle sanzioni USA.
“Grandi ufficiali” al servizio della propaganda
Tra le onorificenza concesse a personaggi russi e mai revocate dalla Repubblica Italiana, non troviamo solo ricchi affaristi, ma anche esimi accademici che si sono però prestati alla gigantesca macchina della propaganda di Vladimir Putin. E’ il caso di Alexander Dynkin, insignito nel 2021 del titolo di Ufficiale dell’ordine della Stella d’Italia, economista e membro dei consigli scientifici del Ministro degli Affari Esteri e del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, della Fondazione Russa della Scienza, del Presidium dell’Accademia Russa delle Scienze e della Commissione sotto il Presidente della Federazione Russa sulla strategia di sviluppo del complesso energetico e dei combustibili e sulla sicurezza ambientale. In una sua recente intervista alla Komsomolskaya Pravda ha dichiarato: “La Russia può solo vincere nel conflitto ucraino. Qui la questione dei tempi è molto importante. Le persone a Tbilisi, Baku e Yerevan stanno guardando questa storia. E anche a Minsk”. Aggiungendo che: “Non ho dubbi che il 24 febbraio 2022 l’ordine mondiale unipolare sia finalmente finito. Ed esisteva, relativamente parlando, dal 1991″.
Proprio l’editore della Komsomolskaya Pravda e proprietario del network di comunicazione RBC, Gregory Berezkin, ha ricevuto nel 202o il titolo di Grande Ufficiale dell’ordine della Stella d’Italia. Attivo anche nell’industria petrolifera attraverso ESN Group, è stato colpito dalle sanzioni Usa e Ue all’inizio della guerra. Ma la commissione europea poche settimane fa ha deciso di revocargli le misure restrittive. Una decisione anomala, secondo la BBC, che ha provato ad indagare sulle procedure di revoca delle sanzioni. Oggi la RBC di proprietà di Berezkin, definisce la guerra in Ucraina “un’operazione speciale” tesa a “denazificare l’Ucraina”, esattamente come racconta la propaganda del Cremlino. Ma la propaganda non passa solo sui media, ma anche nelle scuole. Anatoly Torkunov, insignito nel 2020 del titolo di Ufficiale della Stella d’Italia, è tra gli autori del nuovo libro di testo di storia moderna per gli studenti delle scuole superiori russe. Torkunov è rettore dell’Istituto statale per le relazioni internazionali di Mosca, il suo testo destinato ai giovani studenti è stato distribuito prioritariamente nelle regioni ucraine occupate dai russi, e parla di “operazione militare speciale” per descrivere la guerra. Nel mondo della cultura russa si segnala per la sua presa di posizione a sostegno dell’invasione russa dell’Ucraina anche Alexander Rukavishnikov, scultore e Cavaliere della Stella d’Italia dal 2020.
I casi Usmanov e Sechin
Il periodo storico in cui sono state conferite queste onorificenze è concentrato negli anni del governo Conte 1 e del governo Conte 2, dal 2018 al 2022, ed in parte anche con il governo Draghi nel 2022. In particolar modo la maggior parte delle onorificenze sono state attribuire tra il 2019 e il 2022 quando al Ministero degli Esteri c’era Luigi di Maio. La procedura di attribuzione prevede che sia proprio il Ministro degli Esteri a proporre l’attribuzione dell’onorificenza al Presidente della Repubblica. Con lo scoppio della guerra in Ucraina dal Quirinale ci sono stati dei provvedimenti di revoca, ma sicuramente assai esigui rispetto ai profili dei personaggi che ancora oggi risultano insigniti dell’alto titolo. Tra le revoche decise dalla Presidenza della Repubblica si segnalano quella a Aleksey Gordeev, Evghenj Ivanov, Alexander Dyukov, Alexander Shokin e Kirill Dmitriev, quest’ultimo capo del fondo sovrano russo che ha chiuso importanti accordi commerciali con aziende italiane.
Tra gli oligarchi che figurano ancora nelle liste delle onorificenze italiane ci sono due personaggi vicinissimi a Vladimir Putin, Alisher Usmanov e Igor Sechin. Il primo è proprietario del 50% di Metalloinvest, tra i più vicini al numero uno del Cremlino. Usmanov è colpito dalle sanzioni internazionali dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, del Canada, dell’Australia, della Nuova Zelanda e dell’Ucraina. Eppure ancora oggi è Commendatore della Repubblica Italiana, titolo che gli è stato conferito nel 2016. Nel decreto di attribuzione della onorificenza, del 10 ottobre 2016, c’è scritto “Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. L’allora Presidente del Consiglio era Matteo Renzi. Usmanov è uno degli uomini più ricchi della Russia, tra i primi azionisti di Facebook, mantiene anche quote in Xiaomi e USM Holding. E’ stato proprietario del 30% dell’Arsenal (venduto nel 2018) e sponsor dell’Everton in Premier League fino al marzo 2022 quando la squadra inglese ha sospeso gli accordi dopo lo scoppio della guerra. In Italia Usmanov è proprietario di immobili e tenute ad Arzachena in Sardegna, beni che il governo italiano ha congelato nel marzo del 2022, pur rimanendo Commendatore della Repubblica Italiana. Igor Sechin invece è Commendatore della Repubblica Italiana dal 2017, su iniziativa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ex agente del KGB, vice di Putin quando era al vertice del servizio segreto sovietico, poi politico, infine imprenditore è al vertice della Rosnef società colpita da sanzioni internazionali. E’ stato a capo dello staff di Putin, poi suo vice e successivamente ha avuto un ruolo chiave nell’arresto di uno degli oppositori del leader del Cremlino, Michail Chodorkovskij. Sechin è colpito da sanzioni internazionali dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Il suo soprannome è Darth Fener, ed è considerato uno degli uomini più potenti in Russia.
(da Fanpage)
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