CENSURATI DA TOCQUEVILLE… NEL CENTRODESTRA TIRA UNA BRUTTA ARIA DI “PENSIERO UNICO”
TOQUEVILLE E’ UN SITO AGGREGATORE DI BLOG DI CENTRODESTRA, DA UN ANNO OSPITAVA I NOSTRI ARTICOLI, DA UNA SETTIMANA CI CENSURANO SISTEMATICAMENTE … ORDINI DALL’ALTO O POCHEZZA DAL BASSO?… ERAVAMO SEMPRE TRA I PIU’ VOTATI PER IL NOSTRO ANTICONFORMISMO: SI PUO’ ANCORA CRITICARE IL GOVERNO IN ITALIA?… SILVIO, DICCI TU SE TOQUEVILLE E’ ANCORA LA CITTA’ DEI LIBERI O UNA CENTRALE DELLA REPRESSIONE DEL DISSENSO
Chi ci conosce sa che non amiamo piangerci addosso, ma non siamo neanche tra coloro che porgono l’altra guancia di fronte alle ingiustizie e all’arroganza del potere, di qualsiasi colore si ammantino.
Le nostre battaglie per la moralizzazione della vita politica, locale e nazionale, sono note, così come le nostre critiche costruttive al Governo di centrodestra: ci sono oltre 500 articoli a testimoniarlo nell’archivio, a disposizione di chiunque.
Amiamo la libertà e rispettiamo le idee diverse dalle nostre: il nostro sito è sempre stato aperto alla collaborazione e al dissenso di tutti, fatte salve le regole della buona educazione.
La nostra vita personale e politica è testimone della nostra lealtà e delle nostre idee, non abbiamo cercato favori o poltrone remunerate, esprimiamo sempre quelle che pensiamo, anche le verità scomode.
Gli articoli che scriviamo vengono ripresi da numerosi altri “siti aggregatori” e pubblicati.
Così è stato, fino a una settimana fa, anche per Tocqueville, la città dei liberi, il principale sito di Centrodestra, dove scrivono anche esponenti governativi e uomini politici di primo piano dell’area di riferimento.
Non a caso i nostri articoli sono sempre stati tra i più votati dai lettori, segno evidente di un consenso diffuso alle nostre tesi sociali e popolari che esprimiamo apertamente, non avendo scheletri nell’armadio o poltrone in similpelle come scopo della vita.
Se poi Tocqueville si autodefinisce “la città dei liberi”, a maggior ragione ci dovremmo sentire a casa nostra.
Se si proclama “un aggregatore per blog liberali, conservatori, riformatori dove per diventare cittadini non è necessario aderire ad alcun programma politico, nè appoggiare schieramenti di partiti” e se il suo unico scopo è quello ” di far dialogare e crescere culturalmente l’area di riferimento, in uno spirito di fusione” non potremmo che sentirci lieti di partecipare a questo progetto di confronto politico e culturale.
Su Tocqueville leggiamo talvolta articoli di cui condividiamo poco e nulla, ma se avessimo la possibilità di censurali non lo faremmo mai, perchè la libertà di pensiero fa parte del nostro Dna, di una cultura di destra che è variegata, vasta, talvolta contraddittoria ma rappresenta un ventaglio simbolico che si apre al nuovo, comunque e sempre.
Questa è per noi la libertà che qualcuno tanti anni fa ci negava, a sinistra, persino di esprimere.
Le idee non si reprimono. Mai.
Se sei convinto delle tue, semmai hai l’ambizione di portare gli altri a condividere le tue.
E’ con amarezza che, senza una spiegazione, più volte sollecitata, e senza una risposta, mai pervenuta, improvvisamente ci siamo visti “cassati” col bollino rosso d’ordinanza articoli che muovevano critiche costruttive al Governo, altri che difendevano le comunità di recupero dei tossicodipendenti, altri che facevano satira su esponenti di Rifondazione cui hanno rubato il guardaroba firmato o su consulenti del Pd a 4mila euro al mese, altri che analizzavano il ruolo nefasto di certe banche centrali o la gestione fallimentare delle ferrovie.
Opera di un qualcuno a cui in ogni caso è stato permesso e consentito di operare una censura stupida e miserabile su idee e valori di riferimento.
Non sappiamo e non ci interessa chi sia o in base a quali titoli sia stato proclamato “capocaseggiato” o agente dello Stasi.
C’e’ chi nasce ignorante e muore incautamente nello stesso rogo di libri da lui provocato.
C’è chi si sente depositario della verità rivelata sulle rive del Po da qualche santone che vende amuleti pseudoceltici ( ma prodotti nel rione Sanità a basso costo), c’e’ chi ama il pensiero unico e aspetta le veline ( non quelle purtroppo di Greggio e Iachetti) da palazzo Chigi, da via della Scrofa o da via Bellerio per poter dare la “versione ufficiale” dei fatti.
Noi non frequentiamo le stanze del potere, preferiamo ascoltare le casalinghe ai mercati, gli operai che escono dalle fabbriche, le impiegate pendolari il mattino, i ragazzi senza più valori di riferimenti nei pub, i pensionati che rovistano nelle cassette dei mercati rionali, i cittadini che hanno paura della microcriminalità .
Non amiamo i vigili che picchiano in sette il ragazzino nero e neanche il clandestino che delinque, non sopportiamo le città modello dove per sedersi su una panchina uno straniero deve avere il permesso del “badrone bianco”, ma dove nessun buon borghese però si accorge che ragazzine bene di 14 anni si prostituiscono per comprarsi gli ultimi capi firmati.
Non amiamo farci prendere in giro da provvedimenti di immagine e nessuna sostanza, a maggior ragione da un governo a noi vicino. Se dirlo costa la censura, nessun problema, basta saperlo.
E che qualcuno abbia le palle di dirlo.
Noi non siamo a destra per caso, come molti in Parlamento. Ci stiamo con le nostre idee e non ci smuovono certo le manine vigliacche di qualcuno che “cassa” i nostri articoli pensando di rendere un servigio a qualche potente.
Se abbiamo scritto queste righe è solo perchè c’e’ una brutta aria in giro, aria di pensiero unico, meglio vestirsi più pesante. I danni spesso non li fanno i vertici, ma i servi zelanti che amano compiacere i potenti.
Noi non siamo predisposti a piegare il capo o a genufletterci… le nostre articolazioni sono più predisposte ad assestare calci nel culo… ci spiace.
Ma lo facciamo sempre guardando negli occhi l’interlocutore, non da vigliacchi.
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