CENTRODESTRA, SEPARATI IN CASA: COSA COVA DIETRO LE AMBIGUITA’ DELLE POSIZIONI DEI TRE LEADER
LA MELONI PER SORPASSARE SALVINI HA BISOGNO DI ALMENO UN ANNO, QUINDI NON VUOLE IN REALTA’ ANDARE A VOTARE… SALVINI SI’, PRIMA DI PERDERE LA LEADERSHIP… BERLUSCONI ASPETTA DI VEDERE CHI VINCE
Mettiamoci nei panni presidenziali di Sergio Mattarella, quando venerdì si è trovato di fronte il centrodestra al gran completo.
Gli hanno detto che vogliono le elezioni (e fin qui niente di nuovo); però, se proprio al voto non si potesse andare, causa Covid o per altri impedimenti, a quel punto si riserverebbero di valutare una proposta eventuale del capo dello Stato.
Il quale non ha profferito verbo, come suo costume, ma si sarà chiesto: che cosa diamine significa, concretamente?
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sarebbero per caso disposti a sostenere un governo “del presidente” guidato da qualche personaggio alla Mario Draghi?
O più banalmente darebbero una mano per andare appena possibile alle elezioni, magari a fine giugno o ai primi di luglio?
E se invece non fosse niente di tutto questo ma solo un gioco di parole per mascherare le loro diversità di vedute?
Per rispondere, non c’è che un modo: andare oltre le parole pronunciate sul Colle e capire a destra cosa vogliono veramente.
Prendiamo per esempio Meloni. Da quando l’hanno eletta presidente dei Conservatori europei, Giorgia ha elevato di molto il livello delle sue ambizioni. Pensa che l’Italia meriterebbe una donna e lei sarebbe perfettamente in grado di guidarla
Salvini, per come viene percepito nel mondo, ci scatenerebbe addosso una rivolta delle cancellerie, dello spread, dei mercati, perfino più violenta di quella che dieci anni fa spazzò via Berlusconi.
Chiaramente un ruolo di vice a Meloni starebbe stretto; logico che di qui al voto voglia tentare di superare Salvini, in modo da mettersi lei il berretto da premier. Purtroppo, nei sondaggi sta ancora 7-8 punti indietro. Sono circolate stime su quanto ci vorrà prima che Fratelli d’Italia possa scavalcare la Lega: al ritmo attuale non meno di un anno, forse addirittura due, è stato calcolato da chi se ne intende.
Dunque Giorgia ha bisogno che Conte sopravviva un altro po’, giusto il tempo necessario a consentirle il sorpasso.
Ma la vera, enorme, gigantesca botta di fortuna per lei sarebbe che Salvini commettesse suicidio, appoggiando qualche Governo di larghe intese.
La generosità in politica di regola non paga, vedi cosa successe al Pci ai tempi della solidarietà nazionale, e vedi il crollo di Forza Italia quando sostenne il professor Monti.
Se Matteo si infilasse in qualche Governo “del presidente”, perchè annoiato dall’opposizione o lusingato dalla prospettiva di tornare in gioco, allora sì che lei potrebbe mettere la freccia.
Guarda caso, quando si sono presentati venerdì pomeriggio al Quirinale, Giorgia non ha obiettato all’ambigua formulazione del comunicato finale, limitandosi a far sapere che in un Governo del presidente lei comunque non ci entrerà , vedano gli altri che cosa vogliono fare. Astutissima.
Ma davvero Salvini ci cascherebbe? Il suo interesse è diametralmente opposto.
A Meloni fa comodo comprare tempo, a lui converrebbe votare il prima possibile.
Però, cresciuto a pane e politica, sa perfettamente che pretendere le elezioni è il modo più certo per non ottenerle. Inoltre esistono difficoltà oggettive: la pandemia ad esempio, e pure la richiesta di aiuti da presentare in Europa. Per cui, chi vuole andare davvero alle urne deve per forza concordare un percorso, scandire bene le tappe, all’occorrenza caricarsi le responsabilità del caso. Altrimenti il voto lo vedrà col binocolo.
Ecco perchè Salvini non disdegna a priori un Governo istituzionale: dipende per fare cosa. Ed ecco perchè Toti, fiutata l’aria, da giorni batte su quel chiodo.
Ricapitolando: Meloni chiede le elezioni ma preferirebbe un Governo istituzionale con dentro Salvini; Salvini potrebbe valutare un Governo istituzionale per ottenere le urne e tagliare le unghie alla Meloni.
E poi c’è lui, Silvio. Il quale s’illude di poter concludere la carriera nel palazzo dove un tempo abitavano i Papi e ora più modestamente alloggiano i presidenti della Repubblica. Per cui Berlusconi si butta ora di qua, ora di là , a seconda di come gira il vento.
Prima aveva ceduto alle lusinghe di Conte, lasciando immaginare che in caso di crisi Forza Italia si sarebbe accomodata in una “maggioranza Ursula” (prende il nome dall’alleanza anomala che ha permesso alla von der Leyen di diventare presidente della Commissione Ue).
Sembra incredibile, ma davvero Berlusconi pensava di diventare presidente anche con i voti di Cinque stelle e Pd.
Poi però Salvini gli ha fatto credere che, se andremo a votare entro qualche mese, tra un anno il centrodestra compatto lo acclamerà presidente, e allora il Cav è diventato fautore delle elezioni subito, subitissimo, anche domani. Difatti Forza Italia s’è messa in riga.
Ma possiamo tranquillamente scommettere che, se Conte riuscisse a scamparla, e non si andasse presto a votare, l’uomo cambierebbe idea un’altra volta, e tornerebbe a flirtare con il Governo.
Perchè nella commedia degli equivoci che va in scena a destra, Berlusconi rimane indiscutibilmente il re.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply