NEL M5S E’ GUERRA TRA BANDE A CACCIA DI POSTI NEL GOVERNO
LA PRESUNTA FRONDA GRILLINA LAVORA PER AVERE PIU’ PESO PER DIGERIRE RENZI
Nel Movimento 5 stelle sta succedendo ciò che i vertici avrebbero voluto evitare. Una guerra tra bande alla ricerca di un posto nel Governo che verrà .
Lasciare tutto com’era avrebbe significato evitare scossoni e minacce di scissione che invece sono in corso.
Quindi ecco che la fronda grillina, ufficialmente contraria al ritorno di Italia Viva in maggioranza, si organizza per avere un suo peso nella trattativa e argine il leader di Italia Viva.
È chiaro che si potrebbe arrivare perfino a una spaccatura vera e propria dentro il mondo pentastellato se alcune di queste richieste non venissero recepite, ma intanto la riunione in programma questa mattina tra una ventina di deputati e senatori ribelli è stata annullata, secondo quanto riferito, a causa della fuga di notizie.
Per adesso si è fermi alle minacce, mentre cresce la paura che le condizioni che il leader di Italia Viva porrà siano troppo alte.
Lo spiega all’Adnkronos il senatore grillino Matteo Mantero: “Il ritorno al governo con Renzi è un errore clamoroso, ma è inevitabile perchè è chiaro che senza Iv non ci sono i numeri, ma così ci troveremo ancora sotto il ricatto di un personaggio obnubilato dal suo ego che non rappresenta nessuno nel Paese se non se stesso”.
Per Mantero “ha senso fare un nuovo governo se vi è una visione comune, così sarà un susseguirsi di ricatti e capricci. Meglio andare al voto”. E riguardo la fiducia al nuovo esecutivo con i renziani, il senatore risponde: “Vedremo come si evolve la situazione”.
Tuttavia la scelta di tornare a parlare con Renzi è apprezzata dalla maggioranza del gruppo parlamentare, che sin dall’inizio chiedeva di ritornare al tavolo con gli alleati senza esasperare gli animi.
Mentre una piccola parte, che però può fare la differenza in Senato dove i numeri sono ridotti, si è detta delusa da quello che considerano un ‘cambio di linea’ non concordato con parlamentari e iscritti, con un voto online.
Tra le uscite che hanno fatto più clamore ci sono quelle dell’ex ministra del Sud, Barbara Lezzi, e del presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. Alla prima non dispiacerebbe tornare a guidare il dicastero del Sud che controllava nel governo Conte I, e il secondo, secondo quanto viene riferito, sogna il dicastero della Giustizia.
Ma è soprattutto Alessandro Di Battista a picchiare duro, arrivando a ipotizzare un addio al Movimento, se i suoi continueranno a dialogare con Matteo Renzi, definito ‘accoltellatore professionista’.
Un ingresso nell’esecutivo dell’ex deputato più combattivo potrebbe voler dire ridimensionare il leader di Italia Viva e non spaccare i pentastellati.
A Palazzo Madama se quindici senatori portassero a termine la scissione, si tornerebbe al punto di partenza: il ritorno dei renziani non basterebbe a formare una maggioranza solida nonostante i responsabili.
Per questo la voce grossa utilizzata dalla fronda grillina suona anche come un invito a Renzi a non tirare troppo la corda perchè altrimenti il terreno può franare sotto i piedi.
Per ora comunque la posizione di Dibba non ha prodotto quell’effetto valanga che si poteva immaginare. A parte, per esempio, la condivisione di Rosa Silvana Abate.
Il messaggio però che arriva è il seguente: la fiducia non è scontata se Renzi dovesse esagerare nelle richieste soprattutto per quanto riguarda i ministeri delicati come quello della Giustizia ora a guida grillina.
Come dice Bianca Laura Granato, che ai tempi si era battuta contro la riforma renziana della scuola: “Se dobbiamo scegliere se far torto o patirlo, torniamo alle urne”. Tra i più critici anche Mattia Crucioli e Luisa Angrisani.
Bisognerà capire come si evolverà la trattativa e quanto peso avranno i temi cari ai grillini. Mettere da parte il Mes, per esempio, potrebbe essere un modo per sgonfiare la fronda ribelle, al netto del fatto che in tanti adesso sono alla ricerca di un posto al sole nel nuovo esecutivo.
(da “Huffingtonpost”)
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