CHE FACCIA: RENZI RIABBRACCIA DE LUCA (SPERANDO NEL TAR)
“ORA TUTTI CON VINCENZO”: MA LA SEVERINO VALE SOLO PER BERLUSCONI?
“Ora tutti con De Luca”. Al Nazareno la vittoria del sindaco di Salerno alle primarie campane è arrivata un po’ a sorpresa.
Certo, non un fulmine a ciel sereno, visto che la forza del vecchio leone non era stata mai sottovalutata. E del resto i ripetuti tentativi di azzerare le primarie nascevano da quella preoccupazione: evitare l’imbarazzo di un candidato governatore incompatibile con la legge Severino.
E tuttavia negli ultimi giorni, in particolare dopo il ritiro di Migliore, il risiko delle correnti del Pd campano e i loro rapidi spostamenti facevano pensare a una leggera prevalenza di Andrea Cozzolino, ancora più estraneo al renzismo, ma immacolato dal punto di vista giudiziario. Tutto da rifare.
E ora che le primarie sono passate senza drammi, ricorsi o brogli, tocca fare quadrato intorno a De Luca.
Riannodare i fili di un passato non troppo lontano quando il sindaco di Salerno aveva schierato la sua macchina di consenso a favore di Renzi, facendo “cambiare verso” al Pd campano alle primarie tra l’attuale segretario e Cuperlo del 2013.
Il grande freddo insomma sta per iniziare a sciogliersi.
Già domenica sera il vicesegretario Lorenzo Guerini ha sentito De Luca al telefono per i complimenti. Con Renzi ancora nessuna chiamata, ma arriverà presto.
La linea è “nessun problema politico su De Luca, che ha vinto bene, e ha rispettato il codice etico del Pd che non prevede incandidabilità per chi è condannato in primo grado per abuso d’ufficio”, spiegano fonti Pd.
Il problema è la legge Severino, che rischia di congelare il governatore appena eletto, e di impedirgli dunque di governare.
De Luca e il Pd sperano che scatti il lodo De Magistris, e cioè che De Luca possa avere ragione dal Tar.
Solo che il ricorso nel merito per la decadenza da sindaco è stato ritirato dai legali di De Luca un paio di settimane fa, e dunque ci dovrà essere un nuovo ricorso se il candidato Pd dovesse essere eletto governatore.
Un ricorso che scatterebbe subito dopo l’elezione, non appena il governatore dovesse essere sospeso per gli effetti della Severino.
E che, sperano al Pd, dovrebbe avere gli stessi risultati di quello di De Magistris, e dunque il prosieguo dell’attività di governo.
Un bel caos di carte giudiziarie. E anche un bel rischio d’immagine.
Ma a questo punto De Luca non è in discussione. Troppo netta la sua vittoria, e lontana dal caos del 2011. Dal Nazareno dunque è partito un appello a serrare i ranghi e infatti nel primo pomeriggio anche lo sfidante Andrea Cozzolino, in conferenza stampa, riconoscerà la piena vittoria del rivale e si dirà pronto a lavorare per la vittoria del partito, a dare una mano, come del resto aveva annunciato nella tormentata vigilia.
In queste ore dunque si lavora al disgelo, dopo il braccio di ferro durato mesi in cui Renzi e i suoi le hanno è provate tutte: prima hanno chiesto a più riprese un passo indietro a De Luca, poi hanno lanciato nella mischia Gennaro Migliore, che è finito triturato nel gioco delle correnti.
Ma i rapporti personali, assicurano al Nazareno, non si sono mai guastati.
E oggi è De Luca, intervistato a L’aria che tira su La7, a ricordare che “io sono il principale elettore di Renzi in Campania, l’azionista di riferimento”.
Quanto ai ripetuti tentativi di fermarlo dopo la condanna, spiega il sindaco: “C’era qualche perplessità , giustamente una riflessione da fare. Abbiamo riflettuto insieme, e voglio ringraziare la segreteria nazionale che ha avuto il coraggio di dare la parola ai cittadini senza tradire lo spirito del Pd”.
Ed è questo il punto su cui Il sindaco ribelle e il partito nazionale alla fine si stanno ritrovando: le primarie come elemento essenziale del dna del Pd.
E così tra i renziani ci si prende anche una piccola soddisfazione: “Le ultime primarie della Ditta del 2011 erano state un fallimento, con noi alla guida è filato tutto liscio…”.
Ora però si apre una campagna elettorale difficile, con un candidato condannato e sotto la spada di Damocle del Tar.
Che non è più sindaco non per la condanna penale, ma per la decadenza a seguito dell’incompatibilità confermata dalla Corte d’appello con la carica di viceministro del governo Letta.
Una vicenda chiusa politicamente, ma che ha lasciato questo pesante strascico.
Per quanto riguarda invece gli effetti della Severino, il Tar esaminando il caso De Luca potrebbe sollevare il caso davanti alla Corte costituzionale.
Resta il fatto che il Pd ha voluto la Severino per poi augurarsi che non sia applicata.
(da “Huffingtonpost“)
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