CHE FARÀ ORA TRUMP? IL PRESIDENTE AMERICANO AVEVA SCONSIGLIATO A NETANYAHU DI ATTACCARE L’IRAN, MA QUELLO L’HA FATTO COMUNQUE
SENZA IL SOSTEGNO AMERICANO, LE DIFESE DI ISRAELE DIFFICILMENTE RIUSCIRANNO A CONTENERE UN GRANDE ATTACCO IRANIANO – L’AMMINISTRAZIONE USA È COSTELLATA DI FUNZIONARI CONTRARI AL COINVOLGIMENTO MILITARE DEGLI STATI UNITI ALL’ESTERO, A PARTIRE DAL VICEPRESIDENTE JD VANCE. UNA LINEA OPPOSTA AI VECCHI FALCHI REPUBBLICANI COME LINDSEY GRAHAM, CHE HA ESULTATO SU “X”: “GAME ON”
Nelle ore precedenti l’attacco israeliano all’Iran, il Presidente Donald Trump ha chiarito che sperava di evitare questo esito.
“Non voglio che attacchino perché, voglio dire, questo farebbe saltare tutto”, ha detto, riferendosi ai suoi sforzi diplomatici per frenare le ambizioni nucleari di Teheran.Il fatto che Israele sia entrato comunque in azione – senza alcun coinvolgimento degli Stati Uniti e contro i desideri dichiarati pubblicamente dal Presidente – spinge ora Trump ad affrontare una delle più grandi prove della sua giovane presidenza.
A suo dire, gli attacchi rischiano di vanificare i suoi tentativi diplomazia con Teheran, anche se il suo inviato di punta si stava preparando a partire per l’Oman per un’altra serie di colloqui questo fine settimana.
Questo getta un’ombra sui suoi rapporti già tesi con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con il quale è in netto disaccordo da mesi e che ha esortato, proprio questa settimana, a una
tregua a Gaza.
E gli presenta un altro conflitto globale senza una facile soluzione, questo con decine di migliaia di truppe statunitensi potenzialmente coinvolte nel fuoco incrociato regionale.
Trump si troverà ora in mezzo a correnti contrastanti all’interno del suo stesso partito. Giovedì molti repubblicani si sono affrettati a offrire il loro sostegno a Israele, tra cui il senatore Lindsey Graham – da sempre falco dell’Iran – che ha scritto su X: “Game on”.
Tuttavia, Trump non ha mai adottato questa linea di politica estera del suo partito, soprattutto nel suo secondo mandato. La sua amministrazione è costellata di funzionari, a partire dal suo vicepresidente, che hanno una visione profondamente scettica del coinvolgimento militare degli Stati Uniti all’estero senza che siano in gioco espliciti interessi americani.
Trump non ha dato alcun segnale di essere pronto a utilizzare le risorse militari americane per aiutare a difendere Israele da una prevedibile rappresaglia iraniana, come fece il suo predecessore Joe Biden quando Israele e l’Iran si scambiarono il fuoco l’anno scorso.
Senza l’assistenza americana, le difese aeree di Israele potrebbero non essere in grado di resistere a un grande attacco iraniano.
Il messaggio pubblico dell’amministrazione statunitense si è invece concentrato sulla protezione del personale americano in Medio Oriente e sull’avvertimento all’Iran di non trascinare gli Stati Uniti nella mischia.
Tuttavia, per tutte le complicate dinamiche che Trump deve ora risolvere, l’attacco non è stato certo una sorpresa per il presidente e la sua squadra.
Il Segretario di Stato Marco Rubio ha rilasciato una dichiarazione molto concisa, cercando di distanziare gli Stati Uniti da qualsiasi
ruolo nell’attacco.
“Questa notte Israele ha intrapreso un’azione unilaterale contro l’Iran. Non siamo coinvolti in attacchi contro l’Iran e la nostra priorità assoluta è proteggere le forze americane nella regione”, si legge nella dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.
“Israele ci ha informato di ritenere che questa azione fosse necessaria per la sua autodifesa. Il Presidente Trump e l’Amministrazione hanno preso tutte le misure necessarie per proteggere le nostre forze e rimangono in stretto contatto con i nostri partner regionali”, continua Rubio. “Voglio essere chiaro: l’Iran non deve prendere di mira gli interessi o il personale degli Stati Uniti”.
Priva anche di un linguaggio banale che offrisse sostegno a Israele e alla sua difesa, la dichiarazione ha chiarito che questo sarebbe stato un conflitto di Israele, non di Trump.
(da agenzie)
Leave a Reply