CHE FUTURO E LIBERTA’ SI SVEGLI E SI DIA UNA LINEA
MENTRE IL PARTITO AFFARISTICO-RAZZISTA SFASCIA L’ITALIA, NON E’ POSSIBILE CHE I FINIANI FACCIANO UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO… OCCORREVA IL CORAGGIO DI DIRE COSE PRECISE: CHE NON SI VINCE PER TRE VOTI COMPRANDO I DEPUTATI, CHE CALDEROLI E BONDI ANDAVANO MANDATI A CASA, CHE SI STA CON GLI STUDENTI E NON CON IL PATERACCHIO DELLA GELMINI
Tempo di Natale, ma anche occasione di alcune riflessioni.
Sulla mancanza di una vera destra in Italia e sulla sua sostituzione nell’immaginario collettivo di un surrogato da tempi di guerra, sull’incapacità di chi vorrebbe dire qualcosa di destra ad indicare una linea e perseguirla con coerenza (che alla lunga paga).
Continuiamo ad assistere alle esibizioni “muscolari” di un governo moribondo che sta a galla per tre voti comprati e non si ha il coraggio di mandarlo sotto ogni giorno.
Continuiamo a privilegiare una tattica che non paga, piuttosto che delineare un tracciato in prospettiva (un programma, un’alleanza chiara per fare cosa, come e quando).
Continuiamo a vivere alla giornata, rimbeccando dichiarazioni tra il sommo teatrante di Arcore e una opposizione che dorme e non sfrutta mai le occasioni.
Proprio mentre il premier sta dimostrando ogni giorno la sua cronica incapacità a governare non solo il Paese, ma persino il suo partito, mentre ogni giorno sentiamo da lui considerazioni da rabbrividire quando a supponenza e presunzione, dall’altra parte prevale l’eterna “prudenza”.
Quella stessa che ha permesso a tre soggetti di stare per mesi in Futuro e Libertà per tramare contro Fini quando avrebbero dovuto essere accompagnati alla porta.
Quella che, dopo l’assalto fallito, porta a una ritirata strategica, quando sarebbe bastato semplicemente e fermamente dichiarare: “Berlusconi non ha vinto un bel nulla: facile vincere barando, noi vogliamo vincere convincendo”.
Quella che si astiene sulla sfiducia a Calderoli, senza capire che sarebbe stata la immediata rivincita e il colpo da ko al governo.
Quella che sale sui tetti con gli studenti, ma poi prende l’ascensore della Gelmini per scendere.
La mancanza di coraggio qua è stata enorme, si è andati dietro alla stronzata che “la riforma premia la meritocrazia”, magari solo perchè i parenti dei baroni non potranno più insegnare nella stessa università (mogli a parte, tra l’altro).
E’ solo una riforma fatta di 300 milioni di tagli, norme farraginose, precari sempre più tali, il solito spottone uso gonzi minzoliniani.
E il fatto che sia stata proposta dala Gelmini esclude già a priori che premi la meritocrazia.
In politica bisogna saper scegliere, o si sta da un parte o dall’altra, a metà del guado si scontenta solo tutti.
Premesso che al governo non c’è un centrodestra, ma solo una coalizione affaristico-razzista, è evidente che una destra vera va delineata.
Una destra moderna, sociale e popolare, in grado di dare risposte al nuovo che avanza.
Che i “vecchi dentro” votino pure per illudersi di allontanare le proprie paure (la famosa “sicurezza” di poter andare a puttane la sera), ma occorre rivolgersi a tutti gli altri.
Facendo capire come, quando e cosa si vuole e con chi persegurlo.
Per fare opposizione non serve un’armata brancaleone, ma gente coesa che soprattutto sappia farla.
E delineare un progetto nuovo, che vada oltre le ataviche concezioni di destra e di sinistra.
Non ha importanza se si oscilla tra il 5% e il 9%, la Lega dove 20 anni sta ancora all’11%, ma ricatta ogni giorno il premier.
Si punti a uno zoccolo duro con un progetto chiaro e poi si crescerà anche solo per lo sfaldamento delle altrui truppe.
Ma non si va alla guerra con l’abito mentale di chi si appresta a sorseggiare un the e le idee confuse su cosa si vuole.
La destra deve svegliarsi.
Per chi dorme ci sono i ricoveri per anziani, si accomodi lì.
O in alternativa un riposino sul lettone di Putin a Palazzo Grazioli.
Buon Natale a tutti.
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