CHI HA SALVATO (DI NUOVO) DANIELA SANTANCHÈ? VENERDÌ È ARRIVATO UN BONIFICO DI QUASI CENTOMILA EURO A RIMPOLPARE I CONTI DI “KI GROUP”
CON QUESTA SOMMA LA DITTA OTTIENE IL RITIRO DELL’ISTANZA DI LIQUIDAZIONE, AVANZATA DAI LAVORATORI E DAI CREDITORI…MA DA DOVE VENGONO TUTTI I SOLDI CHE, FINO A OGGI, KI GROUP SI È RIFIUTATA DI PAGARE A DIPENDENTI E AGENTI DI COMMERCIO, TRA STIPENDI ARRETRATI E TFR?
Un bonifico di quasi centomila euro effettuato in extremis venerdì. Ancora una volta spuntano fuori i soldi, a due giorni dall’udienza del processo davanti alla seconda sezione civile del Tribunale di Milano, che dovrà decidere sull’istanza di liquidazione giudiziale, il vecchio fallimento, di Ki Group srl, il gioiellino del bio caduto in disgrazia, per l’accusa, dopo la gestione della ministra Daniela Santanchè e dell’ex compagno Canio Mazzaro.
Dopo i primi 140 mila euro versati, con questa somma la società ottiene definitivamente il ritiro dell’istanza di liquidazione avanzata da tempo dagli ex lavoratori di Ki Group con l’avvocato Davide Carbone: non solo dei dipendenti, anche degli agenti di commercio che, almeno nei loro crediti privilegiati, sono stati soddisfatti a pochi giorni dal Natale.
«Una vittoria» per il legale, che però farà venir meno una parte del processo. A chiedere il fallimento dell’azienda, gravata da milioni di debiti anche col Fisco resterà solo la procura di Milano che sulla gestione di Ki Group ha aperto da tempo un fascicolo d’inchiesta.
E che ha sollevato ulteriori dubbi sulla capacità della società di soddisfare tutti gli altri creditori. Anche perché l’unica garanzia messa sul piatto da Ki Group è rappresentata da Bioera, altra società del gruppo che ha evitato il fallimento ricorrendo alla composizione negoziata della crisi, un piano di risanamento che non passa dal vaglio dei giudici.
E ottenendo dal Tribunale – che pure ha avanzato perplessità – le «misure protettive» fino al 27 febbraio 2024 con l’avvocato Fabio Cesare. Come farà Bioera a fornire una copertura finanziaria a Ki Group superiore anche al milione e mezzo stimato dalla società? Se lo chiedono la procuratrice aggiunta Laura Pedio e i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, che con un nuovo parere hanno reiterato l’istanza di liquidazione giudiziale sollevando ulteriori dubbi sulle capacità di Bioera e sul suo «stato di insolvenza».
Peraltro, il nuovo bonifico di centomila euro è stato effettuato, come quello precedente, dallo studio dell’avvocato Salvatore Sanzo, che assiste la società e che ha difeso Santanchè nei procedimenti relativi a Visibilia. La ministra al Turismo è uscita dalla governance anche di questo gruppo a partire dall’inizio del 2022.
Ma da dove vengono tutti i soldi che, fino a oggi, Ki Group si è rifiutata di pagare a dipendenti e agenti di commercio, tra stipendi arretrati e Tfr? Ufficialmente non è dato saperlo: magari qualcuno riuscirà a ottenere una risposta in udienza. Ma non sembra un caso che Bioera abbia fatto sapere che Canio Giovanni Mazzaro (l’ex compagno e padre del figlio di Santanchè) «ha rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione al fine di segnare una discontinuità rispetto al passato nella governance della società e rendere più efficace l’azione di risanamento intrapresa».
Nello stesso comunicato si elencano anche le cariche di Mazzaro, che resta “amministratore unico di Biofood Italia, dipendente e azionista diretto di Bioera, con una partecipazione complessiva inferiore al 5 per cento del capitale sociale di Bioera; azionista indiretto di Bioera per il tramite di C.l.m. s.s. (socio unico di Biofood Italia S.r.l.)”. Del resto, con la sua presenza nella governance di Bioera, e con le garanzie che la quotata ha offerto a Ki Group per provare a salvarla, difficilmente i legali avrebbero potuto continuare a sostenere davanti ai giudici civili che le società non facciano parte dello stesso gruppo
(da agenzie)
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