CHIESTI TRE ERGASTOLI E 208 ANNI DI CONDANNA PER MAFIA PER IL CLAN SPADA DI OSTIA: C’E’ ANCHE ROBERTO SPADA, L’AUTORE DELLA TESTATA AL GIORNALISTA PIERVINCENZI
AUTORI DI OMICIDI, SPACCIO, ESTORSIONI… INSULTI IN AULA ALLA GIORNALISTA FEDERICA ANGELI, AUTRICE DI INCHIESTE E DENUNCE SUL MALAFFARE
Duecentootto anni più tre ergastoli per associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti dei 24 imputati che hanno scelto il rito ordinario nel maxi processo del clan Spada di Ostia.
Questa la condanna richiesta dai pubblici ministeri Ilaria Calò e Mario Palazzi al termine di una requisitoria durata quattro giorni.
Pene più alte richieste per il boss Carmine Spada, il fratello Roberto Spada, noto alle cronache per la testata che fracassò il setto nasale al collega Daniele Piervincenzi nel novembre del 2018, e il nipote Ottavio Spada, detto Marco: per loro tre sono stati chiesti gli ergastoli.
Giornate intense in cui nell’aula bunker di Rebibbia si sono ripercorsi episodi da pelle d’oca di minacce e angherie, di eliminazione fisica dei vertici dell’organizzazione rivale il 22 novembre del 2011, l’omicidio di Giovanni Galleoni e Francesco Antonini appunto.
E ancora: attentati progettati insieme al clan Fasciani, attentati subiti dal boss Carmine e non denunciati come avviene nella criminalità organizzata.
Oltre la rete di attività commerciali “conquistate come in un Risiko”, sottolinea il pubblico ministero Palazzi, e intestate a prestanomi per nascondere il patrimonio della famiglia.
Fondamentali sono state le dichiarazioni “attendibili” dei 5 collaboratori di giustizia, spiega Ilaria Calò, nella ricostruzione dell’organigramma del clan Spada. Michael Cardoni e la moglie Tamara Ianni, Paul Dociu, Antonio Gibilisco e Sebastiano Cassia hanno spiegato la scala gerarchica del clan e il ruolo di tutti gli imputati. §
“Sono tanti e sono persone che non si fermano davanti a niente, ti ammazzano senza pietà . Sono criminali di livello, spietati” riferisce alla Corte le parole della Ianni la pm, ricordando anche in aula che nell’ottobre del 2018 prima che Tamara Ianni e il marito Michael Cardoni “venissero qui in aula a rendere le loro dichiarazione in questo processo, è stato piazzato un ordigno esplosivo sul balcone di casa dei genitori della Ianni in via delle Azzorre a Ostia”.
Per la pubblica accusa che si tratti di una organizzazione a delinquere di stampo mafioso non vi sono dubbi. Per questo hanno chiesto una condanna esemplare per ciascuno dei componenti della famiglia sinti e per i loro sodali.
“Oggi, i pm del pool Antimafia, Ilaria Calò e Mario Palazzi, dopo quattro giorni di requisitoria, hanno chiesto una condanna esemplare per associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti dei componenti del clan spada. Attendiamo con speranza la decisione che i giudici prenderanno con la sentenza. Qualunque sia il responso, continueremo la nostra lotta quotidiana contro i clan che hanno spadroneggiato su Ostia, adesso che, gli abitanti del litorale, stanno rialzando la testa e chiedono a gran voce quella legalità che gli era stata rubata. Abbiamo iniziato una guerra a un sistema mafioso, e non abbiamo intenzione di tornare indietro”. Questo il commento di Massimiliano Vender, presidente dell’Associazione Antimafia NOI, alla richiesta di condanna nei confronti del clan Spada da parte della Procura di Roma.
Alcune delle donne del gruppo hanno pensato bene di insultare in aula Federica Angeli, la cronista costretta a vivere sotto scorta per le sue inchieste su mafie, malaffare e sulle troppe connivenze
(da agenzie)
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