CHIUDE LA SCUOLA PER MAGISTRATI VOLUTA DALLA LEGA: BUTTATI 750.000 EURO, INAUGURATA DA BOSSI E MAI PARTITA
IL SENATUR LA PRESENTO’ COME UNA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA GIUDIZIARIO IN SALSA FEDERALISTA…LA DECISIONE DEL MINISTRO SEVERINO
Un nuovo smacco per la Lega, certo.
Ma soprattutto uno spreco di denaro pubblico di cui francamente, visti i tempi, non si sentiva la mancanza.
Adesso è ufficiale: la tanto annunciata (e costosa) scuola di magistratura di Bergamo – un pallino di Bossi che la presentò come cosa fatta definendola una specie di rivoluzione del sistema giudiziario in chiave federalista – non si farà .
Peggio: nella migliore tradizione italiana, chiude i battenti prima ancora che siano aperti.
La conferma è arrivata dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha annunciato la scelta dell’unica sede di Firenze durante il plenum del consiglio superiore della magistratura.
Addio magistrati del Nord, dunque («io mi sento più sicuro se vado a farmi giudicare da un magistrato che capisce il mio dialetto», disse il Senatur).
E addio, soprattutto, a 750mila euro di soldi dei cittadini.
Tanto è costato, dal 2008 a oggi, l’affitto dei locali del collegio vescovile Sant’Alessandro, la sede che, nei piani iniziali e in base a un contratto stipulato da Provincia e Governo, avrebbe dovuto ospitare l’alta scuola superiore per la formazione dei magistrati.
Quattrocentottantacinquemila (485.000) euro li hanno messi il Comune e la Provincia di Bergamo, il primo a guida Pdl e la seconda targata Lega.
La fetta rimanente è stata coperta dal Ministero della Giustizia.
Peccato che i locali siano rimasti e rimarranno – a questo punto – bellamente chiusi.
Eppure lo scenario doveva essere ben diverso.
La scuola padana (i programmi iniziali ne prevedevano altre due, una a Firenze per il Centro e una a Benevento per il Sud) era stata virtualmente inaugurata in pompa magna nel giugno scorso da tre ministri: Umberto Bossi (Riforme), Angelino Alfano (Giustizia) e Roberto Claderoli (Semplificazione).
Ma che dopo quella parata al teatro Donizetti qualcosa non tornasse, si era capito.
I mesi passavano e però di aule, insegnanti e allievi, neanche l’ombra.
Bocche cucite e imbarazzi a Roma. Preoccupazioni a Bergamo.
Fino al dietrofront di ieri, che certifica il flop.
Il cambio di marcia deciso dal ministro Severino – la scuola di magistratura avrà un’unica sede a Firenze, alla faccia del federalismo ormai tramontato – fa infuriare le istituzioni bergamasche. Che gridano allo scandalo.
Lega Nord e Udc hanno presentato un ordine del giorno per chiedere al sindaco Franco Tentorio di battere i pugni con Roma.
Paolo Berizzi
(da “La Repubblica“)
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