GRILLO CONTRO PUTTI: “BASTA COMPARSATE IN TV”
RISSA TRA IL LEADER DEL MOVIMENTO 5S E IL CANDIDATO GRILLINO DI GENOVA… “PARTECIPARE AI TALK SHOW FA PERDERE VOTI E CREDIBILITA'” TUONA GRILLO… “SONO ABITUATO AD ANDARE DA CHI MI INVITA” REPLICA PUTTI… INTANTO LA POLEMICA DIVAMPA SUL WEB
E’ rissa aperta tra Grillo e il primo grillino genovese, Paolo Putti, candidato sindaco del Movimento Cinquestelle che nelle elezioni di domenica e lunedì ha ottenuto 36.579 preferenze.
“Se il Movimento 5 Stelle avesse scelto la televisione per affermarsi, oggi sarebbe allo zero qualcosa per cento. Partecipare ai talk show – spiega Beppe Grillo sul suo blog, dopo aver assistito alla trasmissione con Paolo Putti a Ballarò – fa perdere voti e credibilità “.
Solo che Paolo Putti non legge il blog del Capo e la mattina, a Omnibus su La7, rincara la dose: “Grillo non è un leader ma una persona che ha messo a disposizione risorse e intuizioni e che fa da megafono al Movimento nelle città e in rete. Nel Movimento esiste uno staff formato anche da tecnici, professori universitari, professionisti, docenti, che discute dei contenuti e poi Grillo fa da megafono”.
Dal suo blog Grillo chiude ogni discussione: “Che senso ha confrontarsi con Veltroni o con Gasparri in prima serata? Più che spiegarlo e ribadirlo non posso farlo. Chi, dei nostri, partecipa ai talk show deve sapere che d’ora in poi farà una scelta di campo”.
E’ una scomunica vera e propria.
Adesso Putti abbozza: “Beppe ha assolutamente ragione, gli ho telefonato questa mattina – non eravamo ancora riusciti a parlarci, in questi giorni – e gli ho detto che, semplicemente, sono abituato ad andare dove mi invitano. Semplicemente, non andrò più”.
Intanto la polemica dilaga.
“Alla larga dalla tv!”, scrive Stefano, sul blog di Grillo. Anche perchè “giornalisti e politici sono scaltri e fanno fare figure meschine a chi non è abituato”.
“L’unico che dovrebbe farsi vedere nella stupida scatola – sostiene Sariel – è Beppe, che sa come affrontarla. Gli altri a casa!”.
“Il M5S è nato in rete. Se interessa, sono loro che devono venire da noi”.
Ma c’è chi chiede che la decisione di Grillo sia almeno sottoposta alla “democrazia diretta di un sondaggio nel blog”.
E c’è anche chi apertamente dissente dal titolare del marchio 5 Stelle.
Comparire in tv, sostengono, è necessario per far crescere ancora i consensi del movimento. E comunque, si lamenta qualcuno, quella di Grillo suona come una “imposizione dittatoriale”.
Raffaele Niri
(da “La Repubblica“)
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