CI FREGHIAMO PURE I SOLDI DEI MIGRANTI, CON CHE CREDIBILITA’ POSSIAMO CHIEDERE AIUTO ALL’EUROPA?
PARADOSSO ITALIANO: MAFIA CAPITALE INDEBOLISCE L’IMMAGINE DI UN PAESE INCAPACE DI RIPRISTINARE LA LEGALITA‘
Immaginate di essere Cameron, il premier britannico, che ha il referendum sull’Europa a breve.
O Rajoy, il suo collega spagnolo, che ha le elezioni a novembre.
Oppure Hollande, bocciato nei sondaggi da 8 francesi su 10; o il suo primo ministro Valls, che ogni volta non sa se ritroverà la poltrona.
O sua maestà Merkel, che tra tante debolezze rischia il delirio di onnipotenza.
Vi è appena arrivata dall’Italia l’ennesima richiesta di aiuto sull’immigrazione: navi da impiegare nel Mediterraneo, quote di africani e siriani da accogliere, denari da spendere.
E nello stesso momento vi è arrivata la rassegna stampa con le notizie dalla capitale italiana sulla banda bipartisan – destra e sinistra in società – che dall’immigrazione trae la sua ricchezza.
Le intercettazioni tradotte dal romanesco perdono un po’ di virulenza linguistica, ma il quadro è chiaro: la politica dell’accoglienza in Italia è in mano (anche) ad avanzi di galera, che si fanno pagare due euro al giorno preferibilmente in nero per ogni migrante, che possono scendere a un euro se i migranti sono almeno cento; tanto le cifre variano a piacimento, perchè di nessuno viene registrata l’identità ; non sono persone, sono numeri su cui speculare.
Che figura ci facciamo?
Quale Paese è un Paese che finisce sui giornali del mondo con notizie così?
Con quale credibilità possiamo chiedere soccorso all’Europa?
Come non capire che in questo modo forniamo un alibi perfetto agli egoismi delle altre nazioni?
Intendiamoci: l’Europa non ha la coscienza pulita. Di fatto i Paesi confinanti con l’Italia hanno sospeso gli accordi di Schengen, e gli stranieri sbarcati a Lampedusa e in Puglia vengono bloccati a Ventimiglia e al Brennero; per tacere della nuova emergenza, i profughi in arrivo sulla frontiera orientale.
Di fronte a un evento destinato a segnare la nostra epoca, la risposta europea è fiacca e meschina.
Cameron offre navi per salvare i naufraghi – che vanno salvati sempre, s’intende – purchè finiscano tutti in Italia.
Hollande e Valls ricordano il vecchio Arafat, che all’estero parlava di pace in inglese e a casa rinfocolava le folle in arabo: quando vengono in Italia si profondono in assicurazioni e promesse, subito dimenticate al rientro in patria.
Il governo fa bene a protestare e a insistere: sull’immigrazione si gioca popolarità e credibilità .
Ma vicende come quelle di «Mafia Capitale» indeboliscono l’intero Paese.
Nessuno scandalo potrà far dimenticare l’umanità degli abitanti di Lampedusa, il gran lavoro dei marinai e degli altri uomini in divisa, la generosità dei volontari, la mobilitazione del mondo cattolico.
Ma non basta limitarsi a dire che chi ha sbagliato deve finire in galera.
È un sistema politico che dev’essere rifondato, all’insegna della legalità e dell’efficienza.
Fino a quando l’Italia sarà la terra della corruzione e dell’impunità del male, sarà sempre l’anello debole dell’Europa.
Per contare qualcosa nella comunità internazionale non bastano la fantasia, l’estro, la bellezza, il genio; occorre anche un po’ di onestà .
Gli altri europei non sono meno corrotti di noi per natura (come dimostra la penosa vicenda Fifa); sono soltanto più rigorosi con la corruzione.
E non mancheranno di rinfacciarcelo
Aldo Cazzullo
(da “il Corriere della Sera“)
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