CIAK, SI GIRA, A VILLA ZEFFIRELLI VA IN SCENA L’INCONTRO TRA “COLLABORAZIONISTI”: IL CONVERTITO SALVINI E “LAZZARO” BERLUSCONI
L’IRA DELLA MELONI: “NON PARLINO A NOME DEL CENTRODESTRA”
La prima foto del centrodestra di governo raffigura Silvio Berlusconi e Matteo Salvini accomodati — con mascherine e distanze di sicurezza – nello studio di Villa Grande, la nuova dimora romana dell’ex premier in cui abitava Franco Zeffirelli.
Una mezz’ora di colloquio, presenti Antonio Tajani e Licia Ronzulli, per fare il punto sull’esito delle consultazioni con Draghi.
Comunicato finale: “Rinnoviamo come Lega e come centrodestra la disponibilità a dare vita al nuovo governo che metta al centro salute, taglio delle tasse e burocrazia, ritorno alla vita. No veti, no pregiudiziali, fare in fretta”.
Ma il riferimento al centrodestra irrita Giorgia Meloni che precisa: “E’ naturale che si siano incontrati in vista della formazione del governo che appoggiano, strano invece che Salvini si sia espresso a nome di tutto il centrodestra visto che noi saremo all’opposizione patriottica ed esiste perchè noi presidiamo il campo. Sarà stato un lapsus”.
No comment da Salvini, che però continua a ritagliarsi il ruolo di “leader in pectore” della coalizione.
La leader di FdI non ha in programma incontri con Berlusconi, ma si sono sentiti al telefono. L’ex premier ha dato seguito alla promessa fatta ieri al premier incaricato: “Cercherò di convincere Giorgia che questo è il momento di mettersi al servizio del Paese”. Ma la leader di FdI non tentenna: “Non mi ha convinto, sa che non cambio idea”. Domani riunirà i suoi gruppi parlamentari sulla linea dell’opposizione “responsabile e costruttiva”.
Di sicuro, Meloni si sta preparando a capitalizzare la sua “rendita di opposizione”. Agli alleati dà appuntamento per scegliere i candidati alle Comunali, mentre in Parlamento sa che si porrà il tema dei vertici delle commissioni di garanzia (come la Vigilanza Rai guidata dal forzista Alberto Barachini o, in modo più sfumato, il Copasir oggi presieduto dal leghista Raffaele Volpe) che spettano appunto alle minoranze. Ma anche gli spazi dell’informazione in Rai e altrove.
Tutti equilibri che un esecutivo di unità nazionale farebbe saltare. Come si regolerà il premier una volta sciolta la riserva? Intanto, FdI ha già cominciato a bombardare su Mps, giustizia e web tax.
“Piena sintonia”, invece tra i leader di Forza Italia e Lega. All’ordine del giorno lo stato dei negoziati con Draghi, dove il margine di manovra è esile per entrambi (e lo sanno): campagna vaccinazioni, uso del Recovery Plan, taglio delle tasse, ripresa del mercato del lavoro, misure per l’ambiente.
Qualche preoccupazione per l’”intralcio” nei tempi di formazione del governo a causa dei Cinquestelle (ma il problema, certo, è a casa della ex maggioranza giallorossa). Smentita dagli entourage l’indiscrezione che il Capitano abbia chiesto “consigli” sul Ppe. Spazio anche per qualche digressione sulla ristrutturazione della villa sull’Appia, un giro del giardino, due chiacchiere sul Monza Calcio e sul campionato. Foto della Ronzulli, che inquadrano anche Marta Fascina, la deputata compagna di Berlusconi.
Poi sequela di riunioni su Zoom per “blindare” la svolta governista. Il Cavaliere arringa governatori ed eurodeputati; Salvini i senatori e poi i deputati. Per la Lega feedback positivo non soltanto dalla base nordista, ma anche dagli amministratori locali e dai coordinatori regionali del Sud.
Forza Italia tra euforia tentazioni di fuga
Nel frattempo, Forza Italia è incerta tra l’euforia del ritorno in maggioranza dopo un decennio all’opposizione per una forza nata con il Dna governista (come il suo leader) e timori di competizione dalla la nuova “Lega moderata.
Nonostante l’età e la voce affaticata, l’icona Berlusconi funziona ancora. Ma non è una panacea per tutti i mali che affliggono il suo partito
Ieri a Montecitorio il Cavaliere si è goduto il bagno di folla e le parole affettuose di amici e fedelissimi. Sestino Giacomoni, Renato Brunetta, Annagrazia Calabria, Stefania Prestigiacomo, Valentino Valentini, Roberto Occhiuto, Alessandro Cattaneo, Giorgio Mulè, Matilde Siracusano, Assunta Tartaglione, Maria Tripodi.
Ma oltre metà del gruppo parlamentare mancava: vuoi per lo scarso preavviso, vuoi per lo spaesamento. Cattaneo si iscrive al club degli ottimisti: “Forza Italia ha voglia di dare vita a una fase nuova, in cui tornino competenza, autorevolezza e credibilità . Accanto alla fiducia a Draghi si tratta di rilanciare l’area liberale, eurpeista, garantista, popolare. Spetterà a noi mettere in campo un’iniziativa politica per rilanciarla”.
Quelli però che avevano un piede fuori dalla porta, rientrato soltanto grazie al Sì a Draghi, guardano ancora a Mara Carfagna e alla prospettiva di un nuovo soggetto politico di tendenza centrista.
(da “Huffingtonpost”)
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