CLAMOROSO, GRILLO NON HA PIU’ LA MAGGIORANZA: SOLO 79 SU 163 I SI’ ALLA ESPULSIONE DELLA GAMBARO
SONO STATI BEN 42 I PARLAMENTARI CINQUESTELLE CHE HANNO VOTATO CONTRO, 9 GLI ASTENUTI, 33 CHI NON HA VOLUTO PARTECIPARE ALLA FARSA… IN UN PARTITO NORMALE STASERA GRILLO SI SAREBBE DOVUTO DIMETTERE
Il verdetto arriva dopo sei ore di riunioni e assemblee. Adele Gambaro potrebbe essere cacciata.
L’assemblea congiunta dei deputati e senatori M5S ha votato (79 sì, 42 no, 9 astenuti, ben 33 gli assenti) di demandare alla rete il voto sull’espulsione della senatrice, dopo le sue dichiarazioni critiche nei confronti di Beppe Grillo.
Ma il dato clamoroso viene proprio dai numeri: nonostante le minacce via web e la precettazione dei talebani, Grillo nin raggiunge più neanche la metà più uno degli eletti.
Si sono schierati con lui solo 79 parlamentari su 163.
I dissidenti che venivano dati al massimo intorno alle 30 unità sono passati a 42 ufficialmente, ma ben 33 si sono dissociati dalla linea Grillo, rifiutandosi di partecipare al voto.
Nienete streaming per la seconda assemblea, quella più importante, a Montecitorio.
Il tutto mentre sulla Cosa, la webtv del Movimento vanno in onda i video di Grillo..come nei peggiori regimi militari.
Ad essere trasmesse sono solo le dichiarazioni finali dei capogruppo alla Camera Riccardo Nuti e del capogruppo al Senato Nicola Morra, che hanno motivato la decisione dell’assemblea.
LA LETTERA
Una riunione agitata, dunque. E a porte chiuse. Alla faccia della trasparenza.
Lei, Adele Gambaro, legge una lettera.
Si dice dispiaciuta di aver danneggiato il Movimento. Ma niente scuse. E ribadisce il suo no alle dimissioni.
«Attenderò il giudizio dell’assemblea e lo accetterò rimanendo nelle mie opinioni e con la speranza che il mio gesto possa essere servito a far muovere il cambiamento verso una linea più democratica», sottolinea.
Nel frattempo Crimi avvia la procedura d’espulsione.
In aula anche la deputata Paola Pinna attaccata per una intervista che ha rilasciato da un post del collega Manlio Di Stefano.
Un commento infame, degno dei peggiori servi: «Risparmiatemi questa Cosetta dei Miserabili dell’onorevole grillina Paola Pinna – scrive Di Stefano – (laureata disoccupata che viveva con i genitori a Quartucciu, Cagliari, e con cento voti cento è diventata deputata al Parlamento) che invece di spargere petali di rosa dove Grillo cammina, sorge in difesa di una certa Gambaro, un’altra miracolata che si crede Che Guevara».
Ha parlato il giullare di corte.
L’SMS, CRIMI E LE CHIAMATE A GRILLO –
La Gambaro attacca Grillo: «Qui nessuno parla delle reazioni del blog nei miei confronti: sono state di una violenza incredibile». E non solo.
Gambaro si rivolge all’ex capogruppo Vito Crimi: «Non c’è più rapporto di fiducia. Tu, Vito (Crimi, ndr) hai pubblicato un mio sms. Quindi viene a mancare il rapporto di fiducia».
E a chi le chiede se voglia rimanere nel Movimento, lei replica: «Sì, io ho espresso il mio disagio per i toni della comunicazione. Lavoro molto bene con i miei colleghi qui».
Il senatore Campanella la difende: «C’è bisogno di lei nel gruppo: penso che sia opportuno mantenere l’unità del Gruppo e votare insieme affinchè si passi oltre queste contrapposizioni sterili».
MOMENTI DI TENSIONE
Il dibattito continua, tra posizioni più o meno moderate, finchè i toni, all’improvviso si alzano. «Adele non deve finire dentro la gogna mediatica. Avere un’opinione personale è illegale? Criticare non è previsto dal regolamento?», scandisce la senatrice Bencini.
Il senatore Romani afferma: «Mi chiedo se non sia peggio l’intervista di oggi di Riccardo Nuti a Repubblica, dove dice che lei si deve dimettere e chi vota contro è fuori. Io voglio le sue scuse, perchè se è un mio compagno e fa parte della mia squadra queste cose non deve dirle. Io non voglio le scuse della Gambaro, ma di Nuti».
Poi il gruppo si trasferisce alla Camera per l’incontro congiunto di senatori e deputati.
Con Grillo messo in minoranza.
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