COLLE, SOLO 190 DEPUTATI PD SONO SICURI PER RENZI
SALE LA TENTAZIONE GRASSO CHE LIBEREREBBE LA PRESIDENZA DEL SENATO ALLA FINOCCHIARO… MA LA SCELTA FINALE POTREBBE ESSERE TRA PRODI E VELTRONI
Ormai siamo al meno 3: mercoledì Giorgio Napolitano si dimetterà . Con un atto privato, una lettera.
Da quel momento scattano i 15 giorni necessari per indire i comizi elettorali e poi parte l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Nello studio di Lilli Gruber Renzi ha scommesso che il Parlamento riuscirà ad eleggerlo al quarto scrutinio. Ma in realtà , la situazione è tutt’altro che tranquilla.
Due deputati renziani, Marco Di Maio e Marco Donati hanno avuto il compito di monitorare il gruppo Pd a Montecitorio.
E anche di cercare di recuperare voti dai Cinque Stelle.
Pier Carlo Padoan è ancora in lizza. Ma potrebbe pagare in prima persona il pasticcio sulla delega fiscale. Tra i nomi sondati, resiste ancora Graziano Delrio. Sta molto coperto Dario Franceschini, ma ci spera.
Tra i politici le preferenze vanno a Walter Veltroni e Romano Prodi.
Rispetto ad entrambi sarebbe difficile per la minoranza dem dire di no. Soprattutto visto che il fondatore dell’Ulivo l’hanno tirato in ballo loro.
Il Professore è super attivo e Renzi stesso potrebbe sceglierlo, magari come male minore. Potrebbe essere determinante l’ultima parola di Berlusconi. Che non sarebbe più così contrario. Anche se preferirebbe Veltroni
La minoranza dem spinge anche Sergio Mattarella: altro nome “teoricamente” adatto e anche di quelli portati avanti per provocare Renzi. Piace molto Pierluigi Castagnetti: provenienza cattolica, ottimo rapporto con il presidente del Consiglio.
E potrebbe non andare male all’ex Cavaliere dovrebbe dire di no? Molti, però, sono pronti a giurare che il premier stia lavorando ancora al colpo secco, al primo voto, anche se non lo dice. Perchè se la minoranza sceglie la strada del caos e non quella della collaborazione potrebbe altrimenti usare i primi tre voti per promuovere dei nomi.
Che poi diventerebbe difficile ritirare.
I deputati sicuri sono 190-200 su 307 dem. I senatori sono un’ottantina.
E con alcuni grandi elettori si arriva a più di 400 voti. In questo momento, le sacche di resistenza principali all’interno del Pd sono bersaniani e cuperliani.
L’attivismo di Bersani in questi giorni è stato letto da molti renziani come un’autocandidatura. Dalla minoranza smentiscono: ha usato toni troppo duri in questi giorni.
Sferzante Miguel Gotor, a proposito di Berlusconi: “Ho fiducia in Renzi, ma due soci normalmente il presidente lo scelgono assieme… ”.
I Cinque Stelle in arrivo verso il premier dovrebbero essere sempre una decina.
E poi, c’è l’asse con Berlusconi. Più che mai si discute di candidati. Anche se con Forza Italia stanno trattando direttamente Matteo Renzi e Luca Lotti.
Tra i nomi che circolano, ieri di nuovo sale quello del presidente del Senato, Pietro Grasso: sarà in una posizione favorita, visto che farà le veci di Napolitano.
Potrebbe essere considerato da tutti sufficientemente malleabile. E poi, la sua poltrona la vuole
Anna Finocchiaro.
Luca De Carolis e Wanda Marra
(da “il Fatto Quotidiano“)
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