COME BLOCCARE I PROCESSI: BERLUSCONI STUDIA TRE IPOTESI
L’INCUBO DEL PREMIER E’ UNA CONDANNA PER CORRUZIONE…TRE LE POSSIBILI SOLUZIONI: APPLICAZIONE OBBLIGATORIA DEL “LEGITTIMO IMPEDIMENTO” DEL PARLAMENTARE AD ASSISTERE AL PROCESSO, PRESCRIZIONE BREVE PER I REATI DI CORRUZIONE O NORMA BLOCCA-PROCESSI….FINI PONE DEI PALETTI E FA MARCARE GHEDINI DALLA BUONGIORNO
Si stanno susseguendo summit sul tema della giustizia e il governo cerca di studiare le contromosse dopo la bocciatura del lodo Alfano, per cercare di evitare quella che per il premier è un incubo: una condanna per corruzione. Un primo incontro l’ha avuto con Ghedini e Letta, poi il premier è andato in visita da Fini, facendosi accompagnare da Ghedini, mentre Fini aveva invitato la Buongiorno.
Ognuno aveva il suo esperto giuridico insomma, e non sembra che Fini gradisca provvedimenti che potrebbero essere interpretati come leggi ad personam.
Ora inizia il confronto all’interno del Pdl, con la Buongiorno che marcherà stretto Ghedini.
Le soluzioni che gli esperti del premier stanno valutando sono tre, da approvare, se ci si riesce, per decreto legge, non appena la Consulta avrà reso pubblica la sentenza sul lodo.
La prima in particolare richiede infatti la necessità di ancorarla alla motivazione della sentenza: l’applicazione obbligatoria e senza alcuna discrezionalità in un processo del “legittimo impedimento” per un parlamentare.
Già la Consulta aveva fatto uscire l’indiscrezione del caso Previti, ipotizzando un calendario delle udienze concordato tra giudice e imputato.
La norma allo studio però sarebbe molto più rigida, non lascerebbe alcuna discrezionalità alle toghe, ma imporrebbe loro di accettare come motivo obbligatorio di rinvio gli impegni istituzionali delle alte cariche e dei parlamentari.
In pratica un premier avrebbe sempre un motivo valido per rinviare in eterno un’udienza.
La seconda soluzione, di cui avevamo già parlato, è la “prescrizione” breve o brevissima per tutti i reati non gravi e tra questi la corruzione.
In aggiunta, delle regole bloccate per fissare la data in cui un reato è stato commesso e dalla quale quindi decorre la prescrizione medesima. L’intervento sulla prescrizione di fatto cancella i processi, con un doppio binario: prescrizione breve per i reati meno gravi, lunga per quelli più gravi. Se il governo taglia la prescrizione con decreto legge, di fatto modificherà lo status di tutti i processi italiani: infatti per legge la norma più favorevole cancella quella sfavorevole.
Con la prescrizione breve resa ancora più breve Berlusconi potrà cancellare il processo milamse sui diritti Tv, quello che per i tempi ancora lunghi, rischia di metterlo in maggiore difficoltà .
La terza soluzione, più debole, è invece il ritorno alla norma blocca-processi, inserita già l’anno scorso nel decreto sicurezza e fermata dal Quirinale perchè avrebbe bloccato 100.000 dibattimenti in tutta Italia per fermare i due di Berlusconi.
A questo punto un ruolo decisivo lo rivestono Napolitano per la sua funzione super partes e Fini per il ruolo istituzionale, ma anche per quello interno al Pdl.
Sarà un caso, ma il premier in queste ore ha garantito quello che fino a ieri non pareva disposto a concedere: la presidenza della Regione Lazio o della Regione Campania agli uomini ex di An.
Che sia una concessione interessata?
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