COME LE BANCHE SPECULANO CON I NOSTRI SOLDI
I MECCANISMI DI RAFFORZAMENTO PATRIMONIALE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO GRAZIE AI PRESTITI DELLA BCE E ALLE ELARGIZIONI DI FRANCOFORTE… FONDI CHE DOVEVANO INVECE ANDARE A RAFFORZARE IL SETTORE DEI PRESTITI ALLE IMPRESE
Come verranno impiegati questi soldi? I banchieri ne parlano malvolentieri, ma non è un mistero che buona parte della liquidità servirà a sottoscrivere Bot e Btp.
Il governo, sempre a caccia di sottoscrittori del debito pubblico, non può che apprezzare questa scelta.
E, per di più, l’operazione fa bene anche al conto economico degli istituti, visto che la liquidità ottenuta all’1 per cento viene impiegata in titoli con rendimento ben superiore.
E non finisce qui: di recente le banche hanno trovato anche un altro modo molto redditizio per utilizzare la montagna di soldi piovuta in cassa grazie alla Bce.
Questa volta i prestiti di Francoforte servono a comprare, o meglio a ricomprare, le obbligazioni a suo tempo collocate dagli stessi istituti di credito .
Funziona così.
In circolazione ci sono bond per miliardi delle maggiori banche che hanno quotazioni molto lontane dalla parità .
Poniamo, per esempio, 90. Se l’istituto li acquista, si assicura per 90 ciò che fra qualche anno avrebbe dovuto rimborsare a 100. Il guadagno è quindi pari al 10 per cento. In più, molto spesso, i titoli già sul mercato hanno caratteristiche tali che in un futuro prossimo non potranno più essere utilizzati per il calcolo dei ra t i o s patrimoniali di vigilanza.
Di conseguenza, se queste obbligazioni vengono ricomprate e cancellate, poi possono essere sostituite con altri bond che invece, a differenza delle altre, servono a migliorare i requisiti di patrimonio:
Tutto facile, facilissimo, soprattutto se le banche sono in grado di mettere in campo un arsenale con miliardi di euro da spendere.
Per primo è partito Unicredit, che ha chiuso con successo il suo maxi aumento di capitale da 7,5 miliardi.
L’istituto guidato da Federico Ghizzoni ha annunciato che comprerà 3 miliardi di proprie obbligazioni.
Nelle prossime settimane, se arriverà il via libera da Bankitalia, la stessa strada potrebbe essere seguita anche da altre banche come Ubi, Banco Popolare, Monte dei Paschi.
In palio ci sono profitti per centinaia di milioni.
Unicredit, per esempio, potrebbe riuscire a guadagnare poco meno di 500 milioni.
E in tempi di bilanci non proprio brillanti quei soldi fanno molto comodo.
E il denaro per ridare fiato alle aziende? A quello i banchieri ci penseranno più avanti.
Magari dopo il prossimo finanziamento targato Bce.
A meno che anche quella non sia “liquidità sostitutiva e non aggiuntiva”, per dirla con l’Abi.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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