COME NELLE DITTATURE: DOSSIERAGGIO DEL VIMINALE CONTRO I GIUDICI SGRADITI A SALVINI
CHI NON E’ D’ACCORDO CON LUI DEVE ASTENERSI: SALVINI ORDINA AGLI UFFICI DI SCHEDARE FREQUENTAZIONI E USCITE PUBBLICHE DEI MAGISTRATI
Dopo la sentenza del Tar di Firenze che ieri ha bocciato l’ordinanza sulle zone rosse, Matteo Salvini va allo scontro diretto con i magistrati che esprimono valutazioni negative sui suoi provvedimenti.
Ricorso al Consiglio di Stato contro il provvedimento del tar di Firenze, ricorso anche sulle altre sentenze che, a Firenze come a Bologna, hanno ordinato l’iscrizione all’anagrafe di alcuni richiedenti asilo, ma soprattutto ricorso all’Avvocatura dello Stato per “valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri, per l’assunzione di posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini”,si legge in una nota del Viminale.
Salvini ha dato mandato ai suoi uffici di “tracciare” le uscite pubbliche dei magistrati firmatari delle sentenze, i loro rapporti di “vicinanza e collaborazione con chi difende gli immigrati contro il Viminale”.
Veri e propri dossier a carico di Luciana Breggia, giudice del tribunale di Firenze, ma anche di Matilde Betti, presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna. Partecipazioni a presentazioni di libri, collaborazioni a riviste, persino la posizione in platea accanto a esponenti delle Ong in occasione di manifestazioni pubbliche.
Un attacco senza precedenti quello di Salvini ai giudici che hanno osato esprimersi a sfavore dei suoi provvedimenti.
A Luciana Breggia il Viminale rimprovera persino il discorso in un dibattito pubblico in cui ha censurato l’uso della parola “clandestini” e la partecipazione alla presentazione di un libro sulla Libia di un avvocato dell’Associazione studi giuridici, presentazione del libro alla quale la giudice – nota il Viminale – “era accanto alla portavoce di Mediterranea ( quella di Luca Casarini) e al professore Emilio Santoro”, diocente di filosofia del diritto e diritto degli stranieri a Firenze.
Per redigere il dossier sulla giudice di Bologna Matilde Betti gli uffici del Viminale sono risaliti fino al 2016 anno in cui il magistrato fu relatrice ad un seminario sul diritti d’asilo organizzato da Asgi, Libera e Magistratura democratica.
A tutela delle colleghe arriva la presa di posizione dell’Anm.
“Le modalità adottate da autorevoli rappresentanti delle istituzioni gettano discredito sull’intera funzione giudiziaria e perdita di serenità da parte di chi la esercita. Per questo chiediamo che il Csm effettui tutti i passi necessari a tutela della collega Luciana Breggia e a tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della giurisdizione”.
Così l’Anm che in un documento esprime “sconcerto” per gli attacchi a Breggia, che dopo aver dichiarato inammissibile il reclamo del Viminale contro la decisione di un giudice che aveva autorizzato un somalo richiedente asilo a presentare domanda di iscrizione all’anagrafe al Comune di Scandicci, è stata invitata da Salvini a candidarsi alle elezioni.
“E’ inaccettabile che la critica non sia rivolta al merito del provvedimento ma alle supposte opinioni del giudice, afferma l’Anm, che evidenzia come un post pubblicato dal ministro sulla vicenda “è stato seguito da commenti contenenti insulti e minacce, che non risultano essere stati rimossi”.
(da agenzie)
Leave a Reply