COME PREVISTO, STORACE ERA SU “SCHERZI A PARTE”: ORA E’ SUONATA LA CAMPANELLA DELLA MERENDA
“SE TUTTI LO FANNO, POSSO ANCHE RITIRARE LA MIA CANDIDATURA E CONVERGERE SULLA MELONI”… MA NON CI SPIEGA PERCHE’ NON DOVREBBE RITIRARLA ANCHE LA MELONI… ALTRO CHE PELLEGRINAGGI A ORVIETO, LA VECCHIA CLASSE DIRIGENTE EX AN VA SPAZZATA VIA PER RICOSTRUIRE UNA DESTRA CREDIBILE
In una intervista al “Tempo”, Francesco Storace, candidato di se stesso e degli ex An confluiti in Azione Nazionale perchè non hanno trovato spazio altrove, ci illumina sulla futura strategia: “Sto incontrando tantissime persone per strada che mi dicono: “Però dovete stare uniti”.
Per sua fortuna non incontra chi pensa invece che sarebbe tempo che tutta la vecchia nomenklatura di ex An si ritrovasse “unita” ai giardinetti, a portare a spasso Fido.
Dopo averci propinato per mesi la teoria che Fdi e la Meloni sarebbero “divisivi”, salvo cavalcarne gli stessi temi, quelli che peraltro ripetono da 40 anni tutte le sedicenti destre italiche, Storace dal palco di Orvieto ora dice: “Meloni vuole fare il sindaco? Parliamone. Se da quattro candidati dobbiamo averne uno, voglio vedere anche gli altri andarsene”.
A parte che chi, come Marchini, non è “organico” al centrodestra non se ne andrebbe in ogni caso, visto che lavora alla sua lista civica da anni, prendiamo per buona l’idea: Bertolaso, Storace e la Meloni dovrebbero quindi fare un passo indietro.
E poi? Si andrebbe a ricercare un nome nuovo, capace di riunire il centrodestra?
No, sentite la brillante idea di Storace: “Se gli altri si ritirano io sono disponibile a ritirare a mia volta la candidatura per Giorgia Meloni, se tutto ciò avviene in un quadro unitario. Se gli altri però non hanno intenzione di ritirarsi e lei non dice nulla in proposito, è chiaro allora che noi ci candidiamo”.
Quindi scopriamo che si dovrebbero ritirare solo due su tre, e tutti a sostenere la Meloni.
Un’unione di rinnovato amore? Non proprio, si legge tra le righe: «Voglio capire se la Meloni vuole il consenso o meno, perchè per grazia ricevuta non si ottiene niente.”
Insomma dipende dall’offerta, gratis non si fa nulla.
Poi il messaggio: “Si va al ballottaggio con noi, senza non ci si va. Non ti puoi permettere di perdere nemmeno lo 0,1, figuriamoci il 5%”.
Quindi, in pratica, non c’è alcuna differenza sostanziale tra lui, la Meloni e Salvini: per la serie “Scherzi a parte” ha parlato del nulla per due mesi, divergenze politiche e culturali non ce ne sono, solo questioni di fondi della Fondazione An.
Ma soprattutto gli Alemanno e i finiani confluiti in Azione nazionale, quale “Grande destra” vogliono ricostruire?
Con Meloni e Salvini, giusto un circo Barnum con belve, illusionisti, clown e mangiafuoco.
Per non parlare di certi nomi da brivido che abbiamo visto pontificare a Orvieto, personaggi in attesa di giudizio (non degli elettori, ma dei magistrati).
E quale sarebbe la “destra moderna inclusiva” che vogliono costruire?
Quella che non ha una sola idea nuova e sa solo raccontare palle sulle ruspe ai campi nomadi?
O che picchia forte i battenti del portone (un tempo di palazzo Grazioli, ora quello dei cognati d’Italia) sperando che la mensa della Caritas gli assegni un buono pasto?
No, noi preferiamo che restino a digiuno: qualcuno ha pure riacquistato una linea decente, la mantengano.
Meglio una dieta autonoma che costringere gli italiani a tagliargli i viveri una volta per tutte.
Leave a Reply