CONCORSI IN PROVINCIA: SE SPARTA PIANGE …CON ATENE SI RIDE?
DA TRE MESI LA SOCIETA’ ATENE, DI CUI LA PROVINCIA DI GENOVA DETIENE L’80% DI CAPITALE, FA SELEZIONI PER PERSONALE A TEMPO DETERMINATO…ATENE E’ SOGGETTA ALLA DIREZIONE DELLA PROVINCIA, MA MENTRE I CONCORSI DELLA PROVINCIA SONO MOLTO NOTI E VI PARTECIPANO ANCHE 1200 CANDIDATI, QUELLI DI ATENE INVECE SONO UNICI IN ITALIA: DUE POSTI IN PALIO E PARTECIPANO DUE CANDIDATI, TRE POSTI IN LIZZA E TRE CANDIDATI….UNA SOCIETA’ CON POCHE UNITA’ FISSE CHE ASSUME DECINE DI PERSONE PER POCHI MESI…PER POI GIRARLE ALLA PROVINCIA?…ECCO QUALCHE COMMENTO DEI PRECARI
E’ da luglio scorso che segnaliamo all’Amministrazione provinciale di Genova tante strane anomalie, relative allo svolgimento delle procedure concorsuali pubbliche. Pensavamo di trovare solidarietà e riscontro da parte del vertice dell’Ente: quando i nomi dei vincitori di “concorsi pubblici” sono di pubblico dominio ancor prima che si aprano le iscrizioni, è evidente che qualcosa non va e il cittadino si aspetta un’indagine interna seria e approfondita, non che si avalli l’anomalia. Altrimenti i sospetti aumentano.
Se ci siamo interessati alla vicenda, facendo da tramite con coloro che ci segnalavano tale prassi, è per una semplice ragione di coscienza: a molti concorsi pubblici partecipano oltre 1200 giovani che pagano una tassa di iscrizione, comprano libri e studiano per mesi, si illudono, sperano di dare una svolta alla loro vita, di farsi una famiglia, contando finalmente su uno stipendio sicuro.
Noi ci identifichiamo in questi ragazzi e ci fanno schifo coloro che li prendono per il culo. Ma di questo (e altro) avremo tempo di riparlare. A fronte di concorsi della Provincia con centinaia di partecipanti e magari 6 vincitori, esistono altre selezioni non pubblicizzate che da novembre vedono stranamente partecipare a selezioni per due posti due soli candidati, per tre posti tre soli iscritti.
Una prova orale e eccoli assunti per nove mesi con qualifiche di tecnici amministrativi.
Da quando abbiamo sollevato il “problema concorsi”, improvvisamente si è dimostrata iperattiva una società partecipata della Provincia di Genova, la Atene, di cui la Provincia detiene l’80% di capitale e che è soggetta all’attività di direzione e di coordinamento da parte dell’Amministrazione provinciale ( come scritto su carta intestata) .
Atene si definisce “Centro di eccellenza per l’innovazione formativa” ed è nata nel 1998 “ per promuovere l’innovazione tecnologica in campo formativo e contribuire allo sviluppo del tessuto economico locale attraverso la sperimentazione di sistemi di formazione professionale avanzati”. Costituita con fondi comunitari europei dovrebbe fare interventi “a progetto” ed ha un consiglio di amministrazione composta da tre membri, di cui due di nomina da parte della Provincia.
Le stesse due sedi sono contigue a quelle degli uffici provinciali.
Dipendenti fissi ridotti al lumicino, una manciatina, a novembre lancia una selezione per 16 impiegati tecnici amministrativi, ma poi stranamente annulla il bando.
Si sceglie una strada diversa: suddividere le selezioni a tranche più piccole, tipo per due, tre candidati alla volta.
Pubblica la ricerca di personale sul suo sito, qualche avviso all’inizio ci resta solo per 24 ore.
Strano sistema di ricerca di personale a tempo determinato: invece che pubblicizzare al massimo per avere più scelta, sembra una selezione da tenere nascosta: originale filosofia per un’azienda che dovrebbe stare sul mercato.
Accade così che le selezioni siano scontate: si cercano due persone e giusto due si presentano e vengono assunte, se capita che per caso si presenti una terza …diciamo che non supera la selezione ( per ora ci limitiamo a questo).
I partecipanti e vincenti neanche a farlo apposta sono “nel giro” della Provincia, in cui hanno già lavorato: qualcuno non ha superato i concorsi pubblici dell’Ente e si riciclano qua.
Lo diciamo su che basi? Testimonianze, ovvio, interne all’Ente, precise e documentate come sempre: “Adesso ci sono un pacchetto di concorsi ridicoli a cui la maggior parte di noi non potrà partecipare ( anche se non tutti) dopo tante promesse dell’amministrazione che ci dice: “Sei un precario? Noi vorremmo tanto farti un concorso ad hoc ma c’è Brunetta, non possiamo…ma vedrai che ti sistemiamo…abbiamo fatto i concorsi infatti…”.
Non vi basta? Eccone una più esplicita “ x ci ha già informato di soluzioni alternative che non dovrebbero causare la perdita del lavoro per nessuno, o con l’interessamento di Atene o con i concorsi istruiti apposta“. Ovviamente sappiamo chi è x….
Altra testimonianza: “Si sta studiando la fattibilità di un passaggio temporaneo al centro Atene ( per poi bypassare in Provincia quando si libereranno dei posti)”.
La realtà però è, per decine di precari, ben più amara: ci saranno alcuno di loro assunti e molti altri no. Quali sono i criteri per stabilire la selezione tra eletti e ripudiati?
Le voci dicono che si arriverà , tramite Atene, ad assumere a tempo determinato un 30 persone.
Tra l’altro non si può neanche parlare propriamente di contratto “a progetto”, trattandosi di tecnici amministrativi addetti alla rendicontazione persino, ovvero la contabilità della Provincia.
In pratica svolgono l’attività normale come un dipendente della Provincia, ma inquadrati in Atene. Qualcuno forse sperava di creare questo giro “ assunzione tramite Atene — passaggio in futuro alla Provincia” per “aggirare la norma Brunetta” sperando che non si accorgesse nessuno di questa anomalia?
Le norme non dovrebbero essere rispettate, invece che aggirate? Esistono precari di seria A e altri di serie B? Come mai a un concorso pubblico normalmente partecipano anche mille candidati se li fa la Provincia e se invece la selezione la fa Atene ( per conto della Provincia) partecipano in due per due posti? E’ forse questo che si voleva perseguire come fine? Evitare troppa partecipazione per garantire pochi? E’ così che si assicura la trasparenza di un Ente locale nei confronti dei cittadini? Sono le domande che centinaia di ragazzi si pongono, di cui noi ci facciamo interpreti, e a cui il Ministero della Pubblica Amministrazione, dopo l’interrogazione parlamentare del sen. Giorgio Bornacin, dovrà dare risposta.
I ragazzi che partecipano ai concorsi pubblici non dovranno mai più essere presi per il culo.
Mai più.
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