SCANDALO CONTI DORMIENTI: LE BANCHE HANNO TRASFERITO DENARO DI DEPOSITI ATTIVI
UNA ENORME FETTA DEGLI 1,2 MILIARDI ARRIVATI AL FONDO ANTICRAC TRASFERITI DALLE BANCHE SONO STATI PRELEVATI DA CONTI TUTT’ALTRO CHE DORMIENTI… IL MINISTERO DELL’ECONOMIA, SOMMERSO DA RICORSI, INVITA LE BANCHE A FARE LUCE SUL CASO… RISCHIANO DI SALTARE I RIMBORSI AI RISPARMIATORI CIRIO E PARMALAT, AGLI AZIONISTI ALITALIA E GLI AIUTI AI PRECARI
Una sfilza di clamorosi disguidi tecnici delle banche sui conti dormienti. Con una conseguenza assai preoccupante: un’enorme fetta degli 1,2 miliardi di euro arrivati al fondo anticrac del Tesoro potrebbe tornare indietro.
Per una serie di errori poco chiari, gli istituti di credito hanno trasferito denaro di conti regolarmente attivi. Si allontanano così i rimborsi ai risparmiatori.
Pochi giorni fa il Ministero dell’Economia ha spedito a tutti gli intermediari finanziari (banche, assicurazioni, Poste) una circolare per fare luce sul caso.
Si legge che “a seguito del versamento al ministero delle relative somme è pervenuto a questa Amministrazione un considerevole numero di richieste di rimborso inviate dai titolari di rapporti qualificati come dormienti”.
Si tratta dunque di depositi attivi, nulla a che vedere con quelli che possono essere risvegliati così come previsto dalla legge e dai regolamenti ministeriali. Conti che sono stati “qualificati come dormienti” per evidenti errori delle banche.
Non è stato ancora spiegato con esattezza cosa sia successo sia nelle procedure di individuazione dei conti abbandonati per oltre 10 anni dalla distratta clientela sia nei meccanismi di trasferimento al fondo del Tesoro volto a rimborsare le vittime delle frodi finanziarie, a mettere una pezza per gli obbligazionisti Alitalia e risolvere la questione dei lavoratori precari della Pubblica Amministrazione.
Ora il Ministero nella circolare fornisce ” le indicazioni operative per facilitare la gestione delle richieste di rimborso da parte dei titolari dei conti che sono stati indebitamente azzerati”.
Si legge, infatti, che “l’intermediario è tenuto a soddisfare direttamente le richieste di rimborso e di ripristino delle condizioni antecedenti la data di versamento. Solo successivamente lo stesso intermediario potrà avanzare richiesta di rimborso delle somme restituite ai titolari dei rapporti”.
Le conseguenze più rilevanti sembrano riguardare i risparmiatori traditi: oltre agli obbligazionisti Cirio e Parmalat, pronti a mettersi in fila per chiedere un risarcimento pubblico, c’è il popolo dei “tango bond”, i dipendenti statali con un contratto in scadenza.
Senza dimenticare tutti coloro che hanno in mano titoli della vecchia Alitalia.
Finora il saldo del fondo del Tesoro è di circa 1,2 miliardi di euro, ma buona parte ritornerà a disposizione dei legittimi proprietari.
Si va, infatti, incontro a un taglio robusto, sulla cui entità si saprà qualcosa di certo tra qualche settimana.
Per i vertici del Ministero si tratterà di mettersi a tavolino e ridistribuire le risorse tra i vari destinatari. Col rischio concreto che la torta sia diventata troppo piccola. E che più che di fette si debba ormai parlare, dopo tante promesse, di briciole.
Non sarebbe la prima volta che si imputano interventi in uscita a entrate che poi non si verificano nella misura prevista.
Con buona pace di chi si era illuso di recuperare qualcosa.
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