CONDANNATO E STOP (NON DATE RETTA ALLA CACIARA)
LA SENTENZA SU BERLUSCONI SPIEGATA PER PUNTI
Poichè già vedo che adesso, all’italiana, è partita la solita gara a chi sparge più confusione in giro per non far capire più niente a nessuno, e arrivare a breve a dire “non è stato ancora del tutto condannato”, provo a riepilogare qui la questione della condanna di Berlusconi incrociando tutte le fonti che ho potuto consultare.
Berlusconi è stato condannato a quattro anni per una frode fiscale molto rilevante. Tre anni sono cancellati dall’indulto (ottenuto grazie a se stesso), uno è quello da scontare.
La pena accessoria va ricalcolata in Appello, sarà da uno a tre anni. Ci vorranno probabilmente cinque o sei mesi per determinarla. La domanda successiva è: può essere subito esecutiva la condanna, nonostante questo?
Secondo fonti diverse ma concordi, tutte, da Bruti Liberati (procura di Milano) a tantissimi avvocati (cito Malavenda e Grazia Volo), su questo non c’è discussione: “La pena detentiva è immediatamente esecutiva”.
La questione dei tempi, cioè quando comincia la detenzione di Berlusconi: può oscillare per motivi tecnici tra metà settembre e metà ottobre. Pochissimo. Berlusconi dovrà scegliere se chiedere gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali. Nel momento in cui inizia l’esecuzione della pena avremo il leader della principale forza di governo che non ha più passaporto.
Un punto politicamente importante è: decade subito dal seggio al Senato? Alcuni diffusori di gran caciara para-mediatica si stanno già adoperando per ipotizzare, teorizzare, ponzare, che forse, magari, forse ma forse… Creano confusione. La realtà è che proprio una legge figlia delle grandi intese (governo Monti, ministro Severino) stabilisce che, con pene superiori a due anni, non solo il condannato è incandidabile in futuro, ma – decisivo – la Giunta per le elezioni del Senato è chiamata immediatamente a pronunciarsi sulla sua permanenza in Parlamento. Lo sostiene l’articolo 3 comma 1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012 n. 235, citato tra gli altri da Stefano Ceccanti, ottimo giurista, ex parlamentare del partito democratico. Direi che su questo c’è poca discussione, ma nel Pd ce ne può essere sempre, e infatti si stanno già dividendo, esattamente alla pari, sul tema (importante vedere cosa farà Boccia per capire e orientarsi).
Ma anche se Berlusconi non decadesse subito resta invece l’immediata esecuzione della pena detentiva. Tra poco, sarà un detenuto, agli arresti o ai servizi sociali.
Il Pd ha intenzione di restare alleato con un detenuto, e magari di temporeggiare sulla sua decadenza da parlamentare?
In Italia, si sa, tutto è possibile.
Jacopo Iacoboni
(da “La Stampa“)
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